“Melfi rappresenta per Stellantis uno stabilimento centrale perché da qui si è deciso, nel giugno 2021, di far partire la rivoluzione elettrica con nuove piattaforme e quattro modelli. Una fase importante di gestione del processo di transizione ecologica che si è avviato anche con un accordo di uscite volontarie che ha portato il sito ad avere circa 5.800 occupati. La nostra azione è sempre stata improntata nella ricerca delle migliori soluzioni per salvaguardare l’occupazione e portare nuovi modelli e investimenti per garantire una prospettiva concreta agli stabilimenti. Un tema importante per noi sono i lavoratori e le aziende dell’indotto Stellantis, che sono integrate rispetto allo stabilimento e rappresentano professionalità ed eccellenze dove sono occupati circa tremila persone”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella.
“Negli ultimi anni si è avviata una semplificazione del processo produttivo e di internalizzazione di attività, senza l’assunzione del personale occupato nelle aziende indirette. Per questo un anno fa abbiamo lanciato il Patto per Melfi per ribadire la necessità che
le nuove commesse di Stellantis tengano conto dei lavoratori in forza. L’annuncio del quinto modello, anche grazie a una forte e intelligente azione di pressione esercitata insieme alla Regione Basilicata e all’impegno di installare una centrale a idrogeno verde per abbattere i costi energetici, può garantire a Melfi una prospettiva migliore. Ora aspettiamo che si passi dalle dichiarazioni alla definizione di un cronoprogramma concreto”.
“Tutta l’area industriale di Potenza è molto importante per il territorio: da Pittini a ITM, da Hitachi e il suo indotto al Gruppo SmartP@per si attraversano settori strategici che vanno salvaguardati e difesi; poi c’è anche l’area industriale di Viggiano che si concentra soprattutto nella manutenzione del Centro Oli, settore che subirà i processi della transizione e che va attenzionato; infine la zona di Matera con l’accordo Ferrosud-MerMec che ha visto la riassunzione di 64 dipendenti, fortemente voluto e governato dalla Uilm”.
“La transizione ecologica trasformerà radicalmente il tessuto industriale del nostro Paese, per questo occorre la massima responsabilità di ogni parte interessata, in primo luogo dal Governo, per vincere questa sfida che deve rappresentare un’opportunità di sviluppo. Sia a livello nazionale che europeo ci aspettiamo decisioni strutturali e definitive che possano permettere di recuperare il tempo perso in questi anni. Primo fra tutti deve essere bloccato il nuovo standard di motore endotermico euro 7, non solo costosissimo ma del tutto inopportuno se si considera che l’UE sta spingendo verso un processo assai drastico e veloce di elettrificazione nel 2035”.