Sanità Futura: “La mobilità sanitaria è un diritto indiscutibile, senza limiti di budget, lo sancisce il Consiglio di Stato”. Di seguito la nota integrale inviata da Giuseppe Demarzio, presidente Sanità Futura.
La sentenza del Consiglio di Stato n.3775 del 14 aprile 2023 ha sancito un principio che vede da sempre Sanità Futura convinta sostenitrice con iniziative ed azioni che si svolgono ormai da anni anche nei confronti della Regione e nella piena tutela del diritto del cittadino a rivolgersi alla struttura che ha individuato. Le prestazioni sanitarie erogate da una struttura convenzionata con il sistema sanitario nazionale in favore dei pazienti residenti fuori dalla Regione – è in sintesi la conclusione cui perviene il Consiglio di Stato – non rilevano ai fini del raggiungimento del volume massimo delle prestazioni remunerabili definito dalla Regione e dalla Asl per quella struttura. Questo perché si tratta di prestazioni remunerate dalla Regione di residenza dell’assistito. Tesi che Sanità Futura sostiene da sempre: se utenti di altre regioni scelgono strutture lucane a pagare saranno le Regioni di residenza con il vantaggio per la Regione Basilicata di ridurre i costi della mobilità che vede esposta la Basilicata per 70 milioni di euro.
Esempi lampanti vengono dati dalle strutture convenzionate che si trovano a confine con le regioni limitrofe e che devono provvedere alle richieste dei cittadini extraregionali; da una parte vi è la consapevolezza di enorme gratificazione per essere stati scelti come luogo di cura (a dimostrazione che centri specializzati e di eccellenza sono presenti anche nella nostra regione, con personale sanitario altamente specializzato e con macchinari di ultima generazione), ma dall’altra, purtroppo, vi è l’impossibilità di poter accettare le richieste di pazienti extraregionali in quanto il budget a disposizione copre prestazioni per i soli primi mesi dell’anno e già da maggio/giugno si è costretti a dover dare date per l’anno successivo, anche per prestazioni salvavita o oncologiche.
Per i giudici includere le prestazioni extraregionali nel budget annuale massimo di spesa sanitaria finirebbe per comportare un sacrificio troppo elevato per i pazienti residenti in Regioni nelle quali le strutture sanitarie esistenti non garantiscono gli standard qualitativi pari a quelle presenti in altre regioni, sottoponendoli a pratiche politiche che comportino sacrifici elevati (pari a divieti) per i pazienti residenti in regioni, che presentito un’offerta di assistenza precaria, tali da non concedere loro di rintracciarli ovunque attraverso l’esercizio della mobilità interregionale. Quindi le prestazioni extraregioni non sono affatto soggette a limitazione alcuna di alcun accordo che ne escluda ovvero ne comprima l’esigibilità. Ciò è ancora più significativo quando la domanda dell’utenza extraregionale afferisce a prestazioni sanitarie di alta specializzazione, a prestazioni salva vita e di degenza ospedaliera di alta complessità.
Un principio di giustizia protetto dalla Costituzione in più punti (artt. 3, 32, 117) oltre che dalla ragionevolezza. Inoltre, è scritto nella sentenza, «porre limitazioni alla mobilità interregionale, senza porre rimedio alle sperequazioni esistenti nella distribuzione territoriale delle strutture sanitarie di eccellenza per la cura di tali patologie, implica l’adozione di una misura che viola il principio di proporzionalità, finendo per comprimere, in modo eccessivo e irragionevole, il legittimo interesse del paziente a ricevere la migliore cura per la propria patologia».
Alla Regione Basilicata non resta che prenderne atto…