Tutti i sindaci dei 131 Comuni della Basilicata hanno avuto da oltre un mese una proposta di deliberato da parte del coordinamento dei lavoratori Tis (Tirocini di inclusione sociale) e Rmi (Reddito minimo di inserimento) lucani. In tale proposta di deliberato si fanno presente alcune cose, fra le quali: la misera remunerazione di 550 euro al mese che ci viene data in cambio del lavoro svolto, la mancanza di qualsiasi diritto, fra cui il diritto alla maternità, ai contributi pensionistici, alla malattia. Alcuni Sindaci, ancora pochissimi in verità, insieme ai rispettivi consigli comunali, all’unanimità dei presenti, si sono espressi in nostro favore, altri ancora non l’hanno fatto.
Abbiamo saputo che il 27 Aprile di questo mese, in uno dei paesi più grandi della provincia di Potenza, qual è Avigliano, si svolgerà il consiglio comunale e che all’ultimo punto del giorno è stato inserito: “Ordine del giorno per il sostegno e adesione alle iniziative dei lavoratori Tis e Rmi della Basilicata. Approvazione”.
Il sindaco di Avigliano pubblicamente ha annunciato questa cosa e ha dichiarato che sul tema legato ai lavoratori Tis e Rmi si auspica che”possa svilupparsi anche nella massima assise comunale un dibattito serio e si esprima nella forma che verrà ritenuta più idonea, non tanto e non solo un sostegno alle persone che si trovano in questa precaria condizione, ma anche e soprattutto una ipotesi di soluzione al problema”.
Ha confermato che “è impensabile che ancora oggi esistano sacche di lavoratori prive di tutele adeguate, in molti casi lavoratori che ricoprono ruoli e funzioni nelle amministrazioni comunali, e allo stesso tempo che quest’ultime possano essere intese quale soluzione di ripiego rispetto alle aspettative che sono state ingiustamente e gravemente ingenerate nei confronti di quasi duemila lucani”.
Il sindaco di Avigliano ha continuato e pubblicamente ha detto che: ” quando si parla di giustizia sociale e di diritti, lo si deve fare in primo luogo in nome della Legge, e non di qualcos’altro, perché questa è la prima regola in uno Stato di diritto e in una democrazia”.
Noi lavoratrici e lavoratori Tis e Rmi accogliamo con soddisfazione queste dichiarazioni del Sindaco di Avigliano e auspichiamo che la massima assise comunale di Avigliano qual è il Consiglio Comunale possa esprimersi in tal senso, tenendo presente anche alcune cose:
1. Il protrarsi di questa nostra condizione di lavoratori “invisibili”, sottopagati e privi di diritti, è responsabilità della politica e delle istituzioni, che per anni e anni hanno ignorato il problema.
2. Ogni ipotesi di nostro “passaggio” a delle fantomatiche cooperative non risolverebbe i nostri problemi, sia in termini di diritti che in quelli di reddito, ma servirebbe unicamente a “liberare” le istituzioni dalle responsabilità che hanno nei nostri confronti e questa è una cosa contro cui ci opporremo con tutte le nostre forze.
3. Non esiste nessuna Legge che impedisce in assoluto la possibilità di continuare a farci lavorare come abbiamo sempre fatto e a riconoscerci anche i diritti che finora ci sono stati negati, compresa una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e in ogni caso sufficiente ad assicurare a noi e alle nostre famiglie un’esistenza dignitosa.