Antonella Pagano con il “Testamento della Resistente” al Moby Dick di Roma. Il “Testamento della resistente” per celebrare il 25 aprile di questo 2023. Ce ne vuole parlare?
E’ uno scritto recente che ho presentato proprio nella circostanza della celebrazione del 25 aprile. In verità s’è trattato di ben tre giornate che l’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, Assessore Miguel Gotor, la Terza Università di Roma con Gabriele Pedullà e la Casa Editrice Electa hannofortemente voluto.Il titolo: “Resistere per ricordare il passato, resistere per vivere (oggi), resistere per creare un futuro” ha moltiplicato la miamotivazione. La FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) ha cooperato per il migliore esito ed ha pensato bene di indicare i poeti per rappresentanza regionale. Con sommo onore, dunque, ho rappresentato l’amatissima Lucania con il componimento che, in verità non ho scritto espressamente per il 25 aprile, ma per tutte le forme di resistenza che oggi mettono alla prova le nostre forze affinché possano affrontare vecchie e nuove sfide, magari uscendone vincenti o, almeno, non del tutto perdenti.
In un quartiere e in unalocation simbolica?
Proprio così. Il Moby Dick è l’hub culturale adiacente alla 3’ Università di Roma eal Teatro Palladium, nel cuore dello storico quartiere de’ La Garbatella.Ho integrato, dunque, lo scritto originale con importanti notizie attinenti lestoriche Resistenzelucane, infatti sono più d’una. Il 24 aprile, centrale delle tre giornate dedicate: 23, 24 e 25, è statotutto un susseguirsi di situazioni edificanti; subito prima di noi scrittori e poeti una scolaresca di bambini, ciascuno con la propria testimonianza, nonni che, amici di famiglia che e, ove non vi fosse una esperienza familiare, ne narravano una studiata nei vari libri che le professoresse avevano indicato loro da leggere. Questo mi ha ancora di più emozionato, il luogo, già fortemente connotato…s’ècolmanto di nuovi e intensi pensieri, nuove emozioni,generativitàche si rinnova mentre onora la storia.
Dunque questa Moby Dick sta nel quartiere Garbatella?
Si. Vi passeggio spesso in primavera; costruito in lotti, le originali abitazioni si fregiano di cortili e giardini, l’uno diverso dall’altro, come i lotti, a parte il colore rosso che li connota nella tipica identità. Cortilie giardini che da sempre sono il ritrovo degli abitanti, hanno i lavatoi e gli stenditoi, le botteghe e le cantine, i muretti e le panche. Oggi di fortissima tendenza, è stato prima molto popolare.. A misura di uomo sa sorprendere sempre! Da Piazza Benedetto Brin con il suo ponticello in un Palazzo ricamato, alla Fontana Carlotta, dalla Scala degli innamorati al Teatro Palladium, dalla Chiesa dei Santi Teodoro ed Eurosia agli Alberghi suburbani e poi i saliscendi e gli scorci suggestivi, alcuni mozzafiato talchè dire che ci si trova in una atmosfera sospesa e fiabesca non è dire bugia. Ti tiene con il naso all’insù per tutta la passeggiata. Popolare ed esclusiva a un tempo, oggi la Garbatella può ritenersi uno dei centri culturali più in fermento della città, offre eventi, spettacoli, teatro, arte di strada, set cinematografici, cultura popolare e cultura dotta, pasti tipici e locande dai sapori da acquolina. Architettura distintiva, stili eclettici, Art Dèco e barocchetto romano. Insomma è intrigante e singolare, la Garbatella ha saputo e sa dare un senso forte alla comunità popolare che si fa coesa, semplice ed autentica ancora oggi. Comprende perché amo passeggiare nelle prime ore del pomeriggio quando è più placato, dopo il tramonto quando anche la luce si fa intrigante e disegna con romantico ammaliante sentimento ogni tratto dei disegni architettonici…e alla notte….quando i rumori tacciono e puoi ascoltare le foglie dei fiori e i rami colloquiare con la luna e il venticello.
