“L’approvazione dell’emendamento alla Legge di bilancio proposto dall’Unità di Crisi Sanitaria è l’unica possibilità, immediatamente attuabile e a costo zero, in grado di impattare concretamente e positivamente sulle liste di attesa in sanità e sul futuro di un intero comparto, ripristinando una situazione di legalità e trasparenza di cui, ad oggi, sembra si sia persa traccia”. E’ quanto sostiene una nota urgente inviata dalla presidente ASPAT Basilicata Antonia Losacco alle Commissioni permanenti del Consiglio Regionale spiegando perché è importante approvare l’emendamento dell’Unità di Crisi.
La proposta di emendamento dell’Unità di Crisi – si legge nella nota – è finalizzata a superare anni di criticità derivanti da una situazione divenuta oramai paradossale, connotata da plurimi annullamenti, in sede giurisdizionale, dei tetti di spesa assegnati dalla Giunta Regionale. L’approvazione della proposta consentirebbe di assegnare tutte le risorse disponibili (quelle attualmente utilizzate sono largamente insufficienti) in favore di tutti quegli operatori che, con impegno quotidiano, soddisfano le esigenze degli utenti del Servizio Sanitario Regionale e che, da circa un decennio vivono una assurda e costante incertezza imprenditoriale derivante dalla illegittimità dei provvedimenti regionali e dalla incapacità dell’Amministrazione di ovviare alle patologie provenienti dalle illegittimità indicate. Si tratta – evidenzia Losacco – di una proposta di buon senso tesa a garantire i diritti di tutti con trasparenza e razionalità con l’obiettivo di uscire da una situazione di crisi che colpisce non solo le strutture accreditate e i loro lavoratori, ma anche e soprattutto i cittadini. Una proposta che si basa innanzitutto sulla necessità di destinare le risorse su un elemento che è fondamentale e che dovrebbe essere ovvio: garantire le prestazioni che servono ai pazienti e che il SSR ha difficoltà ad assicurare. Inoltre bisogna utilizzare tutte le risorse disponibili.
L’associazione torna sulla questione delle risorse economiche “reclamate” dalla società Cliniche Basilicata per fare chiarezza su alcuni punti. È singolare, infatti, che, in assenza di alcuna Struttura operante in una determinata attività, non si possano allocare risorse che risulterebbero immotivatamente inutilizzate, com’è altrettanto singolare che anche le ultime Deliberazioni di Giunta relative all’assegnazione dei tetti di spesa (ad esempio, la DGR n. 482/2022 e la DGR 189/2023) assegnino fondi in favore delle strutture di specialistica ambulatoriale non utilizzando tutte quelle nel limite del cd. Decreto “Balduzzi”, risorse che in passato erano assegnate ad un operatore economico esercente nell’ospedalità privata (la Clinica Luccioni S.r.l.) ormai inattivo e che peraltro, è stato recentemente sottoposto alla procedura di liquidazione giudiziaria. Inoltre, dall’emendamento risulta evidente che una razionale distribuzione delle risorse debba essere realizzata in favore delle attività tutte effettivamente in esercizio per conto del SSR, ragion per cui anche l’ospedalità potrà essere legittimamente destinataria delle previsioni regionali soltanto nel momento in cui si registrerà la presenza di Strutture autorizzate, accreditate e contrattualizzate nella stessa attività.
Per questo sembrano oltremodo fuoriluogo ed immotivate – a parere di ASPAT Basilicata – le rimostranze della “Cliniche della Basilicata S.r.l”, che nei giorni scorsi aveva reclamato per sé dei fondi, pur non essendo in attività e non avendo nemmeno concluso il necessario iter tecnico-amministrativo-burocratico. Aspat B. evidenzia che la mera sussistenza di una verifica di compatibilità è inidonea a fondare qualsivoglia diritto/pretesa inerente alle determinazioni assunte dagli organi regionali in materia di tetti di spesa (è noto, infatti, che gli step che consentono ad un operatore di risultare potenzialmente assegnatario di risorse regionali sono i seguenti: verifica di compatibilità, autorizzazione all’esercizio, accreditamento e infine, Accordo Contrattuale).Si tratterebbe, quindi, di un primo fondamentale (ma non certamente risolutivo) passo verso la soluzione dei problemi che affliggono il SSR della Regione Basilicata, cui dovrebbe immediatamente seguire l’adozione di provvedimenti di natura sistemica e sistematica, da emanarsi, naturalmente, previo confronto con tutte le principali Associazioni di categoria.
L’ASPAT Basilicata si augura, pertanto, che il Consiglio Regionale approvi la proposta e si renda parte attiva, anche per il tramite della competente Commissione permanente, di un deciso cambio di rotta della politica sanitaria regionale.deciso cambio di rotta della politica sanitaria regionale.”