Leonardo Rocco Tauro, Consigliere Comunale “Montalbano – La città che vogliamo” e dirigente Fratelli d’Italia: “Ora si inizia a fare sul serio”.
Finalmente l’emergenza cinghiale nella nostra regione è entrata con forza e prepotenza nell’agenda dei vari assessorati.
Da anni si aspettava tale momento: quello di iniziare a fare sul serio contro la annosa quanto rovinosa presenza degli ungulati “stranieri”, che ormai, dopo essere sfuggita di mano la situazione, li si trovano dappertutto: dai monti alla marina, dalle campagne al mare. E sulle migliaia di chilometri di strade anche lucane.
Con costante pericolo di incidenti, anche mortali, per operatori agricoli, automobilisti e cittadini che passeggiano.
Costantemente, in tutti questi anni abbiamo segnalato tale emergenza, ma eravamo pure coscienti, che uomini e donne di buona volontà, come la deputata Maria Cristina Caretta, in parlamento, si trovavano di fronte un muro grande e alto quanto quello della diga più alta al mondo, che è la legge 157 del 1992, cioè una legge, vista la velocità con cui cambia la nostra società, del medioevo, che di fatto bloccava in ogni tentativo di risolverlo il problema.
Bisognava intanto abbattere l’assunto che la caccia al cinghiale era una questione solamente di caccia, appunto.
Per capirlo sono stati necessari 10 anni e un nuovo Governo, tempo perso che ha fatto crescere purtroppo, su tutto il territorio nazionale, a circa due milioni i “sus scrofa”.
Così che il governo nazionale in carica, in pochissimi mesi, è riuscito nel miracolo di invertire l’assunto illogico quanto irresponsabile: dare la caccia anche nei parchi e nel resto del territorio, sino alle periferie dei centri abitati, tutti i giorni tutto l’anno.
Per debellare definitivamente il fenomeno.
La Regione Basilicata, in particolar modo l’assessore all’Agricoltura, Alessandro Galella, è riuscito, per intanto, a mettere attorno allo stesso tavolo nelle ore appena passate, il presidente della Provincia di Matera, con i suoi dirigenti, i responsabili degli ambiti territoriali per la caccia, i cacciatori stessi per preparare il necessario calendario per gli interventi da effettuarsi, senza più alcuna perdita di tempo.
Per il solo agro di Montalbano verranno effettuati quattro “ braccate”, uno a settimana, per tutto il mese di luglio, con moltissimi selecontrollori impegnati, ad iniziare dalla “Riserva Regionale dei Calanchi”.
Poi si continuerà lungo questo sentiero.
Nel frattempo, il sette agosto andrà a scadere il bando regionale (Servizio di raccolta, trasporto, commercializzazione carni idonee al consumo e smaltimento carcasse non idonee al consumo di esemplari della specie cinghiale (sus scrofa), compresa l’attivazione e la gestione dei centri di raccolta), per poter aderire alla “cacciata” degli ungulati, con creazione della apposita filiera, che permetterà anche un compenso per ogni capo abbattuto o catturato per gli stessi cacciatori che avranno preso parte alle operazioni.
Il mondo agricolo, sono sicuro, comincerà a respirare, sia dalla paura di non trovarseli più di fronte nei propri fondi che per i danni economici elevatissimi subìti in continuazione.
Gli automobilisti, a loro volta, potranno percorrere le strade con minore ansia e terrore di “impattarli”.
I bagnanti e i cittadini dei centri abitati esonerati da brutti e spaventosi incontri.
Non posso che esprimere tutta la mia più profonda gratitudine per quanto si sta mettendo in piedi per un’azione incisiva e ferma, tesa a rendere il nostro territorio più tranquillo e senza più terrore.