Ferrone (consigliere Provincia Potenza, Articolo Uno-PD): è tempo di sciopero generale e di più forti azioni di mobilitazione regionale. Di seguito la nota integrale
“Anche i lavoratori lucani con i sindacati confederali sono stati protagonisti della manifestazione di Napoli per una nuova stagione del lavoro e dei diritti. Adesso la mobilitazione ha bisogno di un’ulteriore intensificazione attraverso uno sciopero generale per chiedere al governo Meloni un cambiamento radicale delle politiche economiche, sociali e occupazionali, specialmente al Sud e di più forti azioni di mobilitazione regionale per chiedere alla Giunta Bardi di affrontare le emergenze sociali”. Ad affermarlo è Carmine Ferrone (Art. 1-Pd), consigliere alla Provincia di Potenza, per il quale “questa nuova stagione di protesta sociale punta ad ottenere concreti risultati in materia di tutela dei redditi, riforma del fisco, occupazione, sicurezza sul lavoro, riforma del sistema previdenziale, politiche industriali e di investimento per un nuovo modello di sviluppo, e soprattutto piena occupazione al Mezzogiorno. Ma anche la Giunta Regionale – aggiunge – è chiamata in causa perché non può più rinviare le questioni più urgenti a partire dalle risposte da dare ai lavoratori Rmi ed ex Tsi, agli operai forestali, agli agricoltori ai quali non basta certo sapere di avere finalmente un assessore alle Politiche Agricole dopo 8 mesi di “vacanza”. La tragedia dell’Emilia non è così distante dai nostri territori – sottolinea Ferrone – che soffrono la stessa emergenza della fragilità del suolo che ha provocato negli anni anche da noi morti e disastri. Per questo il Piano nazionale e il Piano regionale di difesa del suolo non possono più attendere. Inoltre, a Napoli i sindacati hanno ribadito tutto l’impegno di unire il Paese, opponendosi alla manovra del centrodestra di dividerlo. L’autonomia differenziata è la strada sbagliata, c’è bisogno che si fermino, che tornino indietro. C’è bisogno di fare sistema in questo Paese, a partire dalla sanità pubblica, che in Basilicata continua a rappresentare un diritto negato”.