Sanità, Cgil Basilicata a Roma per manifestazione nazionale. Mega: “Il servizio sanitario pubblico e universale nella nostra regione e nel Mezzogiorno messo a rischio dal disegno di autonomia differenziata. Necessario aprire un tavolo regionale”. Di seguit la nota integrale.
“Dalla Basilicata oggi siamo a Roma in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e il rilancio del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, nella nostra regione e nel Mezzogiorno messo a rischio dal disegno di autonomia differenziata”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, in occasione della manifestazione indetta dalla Cgil nazionale nella capitale insieme a 90 associazioni dell’assemblea “Insieme per la Costituzione”. “L’appello che lanciamo oggi – ha aggiunto Mega – è che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese. Diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’istruzione, diritto a un ambiente sano e sicuro, contrasto alla povertà, una politica di pace: sono questi i cardini del modello sociale e di sviluppo che secondo l’assemblea di cui la Cgil fa parte deve essere promosso. Un modello sociale fondato su uguaglianza, solidarietà e partecipazione, che è l’antitesi di quello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con l’autonomia differenziata e il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo. Per questo siamo impegnati in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione che ci vedrà in prima linea anche il 30 settembre per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare”.
Quanto alla sanità Mega ha ricordato come in Basilicata la carenza di personale e liste di attesa sempre più lunghe stanno facendo aumentare in modo esponenziale la migrazione sanitaria, pari all’83,4%, che costa alla Regione 62,4 milioni di euro secondo i dati della Fondazione Gimbe. “Ciò implica un notevole aumento della spesa sanitaria per i pazienti lucani, molti dei quali, soprattutto fragili e anziani – ha sottolineato il leader della Cgil lucana – rinunciano alla cure. Il rapporto Crea Sanità del 2023 ha bocciato la Basilicata per le performance regionali, ponendola fanalino di coda insieme alla Calabria, con valori al 30%, mentre la fondazione Gimbe ha confermato i dati della Corte dei Conti sulle prestazioni ambulatoriali, il cui recupero in Basilicata dalla pandemia è stato solo del 34%. A completare il quadro già complesso, quello delle nomine, con direzioni ancora vuote come il caso dell’Irccs Crob di Rionero e altre discutibili: è stato il caso del direttore generale dell’Asm di Matera, sulla cui ambiguità circa i requisiti sollevati dalla Cgil avevamo ragione, così come l’ultima nomina del nuovo dg dell’Asp di Potenza, ancora una volta una risorsa non lucana, che poco conosce il territorio. Per tutti questi motivi, tramite la Funzione pubblica della Cgil, abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo permanente sulla sanità, indispensabile per la tutela del diritto alla salute, diritto fondamentale delle persone e delle comunità”.