Monica Molella annuncia la pubblicazione del suo ultimo romanzo “Vlad Tepes”, Sàga edizioni.
La narrazione è ambientata in Basilicata, precisamente ad Acerenza e Muro Lucano. Di seguito i particolari sul romanzo.
Da lettrice mi sono domandata: chi sono le tre vampire che con Lui dimorano in Castel Dracula?
Dopo molti studi una teoria affascinante ha rapito la mia mente.
Una figlia illegittima salvata e trasferita a Napoli: Maria Balšić o Blasa e data in sposa al Conte Ferrillo.
La stirpe di Dracula non era perduta.
Il libro sarà in anteprima al Salone del libro di Torino, presso lo stand della casa editrice.
In Uscita il 24 maggio, in tutti gli store on line.
Prefazione
Nel 1477, Vlad III di Valacchia abbandona la storia ufficiale.
Non se ne conosce né la data di morte, né la causa, né tantomeno il luogo di sepoltura. Tutto questo contribuirà alla creazione di varie leggende e ipotesi, sicuramente la più suggestiva nascerà nel 1897, dalla penna di Bram Stoker che fa di lui il Vampiro per eccellenza: Dracula!
Recentemente il Principe di Valacchia è tornato a far parlare di sé: studiosi dell’Università di Tallinn sostengono infatti che egli sia sepolto a Napoli, nella tomba dei nobili Ferrillo, nella chiesa di Santa Maria La Nova.
Ma quale legame potrebbe mai averlo condotto in questa città?
Nel 1479 giunge a Napoli una bambina, che subito il popolo soprannominerà “La giovane Principessa slava”, il suo nome è Maria Blasa. Probabile, secondo gli studiosi, figlia illegittima di Vlad.
La bambina verrà adottata dal re Ferdinando D’Aragona e promessa sposa a suo nipote: Giacomo Alfonso Ferrillo.
Non resta che stabilire il legame tra Vlad III di Valacchia e Ferdinando D’Aragona: l’Ordine del Dragone, lega militare nata per respingere e contenere l’Impero Ottomano. Ferdinando D’Aragona offre quindi “asilo politico” alla successione del suo alleato, quando il regno di questo si trova ormai in pericolo di invasione turca.
Una misteriosa Cripta, edificata all’interno della Cattedrale di Acerenza, che i coniugi Ferrillo faranno restaurare nel 1520, rafforza ulteriormente la tesi di Maria Blasa come figlia del sanguinario Voivoda.
Vari elementi raffigurati al suo interno conducono alla figura del Principe di Valacchia, come l’affresco dedicato a Sant’Andrea, patrono della Romania, e un misterioso copricapo tempestato di perle, simile a quello che appare nei famosi quadri che lo ritraggono. Per non parlare di un drago raffigurato con le narici arricciate.
In fondo, gli stessi Ferrillo erano Cavalieri dell’Ordine del Dragone e non è da escludere che questi abbiano pagato un riscatto ai Turchi per riavere vivo il Voivoda e che lo abbiano ospitato in gran segreto presso le loro residenze.
Proprio nella tomba del padre del Conte Giacomo Alfonso Ferrillo, a Napoli, gli studiosi cercano il luogo di sepoltura di Vlad Tepes. Anche qui sono molti i simboli che riportano al Voivoda e da queste suggestioni nasce questo mio romanzo, un prequel del celebre Dracula che, come lettrice, ho divorato più e più volte.
Genere: romanzo gotico, epistolare
Collana: Tartaros , Sàga Edizioni
Prezzo ebook: 1,99 €
Prezzo cartaceo : 12,90 €
Pagine 181
Quarta di copertina.
Dal calderone del mito nasce un’inedita versione del principe delle tenebre. Lui, Vlad, il mostro che ha funestato le notti dei cittadini probi e timorati di Dio, torna in una rivisitazione dell’archetipo che non potrà non sedurvi.
Monica Molella conferma ancora una volta il suo tocco oscuro e al tempo stesso poetico, regalandoci un libro che difficilmente potrà essere dimenticato.
Avete il coraggio di guardare negli occhi l’ignoto?
Avrete l’ardire di lasciarvi cullare nell’abbraccio mortale di Vlad?
Occhi come ardenti tizzoni vi scruteranno fino in fondo all’anima, carpendo i segreti più tetri, quelli che custodite gelosamente nel cuore.
