“Il Castello di Lagopesole per la sua bellezza e per il suo valore storico, rappresenta uno degli attrattori turistici più importanti della Basilicata. Attribuito a Federico II, ha una peculiarità che lo contraddistingue da tutti gli altri a lui attribuiti ed è la presenza, all’interno, di una chiesa vera e propria in un austero stile romanico, che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce e consegnato ai posteri nel suo originario splendore”.
Il 21 giugno scorso ho presentato una interrogazione consiliare per avere chiarimenti in ordine alla gestione delle attività museali all’interno del Castello di Lagopesole. E’ quanto dichiara il Capogruppo PD in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli.
Nello specifico ho chiesto al Presidente della Giunta regionale, Vito Bardi:
• quali sono stati i criteri di scelta per l’affidamento della gestione del Castello di Lagopesole ad un soggetto esterno, seppur in termini temporanei e comunque senza termini di comparazione e di competenze specifiche;
• i termini per la pubblicazione di un Avviso Pubblico per la gestione definitiva del Castello rivolto ad operatori economici con competenze specifiche relative all’accoglienza dei flussi turistici, alla promozione e alla valorizzazione del territorio e dei suoi beni architettonici e paesaggistici.
Il 12 giugno u.s. in Regione, afferma il Consigliere del Partito Democratico, ci viene riferito che si sarebbe tenuto un incontro tra il Presidente della Regione, la Dirigente della Direzione regionale musei e gli amministratori del Comune di Avigliano per programmare, nelle more di un Avviso Pubblico per la gestione definitiva, un affidamento temporaneo ad una associazione che dovrebbe garantire la gestione del bene con volontari.
Si preferirebbe, insomma, seppure temporaneamente, l’affidamento provvisorio al Comune anziché una regolare gara.
Negli anni, continua Roberto Cifarelli, sul castello di Lagopesole si sono concentrati una serie di soggetti pubblici e privati che, almeno fino al 2021, hanno assicurato una efficiente gestione del bene facendolo diventare patrimonio collettivo della intera comunità lucana. Riteniamo necessario, dunque, che qualora il bene venisse affidato al Comune, anch’esso selezioni il soggetto gestore temporaneo attraverso procedure che garantiscano la opportuna trasparenza nella concorrenza.
Per questa ragione è necessario che la Regione risponda con celerità alla interrogazione per conoscere i termini per la pubblicazione di un Avviso Pubblico per la gestione definitiva del Castello rivolto ad operatori economici con competenze specifiche relative all’accoglienza dei flussi turistici, alla promozione e alla valorizzazione del territorio e dei suoi beni architettonici e paesaggistici, conclude Roberto Cifarelli.
Castello di Lagopesole, Coviello e Mecca replicano Cifarelli: “Evitare di diffondere informazioni errate”
“Un centrosinistra ormai privo di idee si aggrappa al Castello di Lagopesole per provare a tenere in vita uno sterile dibattito politico alimentato dal consigliere regionale del Pd, Roberto Cifarelli, che si improvvisa novello divulgatore culturale”, lo affermano in una nota congiunta il consigliere regionale di FdI Tommaso Coviello e il sindaco di Avigliano Giuseppe Mecca, i quali aggiungono: “Il Comune di Avigliano, da tempo e con numerosi sforzi, rivendica in qualità di parte attiva un protagonismo del maniero federiciano vero e proprio volano di sviluppo turistico”. “A tal riguardo e per evitare di diffondere informazioni errate e confusionarie è opportuno ricordare, in primis al consigliere regionale Cifarelli che la scelta dell’operatore economico – precisano Coviello e Mecca – non rientra tra le competenze del Comune di Avigliano o della Regione Basilicata ma alla Direzione Regionale Musei della Basilicata (Ministero della Cultura), certamente nella massima trasparenza e nel pieno rispetto delle normative afferenti l’affidamento di un servizio di gestione, che è a cuore a tutta la comunità, agli operatori economici ed anche al consigliere Cifarelli. Favorire la fruibilità ai visitatori e restituire il Castello ad un dinamismo culturale è, invece, una prerogativa manifestata dall’Amministrazione comunale alla stessa Direzione museale con la richiesta di un affidamento temporaneo che, nelle more del collaudo dei lavori (attesi da tempo), permetterebbe l’accesso ai visitatori e renderebbe un servizio ai locali operatori economici e soprattutto non pregiudicherebbe una gestione ottimale, anzi”. “Il presidente Bardi segue con attenzione la vicenda ed ha già espresso la propria disponibilità per un sopralluogo. Al consigliere regionale del Pd, tanto abile nel copia e incolla da Wikipedia quanto nelle proposte di legge, consigliamo – in attesa di una proficua evoluzione della vicenda – di dedicarsi a letture più approfondite e dettagliate”, concludono Coviello e Mecca.
Castello di Lagopesole, intervento Luigi Scaglione, presidente Centro Studi Lucani nel Mondo
Leggo con piacere l’interrogazione del Consigliere Roberto Cifarelli sulla questione Castello di Lagopesole.
Di fatto solleva una questione importante pur nella sua estrema sintesi che non evidenzia il fatto che lo stesso Castello aveva di fatto tre custodie in azione:
1) quella formale di una Cooperativa per aprire e chiudere il Castello;
2) quella della Pro Loco fino a quando ha gestito e tenuto aperto il racconto della storia di Federico;
3) quello unico e di fatto codificato in termini legali, del percorso museale della Storia dell’Emigrazione Lucana realizzato dalla Regione Basilicata e gestito attraverso una gara dalla ditta di turno con personale qualificato è specializzato in materia.
Su quest’ultimo, mi preme evidenziare, per essere stato il coordinatore del progetto finale e della entrata in attività con grandi risultati in termini di presenze e di decine e decine di incontri di conoscenza del fenomeno migratorio lucano, che registro ormai da tempo una caduta di interesse che rasenta la stoltezza di talune azioni in danno dello stesso Ente regione praticamente immobile sulla materia.
Va detto che non è prevista la riapertura del Castello a breve ma ancor più precaria quella del Museo regionale che rientra in uno schema progettuale del Turismo delle radici a livello regionale e nazionale.
Dunque la sollecitazione vera va fatta in questa direzione per il suo portato regionale facendo chiarezza diretta sulla confusione istituzionale che regna sovrana.
Si continua così a perdere occasioni per la tenuta del nostro sistema attrattivo e di conoscenza della nostra storia che è parte fondante della nostra regione.
Cordialità.