Un’altra tragedia scuote questa caldissima estate materana: intorno alle ore 13 un giovane di 16 anni è precipitato dal quarto piano di uno dei padiglioni dell’ex ospedale di Matera, con accesso da via Castello. Il ragazzo è caduto da un altezza di circa venti metri. Il giovane, che aveva raggiunto la zona in compagnia di amici ha consegnato ad un loro di loro il borsello e il telefonino e si è allontanato raggiungendo la zona del cantiere per i lavori di ristrutturazione della struttura destinata ad ospitare il Campus Universitario, un’area delimitata da un cancello regolarmente chiuso per impedirne l’accesso. Ma il giovane lo ha scavalcato e si è introdotto nella struttura, ha raggiunto il quarto piano e secondo le prime ricostruzioni si sarebbe lanciato nel vuoto. Il rumore provocato dall’impatto del corpo sul suolo ha fatto scattare subito il compagni sul luogo in cui si è consumata la tragedia. L’allarme è stato lanciato immediatamente e sul posto è intervenuta prima una Volante della Polizia di Stato di Matera e poi il Magistrato, che dovrà accertare se il giovane si è suicidato oppure è caduto accidentalmente. E’ stato il padre a riconoscere la salma del giovane, che a quanto si è appreso soffriva di depressione.
(nella foto il luogo dove si è consumata la tragedia – foto www.sassilive.it)
L’ennesima tragedia che spacca il cuore all’intera comunità materana. Sull’accaduto saranno gli organi inquirenti a stabilire la dinamica dei fatti ma comunque mi chiedo: é mai possibile che tale struttura sia abbandonata a se stessa già da parecchio tempo? Non c’é vigilanza non c’é niente, persino le porte e finestre sono inesistenti. Anche se vi era una recinzione all’esterno é mai possibile che la struttura non sia stata murata (quindi messa in sicurezza) proprio per non consentire l’ingresso ad estranei ovvero l’arrivo sino al terrazzo?
É la stessa situazione della morte dei piccoli fratellini di Gravina in Puglia.
Spero che con il sequestro dell’intero stabile si possano effettuare tutti gli accertamenti dovuti per stabilire la esponsabilità a chi appartiene.
Ai genitori di questo ragazzo giungano le mie piú sentite condoglianze.
Sandro Quarto
E perchè non mandarci anche l’esercito a presidiarlo ? Non è difficile capire che è vietato entrare dentro qualsiasi manufatto in stato di abbandono oppure in un cantiere perchè è PERICOLOSISSIMO. Altro che vigilanza e mura..
Penso che il problema non siano gli immobili lasciati incustoditi. Il problema è che un giovane di soli 16 anni soffra di depressione. Bisogna capire il perchè si consumino sempre di piu queste disgrazie.
Concordo
X Tony:
Dovresti sapere che in Italia esiste proprio una Legge sulla sicurezza sui cantieri. Se poi Matera ha Leggi fatte a sè, non è un problema mio.
Non ci vuole una laurea a capire che è PERICOLOSISSIMO (come da te scritto)entrare in immobili abbandonati ma un ragazzino rimane comunque un ragazzino e non gliene puoi dare una colpa. Tutti abbiamo sbagliato da piccoli. Il murare gli ingressi di uno stabile abbandonato è una forma di “messa in sicurezza” e serve proprio ad evitare anche tali eventi.
X Biagio:
Concordo con il tuo pensiero ma non mi trovi d’accordo sul fatto che ” il problema non siano gli immobili lasciati incustoditi” perchè è come dire ad una persona che non sta bene mentalmente di non affacciarsi al balcone perchè può cadere, non lo capirà mai….
Sandro, permetti una domanda.. se un ragazzino annegasse in mare, cosa si dovrebbe fare allora, mettere ‘ i tornelli ‘ lungo tutte le spiagge italiane ???
Tony, non la vedo proprio cosí e ti spiego perché:
Se al mare un bambino annega bisognerà solo capire le cause…potrà essere avvenuto a seguito di un malore, da un semplice giramento di testa o altro di naturale… (parlo a mare aperto e senza lavori in corso!!!)
…ma se nel mare ci sono lavori di dragaggio (quindi bonifica del sottosuolo), nessuno vigila su di esso ed un bambino annega a seguito di una imprudenza della ditta che sta effettuando i lavori, non penso che la responsabilità sarà da attribuire al solo bambino!!!