INCIPIT
Capitolo 1
Missiva da Anne Marie Dràgaica Balaur de Maramures
a Elizabeta Dumitrescu
28 novembre 1518
Castello Craiovesti
Cara madre,
una insolita catena di eventi, che non oso definire fortuita, soggioga la mia realtà, privandomi di ogni legittima volontà. Mi trovo costretta ad abbandonare il mio nativo paese, volgendo i miei servizi di istitutrice presso una nobile famiglia che, tramite missiva, mi offre tale incarico. Vi riporto qui gli eventi.
In data 25 novembre la mia Signora, la Principessa Milica Desperina Brankovic consorte del Principe di Valacchia Basarab V Neagoe della dinastia dei Craiovesti, volle ricevermi nelle sue stanze.
Tremavo, percorrendo il corridoio dell’ala est del Castello che da Ella mi conduceva: solo un’altra volta ero stata convocata alla Sua presenza unicamente per esser rimbrottata sul mio operato di educatrice. Entrai a occhi bassi, inchinandomi rispettosamente alla Sua presenza. Il caldo che pervadeva la stanza mi fu di aiuto e allentò la mia irrequietezza. Venni accolta con la solita freddezza, ma non mi sfuggì il nuovo tratto che accompagnava tale consueta espressione: sospetto!
La missiva a me inviata, da una lontana terra, era stata adagiata sul tavolino, ovviamente aperta. La Principessa l’ha indicata dicendo un «Per Voi» con un volto che ricalcava il più feroce disprezzo.
«Mi auguro avrete la decenza, nel caso accetterete tale incarico, di concedermi il tempo di trovare una nuova istitutrice per la mia diletta Giovanna!»
Non avendo io potuto leggere ancora la missiva, non comprendevo il suo biasimo nei miei confronti, ma mi affrettai a dire che mai avrei lasciato la mia adorata allieva. «Bene, affrettatevi allora a declinare tale invito, sarà mia premura trasmetterlo per vostro conto» si limitò a dire, liquidandomi con un gesto della mano. Presi la missiva e non potei non notare il sorriso di vittoria che segnava il suo duro volto.
Tornata nella mia stanza ebbi modo di visionare la missiva. Rimasi incantata nel vedere il blasone riportato sulla raffinata pergamena. Provo qui a descriverlo. Il drago, rappresentato con forti fauci spalancate, dotate di generosi denti aguzzi, narici dilatate e ali spiegate rende lo stemma aggressivo e potente. Questo sovrasta un elmo da guerra e quel che mi par essere uno scudo fregiato da tre stelle. Valicata la curiosità del leggere la missiva, un legittimo quesito sconvolse la mia mente: come poteva questa lontana casata conoscere la mia persona?
Non mi fu concesso, per i molti impegni che sopraggiunsero, di rispondere prontamente e rifiutare l’incarico. Questo fu per me una fortuna, dati gli eventi inaspettati che seguirono. Nel corso delle tenebre, Giovanna si ammalò gravemente. Rinvenuta nel suo letto dalla levatrice, al mattino seguente, appariva bianca e debole.
Il consulto medico, che lesto si adoperò per comprendere tale morbo, rimase irrisolto. Quale oscura causa avesse determinato il dissanguamento del corpo, che appariva privo di ferite, non venne compreso.
L’afflizione della poveretta durò poco: il giorno dopo, il 27 novembre, Giovanna morì. Venne immediatamente sepolta e con lei le mie speranze di restare ospite in tale castello.
Devo ora terminare di preparare i miei bagagli, continuerò in viaggio il resoconto, la carrozza che mi condurrà sino all’imbarcazione è stata fissata per l’alba di domani mattina.
Per sempre vostra,
Anne Marie Dràgaica Balaur de Maramures
Biografia
Monica Molella, nasce a Roma nel 1976.
Sin da bambina accanita lettrice, dopo aver letto “Un Uomo” della Fallaci, a quindici anni, inizia a sognare di diventare anche lei una scrittrice.
Dopo il diploma artistico lascia gli studi canonici ma non smette mai di dedicarsi allo studio della storia. La caccia alle streghe una vera ossessione.
Scrive il suo primo libro “Margot, la strega”, proprio per denunciare un olocausto poco discusso e conosciuto. Seguiranno “Fregiate virtù ed inconfessati vizi” ,”Aquila, le vette dello Spirito” e ” Vlad Tepes”.
Affascinata sempre dal filone storico lavora su due nuovi romanzi, argomenti? Le streghe di Salem e Jack lo Squartatore.
Da sempre scrive libri che lei stessa amerebbe legge