Si è svolta nella mattinata di venerdì 26 maggio nella sala consiliare del Comune di Tursi, in una bella cornice di pubblico, la cerimonia ufficiale di conferimento delle civiche benemerenze e delle cittadinanze onorarie, volute dall’amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Salvatore Cosma.
I riconoscimenti sono stati conferiti a tutte le autorità e personalità che attraverso il loro impegno e il loro agire, in ambito amministrativo, sociale e culturale, hanno dato lustro alla città di Tursi.
Tra i coloro che hanno ricevuto la Civica Benemerenza ci sono stati tutti gli ex sindaci della città di Pierro ancora in vita e gli amministratori provinciali. Nell’ordine Vincenzo Cavallo, Carmela Lauria, Francesco Perrini, Giovanni Di Tommaso, Nicola Gulfo, Filippo Ragazzo, Giuseppe Cassavia, Antonio Guida, Salvatore Caputo e Giuseppe Labriola, oltre al maestro Luigi Caldararo, al poeta Rocco Campese, al maestro Vincenzo D’Acunzo, al fotografo storico di Tursi Nicola Crispino, al Presidente del Parco Letterario Albino Pierro Francesco Ottomano, il politico Giuseppe Ragazzo ed agli ex consiglieri ed assessori provinciali Salvatore Verde e Pasqualino Cassavia per il loro impegno nel parlamentino materano.
Ad ognuno è stato consegnato un attestato a memoria della giornata voluta proprio nel giorno della festività patronale in onore di San Filippo Neri.
Le Cittadinanze onorarie sono state conferite al Vescovo Mons. Vincenzo Carmine Orofino, ai suoi predecessori mons. Rocco Talucci e mons. Gerardo Pierro, al cavaliere Francesco D’Errico, alla dott.ssa Piera Vitelli responsabile del centro Exodus di San Rocco ed al fondatore della struttura, don Antonio Mazzi.
Una mattinata densa di significato che ha visto il Sindaco e la giunta dare il giusto peso a coloro che hanno lasciato un segno tangibile nella memoria della nostra città.
Il Sindaco Cosma ha dichiarato:
“E’ stata una mattinata storica per la nostra città in quanto non capita di certo di frequente vedere tutti i sindaci e tutti coloro che si sono distinti nella nostra comunità radunati insieme per dare il giusto valore a quanto di buono hanno fatto durante la loro vita per la comunità.
Fare comunità significa anche questo: cooperare, dare buoni consigli e prendere da esempio coloro che hanno vissuto e lottato per migliorare questa città che merita tutte le attenzioni da parte delle istituzioni politiche, sociali ed ecclesiastiche. Ognuno nel suo piccolo deve fare il proprio dovere per poter essere da stimolo e da esempio per le nuove generazioni e per fare questo è giusto che proprio i più giovani conoscano il passato ed i loro protagonisti per poter trarre insegnamento e, perché no, migliorare in azioni e progettualità per uno sviluppo sostenuto della nostra amata città.”
Mag 27