«Il governo Meloni con l’istituzione dell’area di crisi complessa certifica lo stato di crisi dell’area industriale di Melfi, sede dell’ex stabilimento Fiat, e si rassegna alle perdite di lavoro, così come è dimostrato dai quasi 2.000 lavoratori licenziati con incentivo all’esodo. Un fenomeno quest’ultimo – iniziato con il Ministro Giorgetti, nel corso del governo Draghi – e che adesso continua con maggiore intensità con l’attuale Ministro Urso, senza che i responsabili governativi, ai diversi livelli, abbiano cercato di contrastare.
Ancora una volta, il governo Meloni mostra incapacità a gestire un’emergenza, in questo caso lavorativa, dovuta alla mancanza di soluzioni e strumenti idonei a favorire la transizione dalle auto con motore a combustione a quelle elettriche.
Conosciamo benissimo il fallimento europeo della Meloni sul tema, laddove si è dimostrata incapace di difendere la filiera dell’intera automotive italiana, che adesso rischia di perdere migliaia di posti di lavoro.
Una situazione inaccettabile che adesso potrebbe compromettere definitivamente il settore auto in Italia. Servono immediate soluzioni e l’introduzione di agevolazioni fiscali che favoriscano la riconversione industriale, come il credito d’imposta transizione 4.0, istituito nel corso del governo Conte II, e che la Meloni ha invece subito cancellato, senza prevedere i conseguenti effetti.
Il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, con lo stanziamento di soli 20 milioni, non è quindi la soluzione ma può costituire la rassegnazione alle perdite di lavoro e alla chiusura di imprese, che non potranno più essere sostituite. Una situazione che la Basilicata e il Sud Italia non possono permettersi anche perché per ogni lavoratore diretto licenziato allo stabilimento ex Fiat di Melfi ce ne saranno altri 4-5 dell’indotto che andranno a casa, con conseguente chiusure di imprese collegate.
Per questo ieri, il M5S all’incontro pubblico sul tema “Stellantis, rischi e prospettive”, tenutosi a Rionero in Volture, ha ribadito la necessità di difendere i posti di lavoro, di tutelare le imprese dell’indotto, finanziando processi innovativi con le risorse del Pnrr e introducendo agevolazioni fiscali che favoriscano investimenti nella transizione industriale. Importante è poi l’istituzione di un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per finanziare un piano di riconversione economica, sociale e culturale per l’intera Basilicata, capace di attrarre ulteriori investimenti pubblici e privati. Non possiamo perdere altro tempo e altri posti di lavoro, che difficilmente si potranno recuperare. Una situazione che la Basilicata, il Mezzogiorno e l’intero Paese non possono permettersi.
Il M5S, hanno concluso Turco e Lomuti, sarà vicino ai lavoratori e sarà pronto a sostenerli, così come sosterrà le imprese dell’indotto e del territorio nel processo di riconversione economica, sociale e culturale». Lo affermano in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, e l’On. Arnaldo Lomuti, Coordinatore regionale M5S