Caro alloggi, intervento di Antonio Bochicchio, capogruppo del PSI al Consiglio comunale di Avigliano. Di seguito la nota integrale.
Alcuni giorni fa è rimbalzata agli onori della cronaca la protesta di molti studenti universitari di varie città italiane sul caro alloggi che da decenni esiste in Italia, ma che negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente arrivando a costi insostenibili per la famiglia italiana media, e arrivando spesso a vere e proprie speculazioni sulla difficoltà di trovare non un appartamento ma un semplice posto letto, affittato a peso d’oro.
Da qui un pullulare di tende piazzate dagli studenti davanti agli Atenei e anche di fronte alla sede del Ministero dell’Università e della Ricerca come mediatica protesta contro gli esosi affitti e per chiedere di avere a disposizione più residenze universitarie.
Non è mio compito di consigliere comunale della Città di Avigliano analizzare le cause e concause di questo fenomeno, andrebbe ben oltre le mie competenze di rappresentanza istituzionale, ma, al contempo da cittadino lucano ed esponente di partito, non posso esimermi dall’ affrontare il problema essendo Avigliano a ridosso di Potenza, sede dell’Università degli Studi della Basilicata.
Da noi non vi sono state particolari proteste, ma il problema esiste ugualmente. Inutile nasconderlo, il problema del caro fitto è sempre stato presente anche a Potenza. Ma, con atti amministrativi e scelte politiche, è possibile venire incontro se non addirittura incentivare gli studenti fuorisede a scegliere l’UNIBAS con delle politiche che abbattimento dei costi di soggiorno. Anche Avigliano può contribuire a questa politica di agevolazioni avendo un patrimonio edilizio pubblico inutilizzato da poter convertire a residenze universitarie. Mi spiego: il Governo Meloni, dopo il via libera della Commissione europea a non considerare aiuto di Stato i finanziamenti in questo settore, aveva autorizzato la presentazione di un emendamento governativo al ddl di conversione del Decreto PA (DL 44/2023) attualmente all’esame della Camera, finalizzato a rendere effettive le misure di incentivazione all’housing universitario. Dopo il confronto con le commissioni parlamentari competenti è emersa l’opportunità di convogliare i contenuti dell’emendamento 9.33 nel decreto-legge n. 51/2023 (il cosiddetto dl Enti-Fuortes), piuttosto che nel decreto-legge n. 44/2023 (dl Pa/Ministeri), per questioni di attinenza materiale». Una notizia data dal ministero dell’Università e della ricerca in una nota dove però si precisa che “Resta quindi assolutamente confermata la volontà del Governo di procedere con le risorse per l’housing universitario». In attesa di come evolverà la situazione normativa, però il Comune di Avigliano, può affrontare una discussione e una verifica sul proprio patrimonio immobiliare non utilizzato, il quale potrebbe essere destinato a residenze universitarie. Una idea che ha suggestioni dal passato quando fu chiuso il vecchio carcere minorile di Avigliano, lasciando vuota una struttura che in parte è stata trasformata in RSA, mentre il resto, oramai di proprietà comunale, è praticamente vuoto e inutilizzato. Già nei precedenti decenni fu ipotizzato e candidato quale sede di possibile convitto universitario negli anni ‘90 del precedente secolo o quale possibile sede di un corso universitario: proposte purtroppo cadute nel vuoto. Ma la struttura dell’ex Convento di Santa Maria degli Angeli è uno straordinario patrimonio edilizio che può essere messo a disposizione della Comunità locale e di quella lucana. Chiederò al sindaco Giuseppe Mecca di affrontare nelle opportune sedi istituzionali questo argomento – che rimarco potrebbe essere sviscerato in una visione più complessiva comprendendo anche locali privati ma in stato di incuria, valutando anche altri potenziali usi di destinazione – assieme all’intero Consiglio comunale di Avigliano. Un lavoro in sinergia, su questo argomento, tra la maggioranza, le opposizioni, il mondo dell’associazionismo e quello delle categorie produttive non può che far bene all’intera Comunità aviglianese al fine di rendere funzionale un vero gioiello storico e architettonico come l’antico convento dei frati francescani minori.