“Acque del Sud SpA”, No Scorie: acqua pubblica lucana svendesi. Di seguito la nota integrale.
Dal prossimo 1° gennaio 2024 sarà operativa la società “Acque del Sud Spa” che prenderà il posto dell’EIPLI, Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (E.I.P.L.I.), persona giuridica di Diritto Pubblico, con sede a Bari, istituito con Decreto del Capo Provvisorio dello Stato n. 281 del 18 marzo 1947 che si occupa non solo in Basilicata di sistemi idrici, dighe, telecontrollo e traverse. Prenderà il suo posto una società controllata dal MEF (Ministero Economia e Finanze) con una quota crescente di partecipazioni di società private (quote limite del 30% individuati come soci operativi) senza che le regioni interessate abbiano possibilità di “contare”(quote limite del 5%) . Questa ulteriore svendita dell’acqua pubblica lucana e delle politiche per il Sud Italia del governo, voluto in nome “dell’autonomia differenziata”, passa sulle teste dei cittadini e dell’ambiente.
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaArticolo?art.versione=1&art.idGruppo=1&art.flagTipoArticolo=0&art.codiceRedazionale=23A03641&art.idArticolo=23&art.idSottoArticolo=1&art.idSottoArticolo1=10&art.dataPubblicazioneGazzetta=2023-06-21&art.progressivo=0#:~:text=E’%20costituita%20dal%201%C2%B0,in%205%20milioni%20di%20euro.
Non risulta, infatti, chiaro che fine farà la gestione delle dighe lucane gestite dall’ex EIPLI, sulle cui ceneri peseranno non solo i disavanzi economici gestionali accumulati ma anche la grave questione dell’impatto ambientale e dei costi di pulizia/ disinquinamento causato sui bacini idrici della regione da politiche intensive di sfruttamento del territorio.Vedasi fossile,agricoltura monocolturale intensiva, zootecnica intensiva e altro inquinamento civile/industriale.
La favola “dell’acqua solidale” propagandata dai passati governi regionali giunge così al capolinea. Dopo l’energia, anche l’acqua diventa materia di interesse preminente dello Stato con l’Italia delle “due velocità”. Si consuma così l’ennesimo atto di depredazione dei beni comuni e del territorio lucano (altro che acqua gratis) con una Regione che sarà incapace di uscire dal tunnel dei “bonus”, dall’assistenzialismo , sul quale le comunità lucane, purtroppo, dovranno fare i conti nei prossimi anni.