Lunedì 10 luglio 2023 riprendono gli scavi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera – Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo, Università degli Studi della Basilicata, presso l’insediamento fortificato medievale di Satrianum, in località Torre di Satriano in Tito, Potenza (Decreto del Direttore Generale rep. N. 710 del 7/7/2021). La campagna di ricerche, diretta dalla prof.ssa Francesca Sogliani (titolare della cattedra di Archeologia tardoantica e medievale dell’Università degli Studi della Basilicata – Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo), grazie al contributo del Comune di Tito, che si ringrazia per la disponibilità e per il continuo supporto al progetto quale motore per la valorizzazione culturale del territorio, proseguirà per 4 settimane, e vedrà la collaborazione di studenti e studiosi dell’Università degli Studi della Basilicata, affiancati, per la seconda volta dopo la felice collaborazione dell’anno passato, dall’équipe francese dell’Università di Rennes II, coordinata dal prof. Dominique Allios, professore di Archeologia Medievale nell’Ateneo francese.
Satrianum non è soltanto la Torre che si scorge da lontano; sull’altura si conservano i resti di una vera e propria città, così ci ricordano le fonti ancora nella metà del XV secolo, quando l’insediamento a causa di conflitti e terremoti fu definitivamente abbandonato. A differenza di molti centri lucani tuttora abitati, Satrianum offre l’opportunità di rileggere da un punto di vista archeologico, alcuni importanti episodi della storia non soltanto locale, ma del Mezzogiorno d’Italia, preservati e sigillati da uno spesso strato di macerie.
Dall’arrivo dei Normanni nella fine dell’XI secolo, che trasformarono Satrianum in sede di diocesi con la costruzione di un’importante e monumentale cattedrale dedicata a S. Stefano, ancora oggi conservata, la storia del sito arriva fino alle guerre civili che tormentarono il Regno di Napoli sul finire del XIV secolo tra Giovanna II d’Angiò Durazzo e i pretendenti al trono di altre dinastie francesi e spagnole. Un tempo di cavalieri di ventura, di truppe mercenarie pronte a cambiare casacca e a schierarsi in favore del migliore offerente. I territori subirono le sorti dei loro signori e Satrianum ne è uno degli esempi archeologici più significativi.
“Importanti novità e nuove iniziative attendono tutta l’équipe degli archeologi quest’anno” spiega la Prof.ssa Sogliani. “Nuovi settori da scoprire e lo scavo dell’incendio che ha distrutto l’insediamento che finiremo di scavare e che ci restituirà le storie degli ultimi abitanti di Satrianum, i quali cercarono di resistere ai crolli e alle devastazioni degli inizi del XVI secolo”, conclude. “Prosegue l’attività di valorizzazione del sito archeologico della Torre di Satriano in Tito che, con la prosecuzione della campagna di scavo a cura della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, restituisce nuovi elementi sulla storia di un luogo su cui, nel corso di questi anni, si sono concentrati importanti finanziamenti” dichiara Graziano Scavone, sindaco di Tito. “Infatti, grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura, sono in corso degli interventi di conservazione, restauro e digitalizzazione che consentiranno la messa in sicurezza di alcuni punti del sito archeologico, quali la Torre e la Cattedrale, e una maggiore fruizione dei contenuti archeologici, storici e architettonici”. Diverse saranno le iniziative previste: da un workshop sul tema archeologia e arte contemporanea, che vedrà la presenza anche degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, al tanto atteso ritorno, dopo lo stop causato dalla pandemia, dell’evento Festivalia. L’archeologia si racconta, format di divulgazione archeologica e archeologia pubblica, che si terrà giovedì 3 agosto e che, nelle passate edizioni, ha portato sulla Torre oltre 400 presenze.