La Cgil di Basilicata parteciperà alla manifestazione indetta a Matera il 23 giugno dal coordinamento “No all’autonomia differenziata”, composto da numerose forze politiche, associative e civiche, per ribadire il proprio no al ddl Calderoli, che “inasprirebbe in modo irreversibile il divario tra il Nord e il Sud del Paese” afferma il segretario generale della Cgil lucana, Fernando Mega. “Istruzione, sanità e trasporto pubblico – prosegue – rischiano di essere i comparti più gravemente colpiti. L’accesso ai diritti fondamentali garantiti a ciascuna e a ciascun cittadino dalla nostra Carta Costituzionale verrebbe, di fatto, negato. Un disegno di legge che aumenta le disuguaglianze già presenti all’interno del nostro tessuto sociale e che accresce il livello di conflitto e di competizione tra le singole Regioni. In Basilicata, dove gli ultimi dati Istat hanno accertato il continuo calo demografico, con una perdita di popolazione al 2030 di un ulteriore 6,7%, il cui 12% di persone in età da lavoro, non sarebbero garantiti i servizi essenziali. Appare pertanto assurdo che il governo Bardi abbia potuto votare a favore di una legge che impoverirà definitivamente la nostra regione. Ecco perché saremo di nuovo in piazza a Matera, dopo Potenza, per ribadire forte e chiaro che la Basilicata è contro il disegno di autonomia differenziata.
Il ddl Calderoli, nelle modalità proposte e con risorse invariate – ribadisce Mega – costituisce un attacco all’unitarietà dei diritti sociali, destinato ad accentuare le disuguaglianze già presenti e i divari territoriali e sociali esistenti. Così come riconoscere una competenza regionale esclusiva su materie di rilevanza strategica, e non suscettibili di frazionamento territoriale, rappresenterebbe la rinuncia ad un governo nazionale e unitario delle politiche economiche, industriali e di sviluppo del Paese. La crisi sociale e democratica che stiamo vivendo – aggiunge il leader della Cgil lucana – può e deve essere affrontata attuando pienamente la nostra Costituzione, anche nella parte della riforma del titolo V, ma senza lo stravolgimento dei suoi principi e del suo ordinamento. Il caso più eclatante è la sanità, ma lo stesso riguarda l’istruzione, i trasporti, l’energia. La regionalizzazione dei servizi sanitari introdotta con la riforma del Titolo V ha già ampiamente minato il servizio sanitario pubblico nazionale, tanto che secondo l’Istat al Sud si vive un anno e sette mesi in meno che al Nord e la mobilità sanitaria riguarda l’11,4% dei ricoverati residenti nel Mezzogiorno a fronte del 5,6% dei residenti nel Nord-Italia.
Oggi, invece di colmare queste diseguaglianze e imparare dal Covid la necessità di un sistema di cure centrale e uniformato, che tenga conto delle peculiarità dei territori mettendoli nelle condizioni di poter garantire gli stessi diritti – sottolinea il segretario – il nuovo governo resuscita l’autonomia differenziata ledendo la coesione sociale che di fatto dura dal 1860, con tutte le contraddizioni e i punti deboli dovuti a governi incapaci di leggere i bisogni del Paese e a dare risposte.
La lotta contro l’autonomia differenziata deve vederci uniti e compatti a salvaguardia del Mezzogiorno e dell’unità del Paese – conclude Mega – Per questo motivo invitiamo tutta la comunità della Basilicata a scendere in piazza a Matera il 23 giugno. Il presidente Bardi non può continuare a ignorare la voce dei lucani e delle lucane che lui stesso ritiene di rappresentare”.