Il nuovo allarme sociale lanciato questa volta dal sindacato pensionati Cgil (30mila cittadini materani rinunciano a curarsi) e la vicenda del Centro Rham di Ferrandina a cui viene negato il riconoscimento di 60 prestazioni riabilitative giornaliere che si ripercuote ancora sugli utenti rilanciano la nostra preoccupazione sull´incertezza che attende operatori della sanità e cittadini.
A sostenerlo è Antonia Losacco, presidente di FeNASP Basilicata, con l´auspicio che l´operazione di spending review per la sanità lucana, presentata nei giorni scorsi dall´Assessore alla Salute Martorano con un risparmio di 9,5 milioni di euro per le casse regionali (5 milioni saranno accantonati con il
sistema dell’autoassicurazione e 4,5 milioni con l’allestimento della centrale di committenza) possa essere sufficiente a fronteggiare la manovra del Governo Monti che sta svolgendo da tempo un pressing sulle Regioni facendo prevalere motivazioni ragioneristiche rispetto alla tutela della salute e alla
salvaguardia di piccole imprese e posti di lavoro.
Noi condividiamo l´obiettivo della Giunta Regionale – evidenzia Losacco – di rivedere la spesa per mantenere alti i livelli qualitativi della sanita’ lucana, aggiungiamo, sia di quella pubblica che di quella privata accreditata, facendo in modo che si superino le situazioni denunciate e che si registrano
nel Materano. Anche per questo, dopo il primo tavolo tecnico in Regione, siamo in attesa di ricevere una proposta definitiva sulla rimodulazione dei ticket sulla specialistica e della convocazione di tavoli specifici tra cui quello sui servizi di fkt-riabilitazione.
Non dimentichiamo che le strutture della sanità privata accreditate e convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale hanno già “dato”. Con la manovra di agosto di assestamento di bilancio finanziario regionale e con la fuoriuscita di alcune prestazioni di medicina fisica dai Lea, molte sono state
le lamentele principalmente dei titolari delle strutture di fisioterapia e rieducazione funzionale, animati non dalla mancanza di collaborazione e comprensione con la nostra Regione in un momento di crisi ma, semplicemente perchè la decisione relativa alla fuoriuscita di prestazioni di medicina fisica
dai LEA ha generato una modifica sostanziale e unilaterale dei contratti vigenti che ha comportato un grosso danno alle strutture che hanno continuato ad investire in innovazione tecnologica e personale altamente specializzato.
Un modo tra l’altro, semplicistico e frettoloso che non ha consentito una equa distribuzione degli ulteriori sacrifici richiesti. Ciò è dimostrato dal fatto che strutture con badget che superano di molto il limite del Tetto Regionale di branca hanno avuto un abbattimento minimo che può calcolarsi intorno al 4%, strutture invece con Tetti Contrattuali di molto al di sotto del Tetto
Regionale, hanno avuto un abbattimento fino al 20%.
Per noi – dice Losacco – sono altre le strade per risparmiare: evitiamo principalmente le cattive prassi e gli inutili sprechi che si continuano a tenere in vita (sono i casi dell´ADI-Assistenza domiciliare integrata, la differenza pretestuosa e pregnante tra ambulatori di riabilitazione ex 26 ed ex
25, ecc.).
La nostra strategia, nell´interesse dell´utenza e per ridurre realmente gli sprechi della spesa sanitaria regionale, riguarda alcune proposte di semplice attuazione a costo praticamente vicino allo zero: pianificazione dei percorsi riabilitativi sull’intero territorio regionale, al fine di realizzare un
sistema moderno ed appropriato; integrazione pubblico-privato; rimborsare le strutture che hanno un tetto contrattuale inferiore al tetto regionale di quanto è stato tolto con la LR 17 ed agire sulle strutture che hanno superato il limite del tetto regionale di branca, con programmati piani di rientro.
Antonia Losacco, presidente FeNASP Basilicata