Deputato Lomuti (M5s) presenta emendamento “contro lo scippo dell’acqua ai lucani. Il governo pone la fiducia: ennesimo abuso”. Di seguito la nota integrale.
Depositato emendamento (prima firma Lomuti) che abroga le modifiche apportate dal Governo e approvate dalla maggioranza di centrodestra in Parlamento che, di fatto, scippano alla regione Basilicata la gestione delle proprie risorse idriche a partire dal 2024.
In tutta risposta, il Governo Meloni pone la fiducia al decreto recante Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della pubblica amministrazione c.d. “P.A. 2”, impedendo, quindi, la possibilità di discutere e far votare gli emendamenti depositati.
L’emendamento Lomuti, ove discusso e approvato, avrebbe ristabilito la situazione normativa originaria, che già prevedeva la trasformazione in una società per azioni a totale capitale pubblico. Inoltre, la norma poi stravolta dal Governo Meloni consentiva la partecipazione delle regioni Campania, Puglia e Basilicata, sulla base della presenza di risorse idriche e di infrastrutture nei propri territori. Insomma, la Basilicata, in quanto regione più ricca dei predetti elementi, avrebbe svolto un ruolo di assoluto protagonismo.
Pertanto, non regge la goffa difesa del centrodestra lucano, che si nasconde dietro la propaganda della soppressione di un carrozzone con una nuova società ripulita dalla enorme quantità di debiti che oggi gravano su EIPLI (tra l’altro anche grazie alla gestione di commissari di centrodestra). La trasformazione a cui fanno inopportunamente riferimento non è affatto merito loro: era stata già prevista da anni.
Quello che, invece, può “intestarsi”, ahinoi, il Governo Meloni è la privatizzazione dell’acqua della Basilicata: una rapina a casa dei lucani favorita dal complice silenzio del presidente Bardi, della sua giunta, dei suoi consiglieri e di tutti i parlamentari lucani di centrodestra che avrebbero fatto meglio a scusarsi, piuttosto che arrampicarsi sugli specchi, raffazzonando una difesa ridicola e offensiva nei confronti dell’intelligenza delle lucane e dei lucani.
Infatti, al di là della trovata mediatica relativa alla denominazione del nuovo soggetto, che porterà il nome di “Acqua del Sud SpA”, la novità più significativa consiste nell’abbandono della sua qualificazione giuridica di società pubblica, che invece caratterizzava la precedente norma.
Ora aspettiamo la risposta all’interrogazione parlamentare che, nel frattempo, è stata depositata dal Deputato M5S Lomuti per conoscere i motivi di questo inaccettabile raggiro e dei ruoli giocati dalle istituzioni lucane, a partire dal presidente Vito Bardi.