In occasione del 78° anniversario della festa della Liberazione che si celebra il 25 aprile riportiamo l’intervento di Enza Berardone, docente di lettere, scrittrice, poetessa lucana, originaria di Castronuovo Sant’Andrea.
Resistenza: madre della nostra repubblica e figlia della partecipazione
Per cambiare il mondo bisogna esserci, partecipare, abitare il presente, attraversare il proprio tempo, conoscere il passato, perché l’ignoranza è perniciosa, è una prigione che genera mostri, vuoto, silenzio, indifferenza, violenza. La nostra Repubblica è figlia della Resistenza, la quale ci ha indicato un modo di essere e di stare al mondo, e noi dovremmo,quotidianamente, fare uno sforzo per riaffermare e tutelare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile. Il 25 Aprile rivendica, con forza, il diritto di tutti alla vita, alla pace, al sogno, al dialogo costruttivo, l’importanza di resistere al male, di combattere ogni forma di sopruso, di godere di una democrazia partecipata che punti sulla collaborazione tra istituzioni e società civile. Quei giorni, quelle battaglie, quella passione, quel coraggio ribadiscono, ancora, quanto sia importante mettere la cultura al servizio della verità, difendere la dignità dell’uomo, inteso come fine e mai come mezzo, ripudiare la guerra, il Fascismo e la sua logica di morte, ma soprattutto insegnano all’intera umanità a non abdicare mai alla libertà politica e alla libertà di coscienza. L’uomo ha diritto di godere della luce della libertà,di avere la possibilità di dare anime differenti al suo mondo e diventare costruttori di pace e bellezza. All’epoca non bastò combattere per la libertà, ma fu necessario adoperarsi per conservarla e tutelarla. Quello che ci è stato consegnato non è per sempre ed immutabile, ragion per cui, bisogna difenderlo, onorarlo, rileggendo ogni istante il presente e lottare per migliorarlo. È tempo che si sperimenti un umanesimo nuovo, che nasca una diversa coscienza sociale, una politica che metta al centro la persona e non gli interessi economici, che sappia reinventarsi il futuro. A. Zanetti, diciannovenne, scrisse: “La vita vale per quello che la si spende”, credo che tutti dovremmo guardare con ammirazione e rispetto i giovani che negli anni 20 e 30 si rifiutarono di seguire la morale comune e scelsero la strada dell’etica, dettata dalla dignità, pronti a battere sentieri impervi, difficili, pericolosi, senza temere per la propria vita. Non dobbiamo mai dimenticare che la nostrademocrazia è frutto di scelte dolorose, di scontri violenti, di immani fatiche, di rinunce, di morti e distruzione che si possono riassumere nella parola antifascismo; la lotta antifascista ci ispira una nuova resistenza contro la tracotanza di determinate ideologie e partiti, le violenze di guerre, l’acceso nazionalismo, l’intolleranza verso gli immigrati e i diversi. Oggi celebriamo un’umanità che spesso è stata messa con le spalle al muro, ma che ha saputo rialzarsi e regalarsi nuove opportunità, gli uomini che pur soffocati da dubbi e perplessità, hanno deciso di stare dalla parte giusta e non da quella che gli conviene, gli intellettuali e gli artisti,che nonostante tutto, continuano a donare bellezza e incanto al mondo, la speranza di poter apprendere per davvero l’intera lezione della libertà che la Resistenza ha consegnato alla storia.“Viviamo in uno strano periodo, in cui l’urgenza dell’agire non esclude, anzi richiede, assolutamente l’urgenza del capire. (P.P.Pasolini).