Lo Spi Cgil di Matera denuncia il persistere della situazione di estrema precarietà della Sanità pubblica materana che, di fronte al perseverare dell’immobilismo della Regione Basilicata e dell’ASM di Matera, si è ulteriormente aggravata. Inesorabile è il declino dovuto dal perdurare della condizione di precarietà e degrado organizzativo della sanità materana e specificatamente del Presidio Ospedaliero “Madonna delle Grazie”.
Gli annunci roboanti da parte della Regione che preannunciavano interventi importanti che avrebbero migliorato le carenze e i ritardi nell’erogazione delle prestazioni e dei servizi ai cittadini-utenti, sono rimasti pura teoria.
Un atteggiamento politico inaccettabile perché i cittadini materani ed in particolare le categorie sociali più vulnerabili come gli anziani, di fronte al muro di gomma, rischiano di passare dalla denuncia ed il malcontento, all’assuefazione e alla rinuncia delle cure mediche.
Un fenomeno pericoloso che in Italia hanno portato circa 2,5 milioni (3,8%) di cittadini italiani di cui 1,7 milioni con una o più patologie croniche che non si sono potuti curare per colpa delle liste d’attesa. Nel mentre è cresciuto dal 37 al 42% il numero di pazienti che pagano integralmente le spese per le visite e dal 23 % al 27,6% la diagnostica.
Una spesa cosiddetta out of pocket esplosa a punto tale che ogni anno, a carico del cittadino, si è raggiunta la somma di 140.000 miliardi. In pratica un euro su quattro spesi per la sanità nel nostro Paese li aggiunge il cittadino dopo aver pagato le tasse per sostenere il servizio sanitario nazionale, utilizzando la scorciatoia dell’intramenia – prestazione all’interno dell’ospedale ma pagata dal cittadino – che rischia di superare di gran lunga l’attività ordinaria.
Un meccanismo perverso cha accentua la discriminazione dei cittadini deboli non in condizione reddituale per sopportare le spese sanitarie come si evince dalle continue e pressanti segnalazioni che continuano a pervenire dai nostri iscritti e dai cittadini.
La Regione Basilicata, al grido di denuncia che denotano un aggravamento della condizione dell’ASM di Matera, al di sotto dei livelli accettabili, avrebbe dovuto provvedere:
· a risolvere o attenuare la carenza di personale sanitario in servizio che continua a diminuire perché, a fronte di pensionamenti e di trasferimenti, le nuove assunzioni risultano pochissime rispetto alle notevoli vacanze tanto da rendere impossibile un’organizzazione in grado di garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie ospedaliere e distrettuali previste dai LEA;
· ad accelerare il Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2023-2025 dell’ASM – approvato con Delibera del 6 marzo 2023 e ricompreso nel PIAO, approvato con delibera del 28 marzo 2023 – a fronte di 111 cessazioni dal servizio previste nel 2023, programma l’assunzione nel 2023 complessivamente di 387 unità di personale (355 a tempo indeterminato e 32 a tempo determinato); delle 387 unità 223 per il comparto e 164 per la dirigenza; è evidente che si tratta di un numero di assunzioni programmate che è al di sotto della metà delle carenze storiche di personale (al netto delle cessazioni previste), che porterà alla reale copertura dei posti solo dopo la conclusione dei concorsi pubblici, che hanno tempi lunghi (circa due anni) e che il meccanismo dei concorsi unici regionali ha contribuito ad allungare ulteriormente;
· a colmare nei mesi estivi, le carenze di personale che diventano particolarmente insostenibili per la necessità di assicurare la fruizione delle ferie estive da parte del personale, determinando ulteriori vuoti di operatori e erogazione di servizi, tali da rasentare una vera e propria paralisi degli stessi;
· a riorganizzare le prestazioni sanitarie ritardate e/o non erogate che determinano l’ulteriore allungamento delle liste di attesa, generando disagi e danni irreparabili a tutti i cittadini bisognosi di assistenza sanitaria e non in condizioni economiche di ricorrere alle prestazioni sanitarie erogate a pagamento.
Invece la Regione Basilicata ha inteso procedere all’approvazione della Delibera del 8 giugno 2023 con all’oggetto: Indirizzi strategici e indicazioni operative in materia di Governo dei Tempi di Attesa delle prestazione di specialistica ambulatoriale erogate in regime SSR presso le Aziende Sanitarie Pubbliche e le strutture Sanitarie Private Accreditate della Regione Basilicata, per rispondere all’emergenza sanitaria e alle liste d’attesa specialistiche e diagnostiche.
Un tentativo discutibile e scarsamente realistico perché si intende risolvere un problema acuto qual’è quello delle liste d’attesa senza intervenire a livello strutturale (personale e finanziamenti) e della governance (competenza ed eliminazione delle concomitanza di ruoli della dirigenza).
Per governare una situazione di tale gravità e complessità necessiterebbe, oltre che di azioni e decisioni reali e tempestive per affrontare e risolvere i problemi, anche della presenza costante e assidua della Direzione Generale, assicurando, in primis, il presidio fisico del ruolo e della funzione che oggettivamente sembrerebbe essere impossibilitata dal concomitante incarico all’IRCS CROB di Rionero in Vulture.
Un Direttore Generale che in questo quadro di difficoltà, dove tutti i giorni si verificano disfunzioni e allungamento delle liste di attesa, proprio per effetto della carenza di personale ed in particolar modo di medici, si è permessa di non trattenere in servizio, prima un Dirigente medico (peraltro Direttore di UOC) e poi la primaria del reparto di Neurologia che, entrambi, pur in possesso dei requisiti per andare in pensione, avevano richiesto di poter continuare a lavorare, per poi essere smentita categoricamente dalle Sentenze del Giudice del Lavoro.
Pertanto, lo SPI CGIL di Matera ritiene che la Regione Basilicata dovrebbe assumersi la piena responsabilità politica creando le possibilità al Direttore Generale – Sabrina Pulvilenti – di rientrare a svolgere l’incarico nella Regione di provenienza non essendo stata performante nell’ASM di Matera come si evince dalle persistenti condizioni di estrema precarietà e criticità in cui versa la Sanità Materana che sta determinando ripercussioni sui cittadini e le cittadine ed in particolare su quelli appartenenti a categorie fragili e socialmente in difficoltà che sempre più non si curano.