Summa (Spi Cgil): “In Basilicata siamo al disfacimento della sanità regionale, specie nel settore socio assistenziale. Inaccettabili i ritardi della Regione nell’adozione del regolamento per l’accreditamento delle strutture e nell’attuazione della legge sulla non autosufficienza”. Di seguito la nota integrale.
“Dopo mesi di protesta, di sollecitazioni e di mobilitazione, il governo regionale della Basilicata continua a tenere un atteggiamento di spocchia verso i lucani e il loro diritto alla salute e ad essere curati. La realtà è che siamo ormai al disfacimento della sanità lucana e in particolare del settore socio assistenziale in cui, nonostante le risorse messe a disposizione del governo nazionale, non si provvede ancora ad adottare il regolamento e in particolare l’accreditamento delle strutture deputate a garantire l’assistenza domiciliare”. È quanto denuncia il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, che aggiunge: “Così come è gravissimo il ritardo con cui la Regione Basilicata non ha ancora adottata la delibera per dare attuazione alla legge sulla non autosufficienza. Occorre ora costruire subito interventi concreti con risorse adeguate per garantire il giusto diritto all’assistenza ai circa 60 mila lucani non autosufficienti. Questa è la situazione drammatica in cui versa la sanità lucana che continua in una inerzia e incapacità imbarazzante. Come anche non è più tollerabile assistere al vuoto di direzione all’Asp, la più grande azienda sanitaria della nostra regione, e all’assenza di direzione generale e scientifica del Crob di Rionero. Altro che bonus gas, ai lucani viene negato il diritto a essere curati rispetto al quale c’è un silenzio assordante da parte del governo regionale che con indifferenza totale continua a far finta di nulla”.
Summa ricorda che “la Basilicata, secondo i dati Istat, fa i conti con un invecchiamento della popolazione in aumento. Entro il 2050, su una popolazione di circa 550mila abitanti, si passerà dagli oltre 130mila anziani ai quasi 160mila. Nonostante questo, la Regione non fa nulla per tutelare la loro salute, correndo il rischio di non riuscire a intercettare e mettere a frutto le risorse disponibili per garantirgli assistenza e perdendo l’occasione di creare nuova occupazione per 3.000 giovani secondo le previsioni”.
Per il segretario generale dello Spi Cgil è quindi “inaccettabile che la Regione Basilicata sulle procedure di autorizzazione e accreditamento dei soggetti che dovranno erogare il servizio in un sistema competitivo è all’anno zero. Se non si cambia il modello e si avvia il nuovo sistema che porta al raggiungimento all’obiettivo della copertura dell’assistenza domiciliare integrata al 10% – conclude Summa – i fondi del Pnrr sono a rischio e si profila anche la revoca di quelli già assegnati. Senza una programmazione questa Regione rischia il tracollo. Serve un cambio radicale e ripiegarsi sui veri problemi che riguardano la condizione materiale delle persone”.