“Curare è prendersi cura della persona e riportarla in una dimensione personale adeguata”. Questo il motto che ha accompagnato la celebrazione del diciassettesimo anno di fondazione del Centro Regionale per la Cura dei Disturbi dell’Alimentazione e del Peso di Chiaromonte afferente all’Azienda Sanitaria Locale di Potenza. Il Centro, nato il 2 agosto del 2006, si occupa di tutti quei disagi psichici e fisici legati in particolare a problematiche sommerse come la bulimia, l’anoressia, l’obesità e lo fa con due tipologie di intervento: la formula residenziale con ricoveri fino a sei mesi e la formula ambulatoriale.
Dopo gli anni della pandemia legata al Covid-19, si è tornati dunque in presenza accogliendo anche le famiglie dei ragazzi ospiti del centro, che a fine celebrazione hanno messo in scena una rappresentazione teatrale sul “Disturbo”: messo in luce tutto ciò che è connotato nel disagio in termini di depressione, rabbia, ansia, introversione, chiusura verso il mondo e verso l’altro.
Presenti l’Assessore Regionale alla Sanità Francesco Fanelli e il Direttore Generale della Asp Basilicata Antonello Maraldo che hanno manifestato la loro vicinanza e attenzione ai degenti che combattono con tale problematica.
Per il Direttore Maraldo, che assistendo alla performance teatrale degli ospiti del centro non ha nascosto la sua partecipazione emotiva, “la struttura di Chiaromonte è una eccellenza di fama nazionale, ed è struttura adeguata a rispondere ai bisogni del territorio e dell’intero centro sud con particolare riferimento alle regioni limitrofe”. È, per tanto, ferma intenzione della Direzione Generale “continuare a preservare e perfezionare il centro, migliorandolo ed implementandolo nel tempo sia da un punto di vista strutturale che di competenze sanitarie”.
L’Assessore Fanelli ha enfatizzato le doti di un presidio “che rappresenta il fiore all’occhiello per la sanità lucana, potendo contare su elevate doti qualitative degli operatori della struttura e dell’intero P.O.D.”.
Nel post Covid-19 i problemi legati ai disturbi dell’alimentazione sono aumentati, motivo per cui l’assessorato alla Sanità si farà carico di gestire la fase evolutiva della struttura seguendo le linee guida nazionali eventualmente dirette verso investimenti per l’implementazione di medici psicologi. “Quello di Chiaromonte- ha detto Fanelli- è un centro di eccellenza per il nostro territorio e in generale per tutto il Sud Italia. In questi anni si è saputo distinguere per le buone pratiche e per i percorsi terapeutici di presa in carico della persona e delle famiglie, offrendo un contributo fondamentale per la consapevolezza su un tema in passato poco conosciuto e spesso sottovalutato. I Disturbi del comportamento alimentare rappresentano al giorno d’oggi, un problema di sanità pubblica e sono oggetto di una crescente attenzione sanitaria e sociale. Pertanto, abbiamo avviato una serie di azioni mirate attraverso il Fondo ministeriale per il contrasto ai disturbi della nutrizione. L’obiettivo è quello di offrire risposte sempre più adeguate sul territorio lucano e attraverso un lavoro di squadra, attuare le giuste sinergie atte a mantenere un buon livello di qualità delle cure e della vita in generale”.
La referente del centro, Rosa Trabace, ha sottolineato come questo sia “il momento per avviare una riflessione su un ruolo che viene portato avanti con qualità pur se nelle difficoltà della sanità nazionale. Il centro ‘Gioia’- ha aggiunto- rappresenta una vera e propria casa in cui gli ospiti possono anche condividere momenti di riflessione sul benessere e sul vivere nella quotidianità con un confronto aperto, sereno e soprattutto senza pregiudizi”.
Quanto ai dati, in diciassette anni di attività sono stati oltre mille i pazienti assistiti in via residenziale provenienti per la maggior parte dalle regioni limitrofe. Nel 2022 i ricoveri residenziali sono stati cinquantacinque per un margine temporale massimo di 5 mesi. Il 60% pazienti provenienti proprio dalla Basilicata ed in percentuale variabile da Calabria e Campania. Il maggior disturbo per cui è stato proposto il ricovero è stata l’anoressia nervosa. Il percorso ambulatoriale integrato multidisciplinare ha visto la presa in carico di cinquantasei pazienti di cui quarantacinque lucani. Il percorso Obesità ha invece preso in carico centosedici pazienti, quasi tutti lucani. Nel primo semestre dell’anno in corso, in residenza vi sono stati 34 pazienti di cui l’ottanta per cento lucani. In ambulatorio integrato la presa in carico è stata di trentacinque pazienti mentre nell’ambito Obesità sono attualmente in carico settantasei pazienti. Si è abbassata l’età anagrafica scesa a dodici anni, imponendo un cambio di passo anche nell’approccio alle terapie. Motivo per cui è stata necessaria anche una riconversione delle attività, essendo passati dal doversi rapportare non con la razionalità degli adulti ma con l’impulsività dei minori. Punto centrale del ‘Gioia’ è l’attività multidisciplinare integrata che vede lavorare a stretto contatto dietisti, psicologi, medici, internisti, pediatri, nutrizionisti, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili. Fondamentali anche le attività riabilitative come la musicoterapia o l’art-therapy, lo shiatsu e l’olistica che se pur esulano dall’ambito sanitario, restano momento di sblocco emotivo emozionale per realizzare a pieno la consapevolezza di sé e riappropriarsi della propria individualità”.