Dunque lei ha scritto il Testamento della Resistente?
Ebbene si. Ma ritengo doveroso comunicare i messaggi dell’Assessore Gotor -figlio di un grande resistente-che ha ringraziato con trasporto la FUIS e il Prof. Antonio Natale Rossi per aver aderito e soprattutto cooperato nella realizzazione della giornata, in special modo per aver coinvolto così tanti intellettuali, studiosi e scrittori. Così il Pedullà -anch’Egli figlio d’un resistente-che ha inteso rafforzareil senso e l’importanza di chiamare a raccolta gli scrittori italiani; è importante, necessario e urgente che il tema storico torni a tessere l’aria, come fecero i grandi libri che si composero dipagine memorabili nel e per il Risorgimento…Piccolo mondo antico di Fogazzaro, Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e via di seguito. Altrettanto importante ritengo siano le riflessioni del Prof. Rossi che ha sostanziato la collaborazione con l’azione tesa arinfocolare una Festa che negli ultimi anni ha vissuto una sorta di oblìoe che nella circostanza di questo 2023 ha desiderato onorare la Resistenza meridionale, che pure c’è stata ed è stata molto significativa. La FUIS ha fatto sì che l’evento andasse in diretta streaming nei cinque continenti, finanche in Cina. Quindi, sempre Rossi, hastigmatizzatol’importanza di porre attenzione alla Costituzione e, soprattutto, a quel peculiarissimosentimento di tolleranza che animava i Costituenti ove, tra l’altro, si pensi che erano in 556 distribuiti in ben 16 partiti. A ricordare queipartiti, sono state le splendide voci dei due attori: Alessia Deligios e Antonio Scalici. Tra i costituenti, sempre il Professor Rossi, vi erano 21 donne, la più giovane era Teresa Maffei. Tolleranza? Oggi ben 25 Paesi sono in guerra, afferma con amarezza il Rossi che si domanda: che civiltà c’è in quei paesi? E la nostra legge elettorale, come correggerla? Che fanno i nostri scrittori, i nostri poeti? Se il 50% del popolo di elettori italiani non va a votare, che forma di democrazia abbiamo? E come mai quel 50% che non va a votare non solo gode ugualmente di tutti i diritti civili, ma èbellamente determinante nel far accadere cose “non costituzionali”?Come può essere possibile che non venga messo in discussione il diritto di accedere ai diritti civili?
Come vede, potrei dire che s’è trattato di una lectio memorabile quella del Professor Rossi seguita dal giovane Presidente dell’VIII Municipio nel quale ricade La Garbatella, Amedeo Ciaccheri che, per aggiungere tasselli importanti alla complessità del racconto della Resistenza, comincia colricordareche l’enorme stabile che ha ospitato le tre giornate, in passato è stato il grande complesso dei bagni pubblici, un luogo pubblico per tutte le famiglie che non ne disponevano in casa e che, in seguito, il popolo s’è vibratamente battuto perché non diventasse ne’grande albergo, né bar, né grande mobilificio,ma una Biblioteca; insomma: lo spazio doveva continuare ad avere -in altra veste- ma sempre e comunque spazio con funzione pubblica. Conclude anelando ad un calendario civile, ad una epica civile, poi, dall’alto dei suoi freschi 33 anni, parla di giovani generazioni cui consegnare il testimone, giovani generazioni che hanno fame e sete di futuro.
Ma il suo Testamento?
