Si è conclusa nello scorso mese la campagna di “vaccinazione” che annualmente l’ALSIA promuove in Basilicata per la prevenzione del tumore delle drupacee (pesco, albicocco, susino, ciliegio) causato dal batterio Agrobacterium tumefaciens.
L’organismo penetra nei tessuti radicali attraverso piccole ferite e si moltiplica rilasciando ormoni simili a quelli che stimolano la divisione e la crescita delle cellule vegetali: in tal modo si formano le tipiche escrescenze di tessuto (tumori) che danneggiano irreversibilmente le radici delle piante infette, con danni tanto maggiori quanto più precoce è l’infezione.
L’unico rimedio è preventivo e “biologico”: il ceppo Agrobacterium radiobacter K84 è un microrganismo antagonista capace di colonizzare stabilmente la superficie delle radici ed il terreno a contatto (rizosfera), producendo una tossina attiva contro l’organismo causa del tumore. L’azione del ceppo K84 è efficace solo se il microrganismo colonizza le radici prima che queste vengano in contatto con cellule di A. tumefaciens; quindi se le piante da trapiantare sono già infette la protezione sarà inadeguata e non potrà fermare lo sviluppo dei tumori. Se invece “il vaccino K84” si sarà insediato stabilmente nella rizosfera, la pianta sarà protetta dalle escrescenze tumorali per tutto il suo ciclo vitale.
Anche quest’anno, con la collaborazione del prof. Astolfo Zoina (fitobatteriologo dell’Università di Portici), il Servizio di Difesa Integrata dell’ALSIA ha prodotto presso il laboratorio fitopatologico dell’Azienda Pantanello il ceppo K84, distribuendolo gratuitamente ai vivaisti ed agli agricoltori della Basilicata che ne hanno fatto richiesta, per proteggere stabilmente le piante da trapiantare.
Nel corso del 2012, per la prima volta, anche numerosi vivai pugliesi hanno fatto richiesta del vaccino all’ALSIA, ch ha fornito il microrganismo ai richiedenti, consentendo così il trattamento di circa 75.000 piantine nella regione confinante, la protezione di circa 5.400 astoni di pesco e albicocco (messo a dimora in pieno campo dagli agricoltori lucani) e la “immunizzazione” di oltre 120.000 portinnesti impiantati dai vivaisti lucani nella scorsa primavera.