Promosso dal Comitato scientifico del Centro interuniversitario per lo studio dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia (Università degli studi della Basilicata, Università degli studi di Milano), si è svolto a Maratea il quarto dei Convegni nazionali di studio del Centro, dal titolo “I trienni oltre il ‘Triennio’ (1792-1802): per una diversa periodizzazione della rivoluzione in Italia”.
La due giorni marateota, articolata in tre dense Sessioni, è stata caratterizzata da apporti scientifici di significativo rilievo, tra relazioni e intense discussioni su momenti, aspetti e problematiche riguardanti il cruciale periodo 1792-1802, nell’allora contesto politico-istituzionale italiano nell’ambito del complessivo spazio euromediterraneo.
Agli indirizzi istituzionali di saluto, da parte del Direttore del Dipartimento di Scienze umane dell’Università degli studi della Basilicata, Francesco Panarelli, e del Presidente del Centro interuniversitario Antonino De Francesco, dell’Università degli studi di Milano, hanno fatto seguito tre Sessioni, rispettivamente presiedute da Antonio Lerra (Università degli studi della Basilicata), Anna Maria Rao (Università degli studi di Napoli “Federico II”), Carlo Capra (Università degli studi di Milano).
Hanno svolto relazioni, nella prima sessione: Luca Addante (Università degli studi di Torino) su Le società segrete dei giacobini napoletani (1792-1794); Alessandro Albano (Università degli studi della Basilicata) su La diplomazia nell’Italia in rivoluzione: l’ambasciatore cisalpino Martinengo Colleoni a Napoli (1798-1799); Virginia Vadori (Università degli studi di Torino) su L’estate miracolosa. I giacobini e l’”ondata di miracoli” del 1796; Beatrice Donati (Istituto Italiano di Studi Germanici) su “I preti patrioti son rari, quanto i re democratici” .I dibattiti sulla religione nel mondo associativo cisalpino; David Armando (ISPF-CNR, Napoli) su Ordini religiosi e istituzione pubblica nel triennio e oltre: il caso romano; nella seconda (sessione): Francesco Fausta Gallo (Università degli studi di Teramo) su Resistenza e lotta politica nel Regno di Napoli: briganti, masse e insorgenti (1798-1801); Michele Lavella (Università degli studi della Basilicata) su Nell’aristocrazia giacobina a Napoli: il ruolo della famiglia Riario Sforza; Carlo Bazzani (Università degli studi di Napoli “Federico II”) su L’ineluttabile persistenza dell’antico ordine: cultura politica e ideologia municipalista a Brescia nel 1797; Alessandro Guerra (Università degli studi di Roma “La Sapienza”) su La fraternità nelle parole e nella pratica dei democratici italiani del Triennio; Maria Giordano (Università degli studi della Basilicata) su La (in)visibilità delle patriote tra cultura e azione politica; nella terza (sessione): Domenico Maione (Università degli studi di Napoli “Federico II”) su Il controllo dei forestieri nel dipartimento del Reno: legislazione e prassi dalla Cispadana alla seconda Cisalpina (1796-1802); Giulia Bonazza (Columbia University di New York – Università Ca’ Foscari di Venezia) su Dibattito abolizionista e schiavitù nelle città italiane fra 1796 e 1802; Lidia Mastrolorenzo (Università degli studi della Basilicata) su Produzione e veicolazione libraria nel Mezzogiorno peninsulare; Daniele Di Bartolomeo (Università degli studi di Teramo) su Tradurre la Rivoluzione: l’edizione italiana degli Aforismi di James Harrington (1802); Paolo Conte (Università degli studi della Basilicata) su 1802 o la fine dell’altro triennio: come continuare la rivoluzione dopo la Rivoluzione.
Si è trattato di rilevanti apporti di merito, frutto di accurati e rigorosi percorsi di ricerca scientifica, sui quali ampia ed articolata è stata la discussione, sia da parte dei presidenti delle tre sessioni (Antonio Lerra, Anna Maria Rao e Carlo Capra) che degli altri discussants partecipanti al Convegno: Vittorio Criscuolo (Università degli studi di Milano), Stefano Levati (Università degli studi di Milano) e Maurizio Martirano (Università degli studi della Basilicata).
Nelle considerazioni conclusive il presidente del Centro interuniversitario per lo studio dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia, Antonino De Francesco, ha espresso soddisfazione per la rilevanza degli esiti del Convegno, ponendo, tra l’altro, significativo accento sui possibili sviluppi delle attività del Centro interuniversitario