Finiscono i PISU ed iniziano i PISUS?
Dopo la gestione fallimentare dei Pisu dovuta alla passata amministrazione ed all’attuale commissariale, la Regione chiede la collaborazione dei Comuni capoluogo per realizzare quei progetti europei che meglio si attagliano alla loro entità territoriale.
Dei 32,4 Meuro di Pisu che il comune di Matera vide assegnarsi non si sa bene cosa sia stato rendicontato, con molta probabilità restano ancora 20 meuro, circa, in sospeso.
Che cosa accadrà non è dato sapere.
L’unica struttura in grado di fare chiarezza è l’autorità di gestione della regione Basilicata ed è bene che lo faccia il prima possibile.
Solo così sarà possibile capire cosa è stato cofinanziato e cosa potrebbe restare a carico del Comune, per la manifesta incapacità ad operare dello stesso.
Il mancato cofinanziamento potrebbe creare addirittura un dissesto nelle povere casse comunali è emerso, infatti, che non è possibile trasferire le opere non ancora rendicontate dei Pisu nei nuovi Pisus
Oltre ad essere evidente come le opere incomplete giacciano miseramente disseminate in città, è di questo giorni che il balletto iniziato ormai oltre 18 mesi fa sul bando di gara relativo alla riqualificazione del parco integrato di Serra Rifusa per un importo di 3,6 Meuro si è finalmente concluso vedendo il Comune soccombente, come era ovvio.
Si tratta di fare una nuova gara.
Si dovrà fare una nuova gara a prescindere da chi paga perché quel intervento è vitale per la città per dare servizi nuovi dei quali la stessa né ha un disperato bisogno dopo che si è allungata a dismisura in direzione Nord.
I nuovi interventi comunitari destinati allo sviluppo urbano, come abbiamo accennato, si chiamano Pisus e come è stato detto sono interventi per le reti metropolitane e sono sostanzialmente diversi dai Pisu perché prevedono una progettazione compatibile con il Quadro Strategico Nazionale ed una pianificazione coerente e funzionalmente integrata, richiedono, altresì, il coinvolgimento del settore terzo e oltre che di quello privato ed auspica l’applicazione di metodi di partecipazione sociale diffusa.
E’, quello dei Pisus, un programma serio ed impegnativo perché partendo dalle infrastrutture urbane nel termine più ampio dell’accezione prevede la promozione di misure miranti all’inclusione sociale attraverso azioni che determinano un innalzamento degli standard di qualità della vita.
Da tutto questo si capisce come nell’ambito degli interventi vi siano quelli indirizzati alle fasce più deboli e cioè: infanzia ed anziani che non rientrano nella sfera dell’ assistenza sanitaria.
Il partneriato al quale ci si indirizza in questo caso sono le imprese sociali.
I tempi per l’avvio del programma sono strettissimi, come fatto evidenziare in varie circostanze dall’Ente Regione.
La presentazione dei Piani a livello comunale è necessaria per arrivare entro il 31 dicembre alla stipula del Protocollo d’intesa tra i vari attori e le scadenze, rigide, sono state ribadite pubblicamente all’atto della illustrazione del programma avvenuto in sede regionale.
Come al solito il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Il dubbio grosso è che non si sappia neppure di cosa si stia parlando.
L’attuale amministrazione commissariale non ha inteso invitare alla presentazione le imprese sociali ed allora il previsto punto V 2 .3 B con chi si farà?
Tutti gli sforzi che la regione ha profuso per ottenere queste linee di intervento vengono già vanificate e neppure si è partiti.
Probabilmente il Commissario prefettizio, inoltre, non è a conoscenza che a Matera vi è la facoltà di architettura dell’Unibas e che compito degli architetti non è solo costruire palazzi ma, anche,progettare il territorio con tutte le pertinenze.
Che dire poi della partecipazione sociale diffusa all’evento e ribadita nella declaratoria della delibera di Giunta regionale, è intesa forse al godimento delle luminarie?
E’ necessario porre immediatamente rimedio pena il fallimento, già in partenza, dell’intervento comunitario.
Pio Abiusi