“Siamo qui quest’oggi a riflettere su un tema tanto delicato quanto cruciale, vale a dire il ruolo delle Istituzioni nella creazione di un’autentica cultura della legalità. Lo faccio a ridosso dell’anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, in memoria di tutte le vittime di mafia, con lo scopo di voler rafforzare l’impegno della massima Assise regionale in un’ottica di condivisione di obiettivi e di pianificazione di percorsi comuni con tutte le Istituzioni e i rappresentanti del terzo settore operanti nella nostra regione”. Così il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, nell’introdurre i lavori dell’incontro “Istituzioni e cultura della Legalità”, tenutosi oggi, presso l’Aula consiliare “Raffaele Di Nardo”,alla presenza del Procuratore della Repubblica del Tribunale di Potenza, Francesco Curcio, del presidente della Regione, Vito Bardi, della referente Libera Basilicata, Marianna Tamburrino e del rappresentante dell’Istituto Scolastico “Giustino Fortunato”di Rionero, Istituto vincitore del concorso Lex Go 2023, Lorenzo Nardozza.
Dopo aver ringraziato il Procuratore della Repubblica, le Associazioni che sulterritorio sono impegnate nella diffusione e promozione della cultura della legalità, i componenti dell’Osservatorio regionale sulla legalità e sulla criminalità organizzata di stampo mafioso e i componenti dell’Osservatorio regionale per la valorizzazione ed il riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, presenti in veste di uditori, Cicala ha salutato gli studenti dell’Istituto Scolastico “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture, Istituto vincitore del concorso Lex Go 2023.
“La vostra presenza – ha sottolineato – va nel solco di quel percorso di Cittadinanza Attiva che vede protagonista il Consiglio insieme all’Ufficio Scolastico regionale. Sono sempre più convinto che il fenomeno della criminalità organizzata possa essere vinto proprio a partire da voi giovani che siete la nostra eredità più importante. In questo contesto diventa fondamentale il ruolo dell’istruzione, nella consapevolezza che o si riparte dalla scuola o non è possibile costruire una comunità aperta al futuro. Solo attraverso voi giovani, infatti, è possibile diffondere il seme della legalità e della giustizia, quel seme che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme a tutte le vittime di mafia, hanno lasciato in eredità, arrivando a sacrificare il bene supremo, la propria vita”.
“Questa- ha affermato il Presidente del Consiglio regionale – è una legislatura che tanto si è spesa per contribuire a creare una nuova cultura della legalità. Sono stati diversi, infatti, gli atti licenziati con questo obiettivo (uno su tutti, la mozione per l’Istituzione della Direzione Investigativa Antimafia che, finalmente, anche nella nostra regione è diventata realtà) e importanti i progetti attuati attraverso il Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul Contrasto della Criminalità Organizzata e la Promozione della Legalità, che mi onoro di presiedere. Tra i tanti obiettivi raggiunti l’approvazione di uno schema comune di proposta di legge regionale per l’introduzione di un osservatorio in ogni regione atto a monitorare la presenza della criminalità organizzata e promuovere iniziative di contrasto preventivo alle illegalità. Come ben sapete, la situazione emergenziale di questi anni ha reso il tessuto sociale più fragile e indifeso rispetto ai fenomeni malavitosi. Ecco perché come Istituzioni abbiamo, oggi più che mai, il dovere e l’obbligo di tenere alta la guardia rispetto ad un fenomeno che utilizza la crisi economica come humus per il malaffare”.
Cicala ha infine fatto riferimento al ruolo della comunicazione. “Ritengo che una buona comunicazione sia un elemento imprescindibile nella lotta alla criminalità organizzata, anzitutto per fare cultura: la lotta alla criminalità passa attraverso un grande progetto educativo-culturale che consenta di allargare l’orizzonte di riferimento dalla lotta alla mafia alla promozione della legalità. Giovanni Falcone, di cui oggi onoriamo la memoria, sosteneva che: ‘La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni’. In tal senso, il lavoro è stato da sempre condotto attraverso un dialogo costante con le istituzioni e con gli operatori del settore. Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con la Direzione Nazionale Antimafia, il Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei Beni Confiscati, con l’Anci nazionale, con la Commissione Parlamentare di Inchiesta sul fenomeno delle mafie e con i Procuratori Nazionali Antimafia che si sono susseguiti in questi anni. Su queste tematiche intendiamo ancora di più intensificare il confronto con le Istituzioni statali. L’auspicio è che il rapporto di collaborazione, di condivisione e di dialogo tra i vari livelli istituzionali sia ulteriormente potenziato, in un’ottica di maggiore efficacia delle azioni di volta in volta messe in campo”.
