Giornata nazionale dell’Infermiere, lettera aperta agli infermieri di Angelo Coppola (Uil Fpl). Di seguito la nota integrale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) afferma che una forza lavoro infermieristica forte rappresenta la chiave per raggiungere, nei prossimi anni, una copertura sanitaria universale e stima che il mondo avrà bisogno di altri 9 milioni di infermieri e ostetriche entro il 2030.La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) stima che in Italia tale carenza ammonti a circa 50mila infermieri.
“Tre anni di pandemia hanno avuto ripercussioni enormi sul lavoro e sulla salute mentale degli operatori sanitari e assistenziali a livello globale” è quanto affermato dal Direttore Generale dell’OMS in occasione della Giornata Mondiale della Salute celebrata il 7 aprile 2023. La categoria infermieristica, infatti, insieme agli altri operatori sanitari, tutti in qualche modo “vittime” della pandemia, si è vista costretta a riorganizzare l’assetto assistenziale in tempi rapidi e con grande professionalità, preparazione e spirito di squadra, con l’obiettivo di affrontare le numerose sfide che la pandemia da Covid-19 ha posto al sistema sanitario.
Va sottolineato,però, che oltre al segno delle mascherine sui volti, la stanchezza e i segni della dura prova fisica e psicologica ancora vivi, resta indelebile il mancato o lo scarso riconoscimento della valorizzazione della figura infermieristica.
L’infermiere è un operatore sanitario che si occupa del paziente durante il processo di cura, mantenimento e recupero dello stato di salute e cerca di costruire con esso una relazione di fiducia. Nel corso degli anni la figura dell’infermiere è andata acquisendo sempre maggiore autonomia nello svolgimento del proprio ruolo, di pari passo con l’evoluzione del percorso accademico, che si è sempre più perfezionato ed ampliato, prevedendo attualmente la laurea triennale, magistrale ed il dottorato di ricerca.
Negli ultimi anni, però, si sta registrando una preoccupante riduzione dei candidati ai test d’ingresso per i corsi di laurea in scienze infermieristiche: questo è un elemento che lascia intendere un’altrettanto preoccupante disaffezione per un lavoro di cui, probabilmente, si percepiscono solo le grandi responsabilità, i sacrifici e i disagi che tale professione comporta.
Detto questo, quindi, bisognerebbe passare dalle parole ai fatti cercando di dare la giusta dignità e un equo riconoscimento alla professione che ha dimostrato, proprio durante i difficili anni della pandemia, di essere il motore e la spina dorsale del moderno Sistema Sanitario. Bisognerebbe guardare alle potenzialità della professione e alle prospettive future. Non dobbiamo dimenticare che da parte delle Istituzioni c’è stata la volontà di premiare il miglioramento delle competenze e la crescita professionale. Purtroppo, però, attualmente non esiste ancora un riconoscimento a livello nazionale, e se escludiamo gli incentivi a carattere aziendale o locale, non è premiante nel rispetto della professionalità acquisita.
La FNOPI, insieme alle Organizzazioni Sindacali, dovrebbe sensibilizzare le Istituzioni con l’obiettivo di creare una nuova sanità in un quadro politico in grado di riconoscere percorsi di valorizzazione della professione infermieristica, con un adeguato riconoscimento economico, un sistema realmente meritocratico e nuovi percorsi accademici e formativi. Si dovrebbe dare il via al necessario cambiamento culturale nei confronti della professione infermieristica, che consentirebbe di agire in termini di valorizzazione e incentivazione della professione.
Con queste prospettive, l’Ordine Provinciale delle Professioni Infermieristiche (OPI)diventi sempre più il punto di riferimento per gli infermieri tutti, favorendo la crescita culturale degli iscritti, garantendo l’informazione e offrendo servizi di supporto. Questa è la sfida da far comprendere alle nuove generazioni: coscienza,impegno,passione e organizzazione professionale sono le peculiarità e le potenzialità di questa straordinaria professione.
Il 12 maggio, quindi,non resti solo l’occasione per parlare della professione infermieristica ma diventi l’occasione in cui tutti coloro che nella vita, almeno una volta hanno avuto a che fare con un infermiere, possano ringraziare per la dedizione, la passione e la professionalità con cui quotidianamente svolgono il proprio lavoro.