Pasquale Tucciariello, presidente del Centro Studi Leone XIII, in una nota esprime alcune riflessioni e perplessità in merito delibera di giunta regionale approvata dal governo Bardi. Di seguito la nota integrale.
Bardi e il Crob.
La delibera della giunta regionale Bardi approvata ieri, Venerdì 16 Giugno 2023, in tema di riorganizzazione del Crob, viene adottata dopo quattro anni di caduta progressiva e pericolosa del prestigio che la struttura sanitaria di eccellenza lucana aveva acquisito negli ultimi vent’anni. Una caduta progressiva e pericolosa provocata – e se non loro chi? – dai responsabili della governance (non meritano neanche la maiuscola) che ha gestito male ed è stata ben pagata dai Contribuenti(questi sì che la meritano).
Veniamo ai termini della delibera di giunta regionale.
Intanto il presidente Vito Bardi annuncia che sui tempi di attesa delle prestazioni sanitarie arriveranno prestissimo miglioramenti significativi (ma si ha notizia, proprio ieri, verificata, che per una densitometria ossea al San Carlo bisogna aspettare a febbraio 2024, otto mesi). E poi si propone di “valorizzare e rilanciare il ruolo del Crob quale centro di riferimento clinico-assistenziale a livello regionale, fondamentale all’interno della rete oncologica regionale”. E aggiunge che il Crob “eserciterà un’azione di qualificata assistenza clinica, di ricerca scientifica e di coordinamento organizzativo”.
Si propongono di “implementare le dotazioni e raggiungere volumi ed esiti qualificanti; rafforzare le strutture operative; potenziare la produzione scientifica; coordinare la rete oncologica regionale; passare dagli attuali 80 posti letto a 124; raddoppiare gli interventi di chirurgia oncologica (almeno 1400 interventi chirurgici annui). Il personale passerà da 467 occupati a tempo pieno a 562 compresi i ricercatori che aumenteranno di almeno 30 unità. Il piano di riordinamento del Crob prevede un investimento complessivo di oltre 7 milioni di euro. Che non sono tantissimi, se si pensa di poter fare ammodernamento di macchinari costosissimi.
La delibera passa ora al Consiglio regionale. Altri tempi di attesa.
Le nostre obiezioni.
Non c’è traccia di urologia, un tempo attivissima e di grado elevatissimo con il dott. Emilio Imbriani, e di ginecologia, ora in via di smantellamento, ci pare. Sono previsti almeno un paio di medici coordinatori delle attività di ricerca? Che ne vorranno fare dell’oncologia al Crob, un tempo non molto lontano indicata come luogo di attività didattiche nell’ambito della facoltà di medicina dell’Unibas? Mentre sono stati citati provvedimenti per chirurgia e onco-ematologia, non si fa cenno sulla rete regionale di radioterapia come asse portante del Crob.
Il presidente Bardi sta ricordando di essere un uomo della zona del Vulture, già scippata della Funivia di Monticchio, del Tribunale di Melfi, di importanti specializzazioni sanitarie sistematicamente sottratte alle strutture di Pescopagano, di Melfi, di Venosa e dirottate sul San Carlo. Persino il Comitato Etico è stato scippato al Crob dieci anni fa e dirottato al San Carlo, nonostante la produzione scientifica fosse attestata su livelli molto alti.
Dopo circa quattro anni di sostegno al presidente Bardi da parte della nostra struttura, ora sospeso anche per le mancate nomine nel Crob del direttore generale, del direttore sanitario e del direttore scientifico, la delibera regionale ci trova attenti e misuratamente fiduciosi.