“È necessario operare sempre nel rispetto delle leggi e battersi per l’affermazione della cultura della legalità quale principio guida per tutti i rappresentanti delle istituzioni e per tutti i cittadini. Il nostro, è bene ricordarlo, è uno Stato di diritto, in cui le leggi del Parlamento regolamentano tutti i poteri dello Stato, dall’esecutivo al giudiziario, e nessuno può operare in contrasto con le loro disposizioni”. Così il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi che ha aggiunto: “Il nostro unico faro è e rimarrà la Costituzione italiana, perché parla di libertà, di democrazia, di responsabilità, di solidarietà e di rispetto. Dunque, parla di legalità, quella nave che ci conduce sempre in un porto sicuro. E la legalità è gemella della trasparenza e da sempre abbiamo cercato di rendere la Regione una casa di vetro, proprio per dare ai lucani tutti gli strumenti per conoscere e quindi giudicare i propri rappresentanti. Si tratta di un dovere civico e morale, che vincola tutti noi e che costituisce un esempio soprattutto per le giovani generazioni. A loro ricordo che è l’istruzione, la formazione, la cultura, la vera e unica arma contro ogni forma di violenza. Diceva il magistrato Antonino Caponnetto – il padre del pool antimafia di Palermo e il ‘capo’ di Falcone e Borsellino – che la mafia ‘teme la scuola più della Giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa’”.
“Essere qui oggi è importante, perchè ci ricorda che la memoria va coltivata ogni giorno. Fondamentale è essere nel luogo dove agisce la classe politica che il Paese ha chiamato a governare. Ed è importante anche perché siamo in un Paese, in una regione che,molto spesso, decide di non ricordare. E’ altrettanto importante sottolineare che dove non c’è memoria non c’è futuro, ricordando sempre e ovunque che memoria è consapevolezza”. Lo ha evidenziato la referente Libera Basilicata,Marianna Tamburrino rivolgendosi alla platea. “Cosa nostra ha avuto sempre rapporti con il potere politico, istituzionale e finanziario. Avere la consapevolezza di sapere cosa c’è dietro le stragi – ha proseguito Tamburrino -diviene indispensabile per combattere la criminalità e condurre una lotta di libertà e democrazia soprattutto per chi non ha voce. Non basta commuoversi, bisogna muoversi. Oggi vige la strategia del silenzio e, quindi, le componenti dello Stato devono dare il meglio per non isolare gli uomini dello stesso Stato. La strage di Capaci non fu solo vendetta per il maxi processo, la strage di Capaci significava uccidere chi, grazie al ministro Martelli, aveva portato la lotta alla mafia nell’ambito della politica. Fu scoperta eccezionale l’individuare l’esistenza del ‘malo Stato’ e della ‘mala politica’. La Magistratura dal 1969, è doveroso ricordarlo, ha perso 29 magistrati. Il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, diceva che sono i magistrati i veri capisaldi della lotta alla mafia. Il Procuratore Curcio e la sua squadra, qui in Basilicata, permettono di dire che la nostra regione non è una terra felice, ha anch’essa i suoi morti ammazzati. Quel 23 maggio da 30 anni per noi significa l’inizio di una nuova era. Quel 23 maggio ha continuato il suo viaggio, gli angeli di Giovanni Falcone accompagnano il procuratore lì dove deve stare. Monza 500 era la sigla di quel giorno tragico che accompagnava il giudice Falcone ed io rivolgendomi al Procuratore Curcio, dico: ‘Benvenuto Monza 500, grazie per quello che ha fatto e per quello che farà nella lotta continua a tutte le mafie’”.
