Failp Cisal e Confsal Comunicazioni in una nota denunciano il comportamento definito dispotico da parte della filiale di Matera di Poste Italiane. Di seguito la nota integrale.
Siamo alle solite, mentre la nostra Azienda si attrezza da anni e con i suoi manager pro tempore per ridare alla Stessa, un’immagine di grande azienda e non solo di azienda grande, mentre rinnova il proprio sistema valoriale basato su più pilastri:
Integrità e trasparenza.
Valorizzazione delle persone.
Diversità e inclusione.
Valore al territorio
il territorio della nostra Basilicata, chissà per quale ragione legato al suo retaggio di regione asservita a poteri altri, misteriosi e velati, diventa terra di conquista di dirigenti o presunti tali, anziché essere o divenire espressione di intelligenza autoctona, si vede esautorata reiteratamente, poiché messa nelle mani di uomini o donne, catapultati da altre realtà, senza conoscenza approfondita del territorio. Vi è più che esautorano defenestrando quelle poche persone DOC materane o potentine, pur avendo titoli culturali, professionali e di alta istruzione, umiliandole per anni senza dar ad esse la giusta collocazione aziendale. Ma se tutto questo non bastasse, queste nuove leve dirigenziali di regioni limitrofe con annesso papa straniero, tendono ad ignorare e cancellare con un solo colpo – di stampo dispotico e dittatoriale -, tutti quei valori innanzi evidenziati a grandi lettere.
Ecco: trasferimenti di personale RSU, senza rispetto delle più basilari norme e consuetudini che prevedono accordi e nulla osta dei sindacati di categoria;
ecco: trasferimenti di direttori, specialisti, corneristi, etc. che, vengono doppiamente umiliati nella dignità della persona e nella loro professionalità adducendo che, per il loro stato di salute ovvero culturale o professionale da anni riconosciuto, non risulta più idoneo il suo ruolo in quell’UP, per cui via! trasferito d’ufficio, come nel precedente caso citato;
il tutto: senza un adeguato preavviso sancito dal contratto, senza chiarire le vere motivazioni, come le norme giuslavoriste e civilistiche prevedono.
Ci sorge allora spontaneo un sospetto: che tutto ciò abbia come unica motivazione quella di garantire in maniera clientelare, quelle giovani creature che, pur di far carriera facile, cancellano ogni rispetto valoriale come i loro epigoni e soloni pseudo dirigenti insegnano?! Come per la serie: togliti tu, che mi ci metto io!
Ma ora basta! Il vaso è colmo, non possiamo né vogliamo più tollerare questa schizofrenia dirigenziale tutta locale che, chiamata al rispetto di quegli stessi valori aziendali, invece che difenderli, tutelarli, trasmetterli ed incarnarli coerentemente, fa del proprio ruolo istituzionale, un uso improprio, dispotico, dittatoriale, profondamente iniquo ed illiberale e indegno della stessa Azienda datrice.
Auspichiamo, per l’imprescindibile riflessione comune, che la venuta del RAT e dei vertici aziendali il prossimo 23 cm, non sia preparata con un imbellettamento occasionale, tale da nascondere la polvere e la muffa sotto il tappeto per nascondere la realtà dei fatti. No, Signori, No! Non ve lo consentiremo per quella dignità che ci contraddistingue da lucani, semplici, modesti, ma assetati di Giustizia e Verità.