Quando ci rechiamo al mare e sostiamo sotto un lido, i gestori della struttura segnalano in mare con delle boe ben visibili che superato quel limite é pericoloso quindi si declinano da qualsiasi responsabilità civile e/o penale se qualcuno annega oltre i segnalatori collocati.
Quello che io dico, a seguito di questo triste evento é che non possiamo attribuire la responsabilità ad un ragazzino che come detto da Biagio soffriva di depressione! Chi non é mentalmente stabile non capisce che non puó scavalcare un cancello ma se dopo il cancello gli offro anche il materiale giusto per poter soddisfare un suo, intollerante, pensiero, la responsabilità di certo non posso darla al ragazzino ma a chi doveva vigilare sul cantiere e all’epoca, metterlo in sicurezza.
Se il ragazzo avesse trovato gli accessi murati non avrebbe avuto la possibilità di salire sul terrazzo e farla finita.
Abitando dalle parti dell’accaduto e conoscendo il ragazzo mi sento solo di dire ke oltre ad un problema di struttura(poco viglilata e poco controllata) c’è un problema di fondo ovvero la depressione del ragazzo, sottovalutata da parenti e amici.X quanto riguarda la struttura spero si prendano provvedimenti poichè sono successi parecchi eventi dentro e fuori il vecchio ospedale…essendo abbandonata c’è veramente di tutto nel suo interno e la cosa scandalosa è che fino a qualche anno fa era aperta a tutti senza nessuna barriera!
L.A….. Non conoscevo tanti particolari di quella struttura. Allora mi chiedo ulteriormente: come mai non sono stati presi provvedimenti, anche giudiziari, sul proprietario di quella struttura?
Come mai, ad oggi, quella struttura risulta essere ancora in quelle pessime condizioni?
Il fatto è che i lavori sono fermi da anni perché c’é tanto da “pensare” come spendere 13 milioni di euro per la realizzazione del campus universitario.
Quella struttura, abbattuta e rialzata ex novo, costerebbe di meno e rifatta completamente a norma. (anche per creare posti di lavoro)
Ma i tecnici degli Uffici Edilizia e Difesa del Suolo di Matera del Dipartimento regionale alle Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità con la consulenza esterna storico-architettonica e tecnico-scientifica, dopo il progetto sono tornati in letargo?
Spero ora la magistratura apra un fascicolo e faccia chiarezza in primis su questo episodio poi sulla realizzazione del campus.
Cio non basta ad impedire un suicidio. Se uno vuole morire stai certo che muore
Un commento che potevi farne a meno di lasciarlo….
Retorica che non significa niente….
Tony, non la vedo proprio cosí e ti spiego perché:
Se al mare un bambino annega bisognerà solo capire le cause…potrà essere avvenuto a seguito di un malore, da un semplice giramento di testa o altro di naturale… (parlo a mare aperto e senza lavori in corso!!!)
…ma se nel mare ci sono lavori di dragaggio (quindi bonifica del sottosuolo), nessuno vigila su di esso ed un bambino annega a seguito di una imprudenza della ditta che sta effettuando i lavori, non penso che la responsabilità sarà da attribuire al solo bambino!!!
Quando ci rechiamo al mare e sostiamo sotto un lido, i gestori della struttura segnalano in mare con delle boe ben visibili che superato quel limite é pericoloso, quindi si declinano da qualsiasi responsabilità civile e/o penale se qualcuno annega oltre i segnalatori collocati.
Quello che io dico, a seguito di questo triste evento é che non possiamo attribuire la responsabilità ad un ragazzino che come detto da Biagio soffriva di depressione! Chi non é mentalmente stabile non capisce che non puó scavalcare un cancello ma se dopo il cancello gli offro anche il materiale giusto per poter soddisfare un suo, intollerante, pensiero, la responsabilità di certo non posso darla al ragazzino ma a chi doveva vigilare sul cantiere e all’epoca, metterlo in sicurezza. É facile dire…ho messo il recinto, il divieto di sosta davanti al cancello e tra 15 anni ci rivediamo a continuare i lavori lasciati in sospeso.
Se il ragazzo avesse trovato gli accessi murati non avrebbe avuto la possibilità di salire sul terrazzo e farla finita.