Gennaro Giansanti, già dipendente dell’Irccs-Crob: “Irccs-Crob in stato comatoso. Terapia d’urto per il suo rilancio”. Di seguito la nota integrale.
Non è più tempo di gridare – ‘al lupo! al lupo!’, ormai da tempo la misura è colma ed è tempo di reagire con determinazione, per scongiurare il baratro totale dell’Irccs-Crob. Una struttura sanitaria ormai in uno stato comatoso, la quale richiede una terapia d’urto capace di ristabilire tutti i parametri necessari, per assolvere al proprio ruolo e rilanciare la sua attività di ricerca e cura delle neoplasie e procedere con dignità nella lotta contro il cancro, incrementando la sua funzione di eccellenza della sanità lucana e non solo. E’ trascorso un anno dalla bufera mediatica a seguito della sospensione delle attività chirurgiche per mancanza di anestesisti, successivamente tamponate a mezzadria con professionisti del S. Carlo di Potenza, producendo un danno d’immagine incalcolabile, recuperato parzialmente nel corso della richiamata bufera con il rinnovo dell’accreditamento come Irccs e le promesse sbandierate a Rionero il 1° luglio 2022 nei giardini di G. Fortunato dall’Assessore regionale alla Sanità, F. Fanelli, chiamato a pronunciarsi in un pseudo Consiglio Comunale aperto, indetto sull’onda delle denunce dei sindacati, dei malumori del personale e dei pazienti che pativano maggiormente i disagi di una gestione a dir poco allegra, sia delle politiche sanitarie del Governo regionale che di quella Aziendale. Una gestione che non solo non ha posto fine alle criticità emerse, ma le ha aggravate, come denunciano quotidianamente sindacati, associazioni dei pazienti, forze di opposizione, nonché settori della stessa maggioranza guidata dal Generale V. Bardi. Nonostante ciò, in maniera spudorata si persevera con la logica delle promesse e degli annunci ad effetto, alla ricerca di consenso elettorale per le regionali della prossima primavera, intanto il servizio sanitario regionale sta andando in frantumi, le eccellenze, da quelle del Madonna delle grazie a Matera, a quelle del S. Carlo a Potenza, all’Irccs-Crob languono ai danni delle persone bisognose di cure di alto profilo sanitario, spesso costrette all’emigrazione sanitaria. Non si tratta di fare del becero allarmismo, ma i fatti sono inconfutabili, in questo anno trascorso, nessuno ha mai messo mano alla cattiva gestione e alla mediocrità di dirigenti di comodo, nessuno ha messo mano alle carenze strutturali, ai limiti assistenziali, ancora in questi ultimi mesi si parla di ultimazione della installazione di una macchina radioterapica di nuova generazione, finanziata con fondi statali da oltre un quadriennio, nessuno parla del mancato completamento del Day Center, per lo svolgimento di attività di Radiologia Diagnostica Interventistica e quella legata al Day Hospital Oncologico ed ematologico, solo parzialmente attivato, mentre al S. Carlo solo pochi giorni fa è stato inaugurato il Dipartimento Oncologico. Ma poi, perché bisogna lamentarsi, per l’Irccs-Crob Fanelli ha annunciato un investimento di 20 Milioni di Euro denominato “Progetto Tecno-Crob” da attuare in 48 mesi, salvo poi indugiare per la nomina del Direttore Generale indispensabile per la gestione e la vita stessa dell’Azienda, o indugiare per le dovute azioni, atte a far nominare dal Ministero della salute il Direttore scientifico. Non è dato sapere ad esempio, quando sarà rimpiazzato il Direttore della Chirurgia Addominale che ha lasciato l’incarico per altre mete, o cosa avverrà, per il vuoto che lascerà il Direttore della Chirurgia Senologica in pensione dal prossimo Ottobre e per quello che lascerà il Direttore dell’Oncologia che andrà in pensione a novembre. Insomma, parlare di stato comatoso non credo sia esagerato, se non si aggrediscono con serietà e con celerità le criticità di cui sopra. Tutto ciò è indispensabile se non si vuole il fallimento dell’Irccs-Crob e se si vuole che continui a fare ricerca e rimanere nella famiglia OECI (Organizzazion of European Cancer Istitutes) scadenza fissata al 31 agosto 2026, nella consapevolezza, che la sua permanenza è sempre e comunque vincolata ai rigidi standard previsti dalla stessa organizzazione e cioè, il rispetto, fra l’altro, di tutti i requisiti di qualità e di attenzione al paziente oncologico e l’aderenza a parametri ogni anno più stringenti e vincolanti, richiesti nello svolgimento delle attività cliniche, di assistenza e di ricerca. Quindi bando alle chiacchiere, agli annunci e alla propaganda, la posta in gioco è talmente alta da non lasciare spazio alle solite passerelle preelettorali, il Sindaco della Città di Rionero, che pare abbia intenzione di convocare per il 20 giugno un Consiglio Comunale aperto, presso l’Auditorium dell’Irccs-Crob, dialoghi soprattutto con le OO.SS. Aziendali, con i dipendenti tutti e con le associazioni del volontariato e dei malati oncologici e con la cittadinanza di Rionero per dare vita ad una mobilitazione di massa, allargata all’intera Area del Vulture Melfese, costruendo una piattaforma comune in difesa dell’Irccs-Crob e delle altre strutture sanitarie dell’Area anch’esse in stato di agonia.