Summa (Spi Cgil):”Le scelte della giunta Bardi spingono sempre più la sanità lucana verso il baratro. Si continua a non tutelare la salute delle persone, soprattutto di anziani e fragili”. Di seguito la nota integrale.
“Liste di attesa e reparti chiusi, ai lucani viene negato il diritto alle cure a casa propria con la mobilità passiva che ha raggiunto la cifra enorme di oltre 65 milioni di euro. A questo si aggiunge l’incomprensibile stallo in cui versano Asp e Crob. Perché a oltre un anno dalla conclusione delle procedure per la nomina dei direttori generali, il presidente Bardi non nomina i rispettivi direttori, lasciando di fatto le aziende sanitarie senza direzione? Siamo di fronte a un irresponsabile disinteresse di chi opera sopra la legge. E su tutto questo i lucani attendono risposte dalla Giunta Bardi”. È quanto dichiara il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, che parla di “un atteggiamento gravissimo e indelicato del ruolo che si ricopre e che, al di là delle narrazioni, aggrava lo stato della sanità lucana che scivola sempre più verso il baratro. Bardi – dice Summa – dovrebbe avere almeno l’umiltà e l’onestà politica di riconoscere lo stato in cui è stata ridotta la sanità. Lo deve per riguardo alle istituzioni, ma soprattutto perché ci sono migliaia di persone che non si possono curare, in particolare anziani e fragili. E per loro continueremo a mobilitarci, per difendere la sanità pubblica, il diritto alla salute e le persone”.
Il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata incalza: “Resto sempre più convinto che ben presto si farà piena luce di questa situazione molto discutibile sul piano non solo politico ma anche e soprattutto di quello etico amministrativo. Ma chi risponderà di tutto ciò? Su come è stata gestita la sanità in questi anni ci sarebbe tanto da dire. Ricordo che all’Asm, dopo aver fatto scappare due direttori amministrativi, Mariani e Gerli, Pulvirenti nominò Orciuoli, che dopo appena tre giorni si dimise ufficialmente per motivi personali, ma nel frattempo erano stati sollevati dubbi sulla legittimità di quella nomina. Poi è stata la volta di Tricarico, inserito nell’elenco dei dirigenti a febbraio e cancellato a giugno per mancanza di requisiti. Stessa sorte hanno avuto le nomine all’Asp di Potenza. Stopazzolo è durato sei mesi: poi, forse complice anche le denunce della Cgil perché già in pensione al momento della nomina, si dimise. Ma pare che i precedenti in Basilicata non servano a far correggere gli errori se si lasciano al proprio posto direttori sanitari che hanno compiuto i 65 anni e in base alla norma sarebbero di fatto decaduti. Sulle nomine, insomma, si registra molta confusione e ci sarebbe da dire anche sulla questione dell’assessore all’Agricoltura, la cui postazione è rimasta vuota per circa un anno.
Ma sulla sanità, la cui situazione è aggravata anche dalla carenza di personale – conclude Summa – registriamo un irresponsabile disinteresse, stretto nella logica di interessi partitici, ma che in realtà merita risposte, urgenti, perché ha a che fare con la salute delle persone”.