Stellantis Melfi, Mega: “La Cgil con forza sta chiedendo da mesi un confronto che non arriva. Non è una diatriba tra sigle sindacali. Si tratta di essere realistici e di avere il coraggio di dire che se non si pone un argine si andrà incontro a una catastrofe occupazionale”. Di seguito la nota integrale.
“Il piano industriale di giugno 2021 per lo stabilimento Stellantis di Melfi doveva essere correlato alle ricadute occupazionali dell’indotto. Di tutto questo in questi due anni non si è dato conto, né a livello nazionale né a livello regionale, con grande responsabilità del governo Meloni e del governo Bardi, del tutto inesistente”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, oggi in presidio davanti ai cancelli Stellantis di San Nicola di Melfi insieme alla Camera del Lavoro di Potenza e ai sindacati di categoria della Cgil, Fiom, Filcams, Filt e Nidil, in quanto la vertenza riguarda anche l’indotto e gli occupati indiretti, dalla logistica ai servizi.
“Quello a cui assistiamo oggi – ha aggiunto Mega – è la sottoscrizione, con l’avvallo dei sindacati aziendali, di accordi per la riduzione consistente di organici: trasferte, trasferimenti del personale e incentivi all’esodo che stanno mettendo migliaia di giovani nella condizione di andare via in assenza di una prospettiva futura, mettendo quindi a rischio la stessa prospettiva futura dello stabilimento di Melfi. In questo contesto identificare la Cgil come il sindacato barricadiero e contrario al confronto di merito è solo una polemica sindacale che acuisce la frattura nata all’interno di Fiat/Fca dodici anni fa e i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Il punto – ha spiegato – è che il tavolo a cui si chiede un confronto, che deve essere nazionale, con le sue ricadute regionali, è un tavolo che manca, non esiste, nonostante la questione automotive sia drammatica in tutto il Paese. Basti pensare che l’anno scorso sono state prodotte 469mila auto con una saturazione di produzione al 25% per gli impianti Stellantis. E parliamo ancora di auto a carburazione. Cosa accadrà nel momento in cui si passerà all’elettrico? Quali saranno i volumi, visto che il gruppo Stellantis è indietro e la produzione globale di auto elettriche, in Stellantis, è di 280mila veicoli? Leggo pertanto con molto dispiacere – ha sottolineato Mega – le dichiarazioni improvvide di alcuni sindacati rispetto alle azioni messe in campo. Non si tratta di cercare protagonismo autoreferenziale o di sensazionalismo degli effetti drammatici della chiusura. Si tratta di essere realistici e di avere il coraggio e l’onestà deontologica e intellettuale di dire che se non si pone un argine si andrà incontro a una catastrofe occupazionale nel sito di Melfi.
La Cgil – ha concluso il segretario generale della Cgil lucana – sta chiedendo con forza da mesi un confronto che non arriva. Il dato occupazionale nell’area industriale va oltre qualsiasi commento. Non è una diatriba tra sigle sindacali, né servono risposte estemporanee. Spero ci siano condizioni vere di unità sindacale e non pregiudizi che vengono manifestati di volta in volta”.