“Rivolgo un sentito ringraziamento per avermi permesso di intervenire a questa iniziativa e sento l’opportunità di dire chiaro e forte un dato che si dimentica: la mafia non è di destra, non è di sinistra e non è di centro. La mafia è un potere occulto e neanche tanto nascosto che cerca di governare le leve del potere”. E’ quanto ha sottolineato il ProcuratoredellaRepubblica del TribunalediPotenza, Francesco Curcio.“Per combattere il potere criminale ci vuole l’impegno di tutte le istituzioni, l’impegno complessivo di tutti i cittadini della Basilicata – ha proseguito Curcio -. Se si riesce a metabolizzare questo concetto le cose sono destinate a migliorare. Celebriamo con 24 ore di anticipo il sacrificio di Falcone, ricordando che la mafia è un fenomeno umano e come tale nasce e muore. Io, però, dal momento che ritengo i due termini molto lontani, parlo dell’evoluzione della mafia e dico che dobbiamo guardarci, sia dal pericolo storico permanente che essa costituisce, sia dalle nuove attuali sue evoluzioni. Nel dna della mafia vi è, oggi, questo dato: a differenza delle altre organizzazioni malavitose non mira semplicemente ad accumulare fortuna economica, ma quello che la distingue è la finalità prioritaria di governare, di gestire il potere e l’economia con l’intento di espropriare gli altri e acquisendo il controllo della vita civile e politica. Un attacco continuo, quello della mafia, ai diritti economici di impresa, la mafia è divenuta un vero e proprio player economico che può sbancare gli onesti con risorse finanziarie continue ed ingenti. Il suo interesse preminente è per la catena di appalti e sub appalti, di qui il tentativo spesso riuscito della mafia, di guidare la politica che governa, di controllare la catena di appalti e forniture pubbliche. La mafia si propone come serbatoio di consensi con l’omertà basata su una memoria storica di interi territori. La gente sa che opporsi significa perdere i risparmi e i sacrifici di una vita di lavoro. Le mafie sono ormai agenzie di servizi, il pensiero va alle droghe ed alle armi, ma anche al mercato delle fatture false. Fornire documentazione fraudolenta per frodare il fisco, riciclaggio del denaro, servizi per la gestione dei rifiuti, usura, sono tutte argomentazioni che sono entrate a far parte dell’azione della mafia. Un nuovo meccanismo con il quale la mafia cambia pelle e finanzia i suoi obiettivi fissi nel tempo e grazie alla collusione nella politica. Maggiore disprezzo si prova nel caso del cosiddetto concorso esterno in associazione mafiosa, molti sono i professionisti che scelgono la scorciatoia mafiosa per ottenere dei vantaggi economici e politici. Quattro sono le zone grigie: politica, finanza, economia, forze politiche. Al danno si aggiunge l’ipocrisia di stare al di fuori di rischi acquisendo tutti i vantaggi dei mafiosi. Attenzione, dunque, alle fasce professionali legate alle mafie. Repressione è la precondizione, ma non è sufficiente, fondamentale il ruolo della pubblica amministrazione con lo stabilire il principio delle regole improntato all’efficienza, efficienza strumento fondamentale di lotta alla mafia. Un fenomeno di cui tener conto è che sono pochi i bravi dirigenti e funzionari a fronte di professionisti della mafia specializzati che conoscono la normativa europea sui finanziamenti molto meglio e ottengono lo sviluppo di progetti intercettando finanziamenti dalle amministrazioni. Per quanto concerne la riforma del Codice degli appalti, occorre affermare che la discrezionalità ampia e totale è pericolosissima. Le amministrazioni possono però dotarsi di regole da rispettare. I beni confiscati sono un altro settore concreto per dare un colpo alla onnipotenza della mafia e riporre fiducia nella legalità. L’informazione è fondamentale ed essenziale per la lotta reale alla mafia che teme la scuola, ma teme ancor di più l’informazione. La chiave di volta – ha concluso il procuratore Curcio – resta la cultura, e la consapevolezza dei cittadini che considerano se stessi come tali e non come sudditi”.
Sono intervenuti, poi, i consiglieri Coviello, Leggieri, Sileo, Giorgetti, Bellettieri, Perrino, Aliandro, Quarto, Braia, Cifarelli e Polese.
Dopo gli interventi dei presidenti Cicala e Bardi, è stato proiettato il video realizzato dagli studenti dell’Istituto Scolastico “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture, Istituto vincitore del concorso Lex Go 2023, organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. A presentare il video, lo studente Lorenzo Nardozza della I F del Liceo Scientifico. “Il corto – ha spiegato Nardozza – è la storia della sofferta solitudine di un ‘bullo’ e del suo prorompente desiderio di comunicare. Nel racconto un semplice abbraccio può servire ad abbattere quel muro che il bullo ha costruito intorno a se svelandone il desiderio di affetto e comprensione. Il titolo ‘Fair Club’ è stato scelto per sottolineare la necessità di non soffermarci ad un giudizio frettoloso e stereotipato delle persone ma di sforzarsi a comprenderne insicurezze e incertezze. Siamo tutti coinvolti, direttamente o indirettamente in questo fenomeno, poiché quotidianamente ci può capitare di assistere a comportamenti che richiederebbero una nostra presa di posizione e che invece, troppo spesso, facciamo finta di non vedere”.
In apertura di seduta il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, ha invitato l’Aula ad osservare un minuto di silenzio per ricordare tutte e vittime di mafia. Un pensiero è andato anche alle persone che hanno perso la vita a causa dell’alluvione in Emilia Romagna.