Giovedì 18 maggio 2023 dalle ore 9 alle ore 13 presso il Centro Oli di Viggiano è in programma lo stato di agitazione e sit in dei lavoratori della vigilanza impegnati nel settore della sicurezza a servizio del Centro Oli di Viggiano. Di seguito la nota inviata da Filcams Cgil.
“L’atteggiamento di Eni, in evidente contrasto con i principi contenuti nel suo Codice Etico che spiega la volontà della multinazionale del petrolio di contribuire alla promozione della qualità della vita e allo sviluppo socio-economico delle comunità in cui opera, conferma l’indifferenza nei confronti dei lavoratori impegnati nel settore della sicurezza a servizio del Centro Oli di Viggiano. A distanza di oltre un mese dalla nostra richiesta di incontro, l’Eni e Sicuritalia hanno semplicemente ignorato le istanze dei lavoratori e le problematiche dei tanti che quotidianamente, anche in condizioni difficili, sono addetti al controllo di uno dei maggiori siti produttivi lucani. Per questo proclamiamo lo stato di agitazione di tutti i lavoratori del settore sicurezza ed un sit- in davanti ai cancelli Eni di Viggiano il prossimo 18 maggio dalle ore 9 alle 13. I dipendenti di Sicuritalia non meritano di essere ignorati così come la multinazionale ha fatto fino ad oggi”.
Lo annuncia il segretario Filcams Cgil Potenza Michele Sannazzaro che spiega la necessità di garantire ai lavoratori di Sicuritalia un adeguamento della retribuzione “tra le più basse in relazione a quelle di altri impiegati dalla multinazionale e dalle imprese che operano nell’indotto Eni a Viggiano. Sicuritalia che ha risposto alla nostra richiesta di incontro nel corso dell’ultimo tavolo ci ha spiegato di non aver cambiato posizione rispetto alle nostre richieste visto che la disponibilità delle risorse da impiegare nel settore sono decise da Eni. La multinazionale, però, a quanto pare non è interessata a spendere un euro di più per chi garantisce la sicurezza e i controlli all’interno del sito produttivo dove la sicurezza, vista la particolare attività industriale, assume un ruolo di non poco conto”.
Per Sannazzaro “aumentare gli stipendi dei lavoratori del settore non può essere un’opzione da prendere o meno in considerazione ma deve essere un dovere. Avevamo chiesto oltre un mese fa anche di prevedere per gli addetti alla sicurezza buoni pasto, indennità varie, adeguamento delle postazioni e turnazioni eque per tutto il personale. L’Eni, però, non si è neanche preoccupata di invitarci per un confronto. Eppure la multinazionale è certamente a conoscenza dell’aumento del costo della vita che interessa anche i lavoratori di Sicuritalia. Per loro è sempre più difficile poter far fronte alle spese con gli attuali stipendi, senza considerare, poi, altre questioni che pure devono essere affrontate e che riguardano le condizioni di sicurezza. Se la Total, in passato, ha dato esempio di sensibilità provvedendo di sua tasca ad integrare gli stipendi dei lavoratori per i quali i sindacati avevano chiesto un adeguamento delle retribuzioni, Eni rimane sorda e muta dinanzi alle nostre richieste mentre la Regione Basilicata continua a non pretendere il meglio per chi lavora e viva nelle ricche aree di estrazione. Se fosse stato firmato un contratto di sito, ad oggi, non avremmo avuto disparità di salario all’interno del Centro Oli ma questo la Regione Basilicata lo sa bene, così come dovrebbe saper bene il contenuto del protocollo d’intesa sottoscritto con Eni e parti sociali. Sarebbe necessario -ha concluso- dare concretezza alle promesse ed agli impegni che la Regione Basilicata ha preso con i lucani cominciando dal dimostrare polso rispetto a situazione, come nel caso dei lavoratori di Sicuritalia, in cui vengono calpestati diritti”.