Inaugurata nel pomeriggio al Musma, Museo della Scultura Contemporanea Matera, nel Sasso Caveoso, l’esposizione di Forme uniche della continuità nello spazio (1913) di Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916), scultura iconica del futurismo italiano, movimento per il quale funge da simbolo e manifesto. L’opera è accolta al MUSMA all’interno del programma “Opera d’onore”, il ciclo di sculture d’eccezione ed emblematiche della storia della scultura internazionale, ospitate per periodi più o meno brevi all’interno delle sale del museo, a cura di Antonio Calbi.
All’inaugurazione hanno partecipato il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, l’assessore comunale alla cultura Tiziana D’Oppido, il consigliere comunale Nicola Stifano, l’ex sindaco Raffaello De Ruggieri e Antonio Calbi, curatore dell’esposizione e direttore scientifico della Fondazione Zètema.
La scultura proviene dalla collezione di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Roma e la sua esposizione a Matera dal 25 luglio al 29 ottobre è promossa dalla Fondazione Zétema di Matera. Copie della stessa scultura sono presenti al MOMA di New York, alla Tate Modern di Londra, al Museo del Novecento di Milano.
Umberto Boccioni è stato uno dei massimi esponenti del movimento futurista italiano, autore insieme a Filippo Tommaso Marinetti del Manifesto tecnico del movimento futurista e, un anno più tardi, del Manifesto dei pittori futuristi. E’ autore di alcuni capolavori della pittura futurista come La città che sale (1910), Forze di una strada (1911), Stati d’animo (1911), Materia (1912) e del testo teorico Pittura e scultura futuriste, del 1914. Le nuove idee del movimento futurista di primo Novecento, sia nel mondo dell’arte che in altri settori, sono l’abbandono della staticità per accogliere il dinamismo, l’abbraccio delle nuove tecnologie come la macchina, l’esaltazione dell’industria, la ribellione rispetto alle precedenti forme d’arte.
A partire dal 1912, Boccioni decide di espandere la sua arte ad altri ambiti e non limitarla alla pittura. Inizia così a realizzare la sua opera, che terminerà un anno dopo, nel 1913. Con Forme uniche della continuità nello spazio l’artista allarga i concetti futuristi tipici della pittura al mondo della scultura, rendendo la sua arte ancora più dinamica. La grandezza di quest’opera risiede nel fatto che Boccioni riprende le teorie futuriste sul movimento e sul dinamismo, applicate alla pittura, e le applica alla scultura, modificandone le caratteristiche tradizionali. Inoltre Forme uniche si ispira anche ad alcuni scritti di Filippo Tommaso Marinetti, secondo cui l’uomo non solo deve accettare le nuove tecnologie, ma deve anche fondersi con esse. Marinetti infatti ipotizzava un superuomo meccanico, una fusione tra uomo e macchina, capace di muoversi a velocità estreme. Nella scultura Boccioni sembra riprendere l’idea del superuomo meccanico, infatti l’uomo richiama il movimento degli ingranaggi meccanici e le sue azioni sembrano modellate dall’aria.
Forme uniche della continuità nello spazio rappresenta una figura umana nell’atto di muoversi attraverso lo spazio. La figura è rappresentata mentre fa un movimento in avanti, con il busto piegato in direzione del movimento. Nonostante il movimento la figura è salda a terra e la gamba destra, posizionata in avanti, è leggermente piegata nell’atto di muoversi, mentre la gamba sinistra, posizionata posteriormente, è distesa. La scultura rappresenta una persona che si sta muovendo, ma come ogni opera futurista la figura che si vede è distorta dal movimento, tanto da non avere le braccia e sembrare scomposta. Guardando lateralmente Forme uniche della continuità nello spazio si possono distinguere chiaramente muscoli e articolazioni come i polpacci e le ginocchia della persona. Ogni muscolo inoltre sembra essere riprodotto più volte, come nelle fotografie che ritraggono oggetti in movimento che appaiono sfocate e come nelle scie di colore che Boccioni realizza nelle sue opere, ad esempio in La città che sale, per creare movimento. La vista frontale dell’opera invece mette in evidenza le forme in fase di torsione, che rendono il corpo aerodinamico ed energico, capace di dividersi nel movimento e di creare un insieme con l’ambiente circostante, che sembra anch’esso in movimento. La figura si adatta allo spazio che la circonda e sembra modellata dall’aria, per questo sul suo corpo si possono vedere zone concave e zone convesse, che rendono la scultura irregolare e dinamica. Le irregolarità del corpo creano anche dei giochi di luce, che risaltano sul bronzo scuro della scultura e la rendono simile ai quadri futuristi di Boccioni, con zone chiare e zone scure molto evidenti.
L’opera originale di Boccioni è in gesso patinato, e non è mai stata prodotta la rispettiva copia in bronzo nel corso della vita dell’autore. La scultura originale è oggi esposta a San Paolo del Brasile, al Museo di Arte Contemporanea. L’opera che il MUSMA ospiterà dal 25 luglio al 29 ottobre 2023 è una delle sei fusioni in bronzo autorizzate dalla famiglia Marinetti, ratificate da Ala Marinetti e dichiarate di interesse storico e culturale con un decreto ministeriale del maggio 2013.
Antonio Calbi curatore dell’esposizione e direttore scientifico della Fondazione Zètema: “ Così come Matera è il risultato di un’opera di scavo di secoli e secoli nel ventre della terra, anche la scultura di Boccioni è l’opera di scavo della forma e dello spazio. In entrambi i casi – la città scolpita e la figura umana in marcia – si tratta di una partitura di pieni e di vuoti, di parti in ombra e di parti in luce. E’ per queste ragioni che ho avvertito come necessario e predestinato l’incontro fra questa scultura iconica e al tempo rivoluzionaria e la città di Matera.”
La fotogallery della “Forme uniche della continuità nello spazio” con la scultura d’onore di Umberto Boccioni (foto www.SassiLive.it)