Antonio Santangelo, segretario regionale della FIMMG Basilicata (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), ha inviato una nota a commento del rapporto dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (AGENAS) pubblicato il 4 maggio scorso circa la situazione della medicina di famiglia nelle regioni italiane. Nei prossimi tre anni circa 50.000 lucani (il 10% dei residenti) potrebbero rimanere senza un medico di famiglia.
Il recente documento dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) su “Rapporto sui medici di medici di medicina generale (MMG)” lancia l’ennesimo allarme sulla situazione della medicina generale in Italia e quindi anche in Basilicata.
Mentre nel 2019 erano in servizio 475 medici di famiglia, nel 2021 il loro numero è sceso a 435, dato che si prevede ulteriormente in calo considerato il numero consistente di medici che sono andati in pensione nel 2022 e di quelli che vi andranno nel corso del 2023.
Già nel 2022 vi sono state in regione una decina di carenze, cioè di comunità piccole e grandi non coperte da nuovi ingressi di giovani medici.
Per l’anno in corso si prevedono ben 96 zone carenti, una previsione facile da ipotizzare se si considera che l’82% dei medici di medicina generale in servizio ha un’anzianità di laura maggiore di 27 anni (357 v/s 435).
Dal documento di Agenas si evince che da qui al 2025 ci saranno 148 MMG su 435 che lasceranno la professione mentre in entrata vi saranno solo 112 nuovi MMG, con un saldo negativo di 36 unità. Tutto questo in via teorica perché i 112 nuovi medici in ingresso sono medici che frequentano i Corsi di Formazione Specifica in Medicina Generale, organizzati e tenuti dall’Ordine dei Medici della Provincia di Potenza, ma provengono in parte da altre regioni e non è detto che decidano di rimanere in Basilicata dopo l’acquisizione del titolo al termine del corso.
A tutto ciò si aggiunge il cronico ritardo da parte delle regioni, non più tollerabile, nella pubblicazione del bando per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale per il triennio 2023/2026 che doveva avvenire entro il 28 febbraio 2023.
Di questo passo altro che riorganizzazione della sanità territoriale con i progetti del PNRR, altro che Case della Comunità e Ospedali di Comunità!
Di questo passo assisteremo alla desertificazione della medicina generale con migliaia di cittadini privi del proprio medico di famiglia (circa 50.000 cittadini secondo calcoli approssimativi).
Non ci resta che lanciare l’ennesimo appello alla politica perché non si dica di non essere stati avvisati.