Il capitolo accreditamento dei privati per il settore sociosanitario e assistenziale rischia di diventare l’ennesimo pasticcio di una giunta regionale autoreferenziale, poco incline al confronto e sicuramente tardiva nel recepimento delle norme. È da tempo che denunciamo lo stato di totale abbandono e decadimento delle politiche di welfare e di assistenza in Basilicata e sollecitiamo il governo regionale ad adottare una legge sull’accreditamento delle strutture socio sanitarie e socio assistenziali. Peraltro il dl Concorrenza e il decreto ministeriale del 19 dicembre 2022 impongono alle Regioni di adeguarsi entro 9 mesi ad un sistema di valutazione dell’accreditamento delle strutture pubbliche e private convenzionate con il sistema sanitario regionale.
Dove tuttavia già si registra un notevole ritardo, è sul fronte dell’assistenza domiciliare. L’art. 1, comma 406, lett. a), della l. n. 178/2020 (che ha modificato gli artt. 8-ter, 8-quater e 8-quinquies del d.lgs. n. 502/1992), inseriva proprio le cure domiciliari tra le attività sanitarie soggette al regime di autorizzazione ed accreditamento. La successiva intesa Stato – Regioni del 4 agosto 2021 – adottata ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131 – individuava come termine ultimo per l’adeguamento a precisi requisiti strutturali e organizzativi per i soggetti che erogano le cure domiciliari previsti dalla norma, 12 mesi dalla data di sottoscrizione della stessa, ovvero deadline 4 agosto 2022.
A distanza di 9 mesi, la Regione Basilicata è tra le poche ad aver solo recepito formalmente l’intesa, senza alcun provvedimento conseguente e necessario. Un ritardo che rischia di avere ricadute pesantissime sui lavoratori e sull’erogazione di un servizio delicato ed essenziale che garantisce cure socio-sanitarie umanizzate al paziente che non è costretto ad abbandonare il proprio ambiente sollevando l’ospedale dal ricovero quando l’assistenza può essere gestita, senza ripercussioni sulla qualità delle cure, direttamente presso il domicilio. L’accreditamento, tra l’altro, costituisce un presupposto essenziale per non perdere le risorse messe a disposizione delle Regioni con decreto del ministero della Salute del 23 gennaio 2023. 44 i milioni di euro stanziati per la nostra regione con l’obiettivo di portare l’assistenza domiciliare, oggi ferma per la Basilicata al 3,94%, al 10% degli over 65 .
Pur di fronte a questa nuova è importantissima sfida, ad oggi non vi è stato nessun confronto sui criteri di accreditamento con i sindacati, nessuna garanzia su personale e di fronte a questi ingiustificabili ritardi la Fp Cgil sarà al fianco dei lavoratori attualmente impegnati nell’Adi, che supporteremo scendendo in presidio di fronte alla Regione Basilicata il 16 e il 17 maggio.