Edito da BMG Matera è disponibile in libreria un lavoro alquanto pertinente con le festività natalizie. L’autore è il professore materano Nicola Rizzi, che ha scritto “c’era una volta il forno di una volta”. Un libro rapido nella sua lettura ma ricco di episodi che hanno riguardato la città di Matera negli anni in cui i forni erano il simbolo della società del tempo. I forni offrivano alle famiglie materane la garanzia di cuocere il pane impastato dalle massaie, che dedicavano prezioso tempo per renderlo straordinario con l’effetto cottura. Si cuocevano pezzi dai tre ai cinque perché quando veniva tagliato venivano fuori “cert stafagghion di pen”, che portavano nel fazzoletto rosso i muratori, i contadini che andavano in campagna. Il pane “trombato”, cioè impastato dalle massaie, rispondeva a regole precise, a ritmi consuetudinari quali quelli della prenotazione al fornaio che girava per i Sassi e annotava i nomi (soprannomi in particolare) sul foglietto di carta di un quaderno dalla copertina nera, o per chi non ne aveva, su carta da macelleria. Gialla e resistente. Ecco, Nicola Rizzi viaggia con la sua memoria su quello che è stata l’epoca particolare vissuta a Matera quando i forni abbondavano nei Sassi e i molini altrettanto sul piano come Andrisani, Padula, Quinto, La Trichera, questi cui è menzionato nel racconto di Rizzi. Nicola Rizzi in prefazione al libro chiama il professore Caserta, altro materano che conosce la storia del tempo della città più antica del mondo per averla vissuta così come tanti altri l’hanno vissuta e ne porta in memoria i tempi, le usanze, i modi di vita e gli stili di vita. Insieme alimentano un percorso di vita vissuta che appartiene alla storia, una storia che i nonni dovrebbero sempre raccontarla ai nipoti perché questi abbiano a perpetuare nel tempo la Matera antica, la Matera umile e educata che viveva con dignità delle piccole cose, che con l’affetto spontaneo dell’amicizia ne accresceva i sentimenti, le emozioni. Il libro si legge con una certa rapidità e presenta all’interno quattro foto delle maioliche dell’artista materano Peppino Mitarotonda, amico dell’autore, che raffigurano scorci di ambientazione del vicinato con i relativi forni. E nel volume è presente anche una foto in cui si possono ammirare i fornai del tempo. L’invito è quello di leggere questa pubblicazione non certamente itorno al braciere con figli e nipioti, che è desueto, ma intorno a quel calore famigliare per rinverdire il passato di vita materana che ritorna sempre fulgido e caro nella memoria di quanti si sono fatti grandi a pane ed acqua con pomodoro o con zucchero, quando era disponibile. Il libro di Rizzi è dedicato ai suoi genitori.
Carlo Abbatino.
Nella foto la copertina del libro di Nicola Rizzi