Il tema dei danni provocati dalla rivisitazione della geografia giudiziaria, che ha inferto un duro colpo all’area Nord della Basilicata con la soppressione del Tribunale di Melfi, sarà al centro di una iniziativa dell’Organismo congressuale forense (organismo di vertice di rappresentanza politica dell’avvocatura italiana) in programma a Roma il 16 giugno. Avvocati e parlamentari faranno il punto sulle decisioni assunte una decina di anni, quando ad essere sacrificati furono anche gli uffici giudiziari della città federiciana. Un colpo durissimo inferto non solo all’avvocatura dell’Ordine di Melfi, ma all’intera popolazione.
In questi anni sono state tante le iniziative per le quali mi sono fatto promotore per riaccendere i riflettori su decisioni scriteriate, oltre che dannose. La durata dei processi a Potenza non è diminuita con l’accorpamento del Tribunale di Melfi. Sono aumentati invece i disagi per tutti. Per non parlare dei rischio ogni volta che si percorre la Ss 658 Melfi-Potenza.
Nel 2021 il Consiglio regionale delle Basilicata ha approvato una risoluzione con la quale è stato impegnato il presidente della Giunta regionale a predisporre ogni azione per riportare a Melfi il Tribunale.
All’inizio di quest’anno il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo ad una interrogazione di alcuni deputati del M5S, avente ad oggetto una revisione delle scelte del 2012-2013 in materia di geografia giudiziaria, ha manifestato la sua attenzione verso la “giustizia di prossimità” e la disponibilità a rivedere quanto deciso in passato che ha avuto ripercussioni negative per i cittadini ed interi territori. È necessario che la Regione Basilicata svolga un’attività propositiva, con un coinvolgimento diretto in merito ai “gruppi di lavoro”, annunciati dallo stesso ministro della Giustizia, con l’indicazione di referenti dell’avvocatura, della magistratura e di altri esperti per rilevare le criticità provocate dalla soppressione del Tribunale di Melfi ed il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti con la chiusura degli uffici giudiziari della città federiciana.
In questo momento occorre crederci più che mai. Occorre profondere ogni sforzo, affinché tutti, ciascuno nell’ambito di competenza, facciano la propria parte per rimediare alle scelte infelici del 2012-2013.
L’iniziativa dell’Organismo Congressuale Forense, volta a riflettere su una revisione della geografia giudiziaria, è lodevole e altri momenti di discussione vanno senz’altro incoraggiati. Il Tribunale di Melfi va riaperto.