Quanto a me, ebbene sino ad oggi nessuno aveva pensato di scrivere un Testamento della resistente, è un’altra delle ragioni per cui sono stata chiamata a testimoniare:“Al femminile: la resistenza lucana”. Ho dato voce a Giovanna, ad Annina, Teresa, Giulietta, Enza, Antonia, Pinuccia, Rosina, donne senza citarne il cognome in segno di solidarietà a tutti i cognomi delle tante donne rimaste solo sui campi di battaglia, che hanno dato le gambe quando non il proprio sangue, che sono state chiamate brigantesse -dai francesi-, che hanno creduto nella Bandiera, Vessillo per il quale hanno rischiato tutto. Penso che la loro identità siatalmente alta che finanche un cognome può stare stretto. Attraverso loro ho urlato, sussurratoe narrato i “fatti” i “modi” la “forza” il “coraggio” con cui sono state resistenti. Ho portocon delicatezza i numeri in lettere di quella aritmetica di morte in cui i semplici numeri risultano offensivi (sebbene utili), ovvero non onorano nè la dignitànè la fede nei valori di Libertà, Democrazia e Giustizia sociale, gli stessi di cui è intessuta la nostra Carta Costituzionale, la più bella che sia mai stata scritta al mondo.
Lei sembra una donna d’altri tempi, sembra una resistente!
Intanto credo che tutte le donne di tutti i tempi siano resistenti , riguardo ai poeti civili, quelli che han scritto pagine memorabili di poesia civile credo si siano estinti o forse -in pochi- vivono tra le pieghe di una Italia che non strilla, che si tiene lontana dai media filtrati, strilloni e mercenari. Questo mi piace pensarlo e soprattutto crederlo e affermarlo, ieri si era in tanti. Se anche in minuscola forma rientro fra quelli, ebbene ho vinto la sfida con me stessa di tessere la mia poesia di quei valori che fecero grande la nostra Nazione e fecero di molti: uomini giusti e probi. Persone per bene!Quanto ai lavori di ieri, 24 aprile 2023 alla Garbatella,dopo la magistrale introduzione e conduzione del Prof. Antonio Natale Rossi della FUIS-Federintermedia,il senso della giornata è stato onorato da: Franco Buffoni perMilano e la Lombardia, con “Franco Buffoni: alla Resistenza Italiana”;GesìHornoff (Giuseppe Calabrese) per la Puglia, con “Puglia: da porta d’Oriente a porta d’Europa”; Tiziana Colusso per Roma, con “Mai indifferenti, l’iniziativa sulle leggi razziali della Sezione ANPI ‘Adele Bei’; Quintino Di Marco per Roma Garbatella, con “Le donne della Garbatella”; Sara Favarò per la Sicilia, con “Chistasugnu” Questa sono;Antonio Filippetti per la Campania, con “Memoria della Resistenza in Campania tra letteratura, Cinema e cronaca”; Francesco Gui per Roma, con “La Resistenza in famiglia”; Fulvio Mazza per la Calabria, con “La Resistenza al DUD: lotte popolari, alcune politiche, una indigesta”; Fabrizio Nocera per l’Abruzzo-Molise, con “Le bande partigiane in Abruzzo e Molise”. Potrei dire che è stato scritto un nuovo libroche arricchirà la produzione documentale intorno e dentro la Resistenza, intorno e dentro i mille volti delle resistenze. Di fatto la FUIS pubblicherà tutti gli atti.
Dopo la notizia pragmatica della pubblicazione della FUIS, come vorrebbe chiudere questa intervista?
Senza dubbio colrichiamare e fissare nella memoria quanto ha riferito il Prof. Nocera dell’Università del Molise riguardo al determinanteapporto femminile alla Resistenza di cui ben possiamo ricercare nell’Archivio dei Partigiani d’Italia. Del brillantissimo intervento mi piace molto anche conservare memoria del fatto che in massima parte i partigiani ricadevano nella fascia d’età tra i 15 e i 25 anni!
Del Prof. Filippetti, quanto ha asserito: La memoria è bene comune, e quanto ha evocatodi Borges:“noi siamo la nostra memoria”.
Quanto a me il frammento in cui dico: voi, uomini di pensiero, uomini della politica, intellettuali, scrittori, giornalisti, poeti, guardate le gesta delle donne e scrivere anche il loro nome nella letteratura eroica; guardate le madri combattere per la terra, le madri che muoiono nelle trincee dell’ignominia, trincee scavate con la logica della follìa; col nobile Diritto che terribilmente abdica a se stesso; guardate le madri che vedono i figli per l’ultima volta ….e fategli il monumento… ove la memoria fosse fallace.