Nell’ambito delle iniziative sindacali a sostegno delle lavoratrici e lavoratori Tis (Tirocini di inclusione sociale) e Rmi (Reddito minimo di Inserimento) lucani già fatte nei paesi della provincia di Potenza, per i medesimi motivi nella provincia di Matera si terranno dei sit-in in diversi paesi.
I rappresentanti sindacali che hanno sostenuto la lotta dei lavoratori fin dall’inizio della vertenza incontreranno i lavoratori e informeranno i cittadini lucani sulla situazione attuale dei lavoratori Tis e Rmi che ancora non ricevono risposte circa la rivendicazione di alcuni diritti mai ricevuti, che sono: un salario adeguato al lavoro svolto e sufficiente ad assicurare a se stessi e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa, il diritto alla maternità, il diritto ai contributi pensionistici.
Di seguito il programma dei sit-in in provincia di Matera e a Matera
10-08-2023 a Grassano dalle ore 9.30 alle 13.00;
10-08-2023 a Tricarico dalle ore 17.30 alle 21.00;
11-08-2023 a Pisticci dalle 9.30 alle 13.00;
11-08-2023 a Pomarico dalle 17.30 alle 21.00;
12-08-2023 a Salandra dalle ore 9.30 alle ore 13.00;
12-08-2023 a Miglionico dalle ore 17.30 alle 21.00;
13-08-2023 a Matera in Piazza Vittorio Veneto dalle ore 9.30 alle ore 13.00.
Di seguito il testo del volantino.
ANCHE NOI SIAMO FIGLI DI QUESTA TERRA, SIAMO LAVORATORI, NON SI PUO’ PIU’ VIVERE CON 550 EURO AL MESE PUR LAVORANDO. A NOI CI DANNO QUATTRO FAVE, LORO MANGIANO CAVIALE E BEVONO “CHAMPAGNE”
Siamo una rappresentanza dei 1800 nuclei familiari collocati in progetti di inserimento sociale/lavorativo, nei fatti lavoratori a tutti gli effetti che non vengono riconosciuti da parte delle pubbliche amministrazioni.
Siamo lavoratrici e lavoratori della Basilicata impegnati da anni in progetti di pubblica utilità, collocati nelle scuole, nei tribunali, nei comuni, nel verde pubblico e in tanti altri ambienti di lavoro della pubblica amministrazione, svolgendo attività dove la carenza di personale e una inesistente pianificazione di rinnovo occupazionale oltre alla compressione dei livelli dei servizi minimi da assicurare alla comunità crea disagi e disservizi agli utenti, colmati in parte con il nostro lavoro gratuito e senza un regolare contratto di lavoro.
Negli anni abbiamo acquisito professionalità e competenze riconosciute da tutti , ma formalmente e nei fatti non siamo neanche degni di essere chiamati “lavoratori”.
Non abbiamo diritto alla malattia, ai contributi pensionistici, ad un giusto riposo, alla maternità, non abbiamo alcun diritto riconosciuto. Sono passati decenni dal nostro primo inserimento in platee di pubblica utilità, ci hanno chiamati con i nomi più fantasiosi e disparati pur di tenerci sempre nel mondo sommerso del lavoro nero legalizzato dalle istituzioni, adesso siamo definiti “tirocinanti di inserimento sociale” e “reddito minimo di inserimento”.
Assistiamo disabili, guidiamo pulmini dei comuni, visioniamo documenti e atti sensibili in comuni e tribunali, siamo presenti nelle mense scolastiche e tante altre mansioni, insomma svolgiamo un regolare lavoro ma senza un regolare contratto.
Percepiamo un sussidio più basso di un reddito di cittadinanza, solo 550 euro al mese e senza nessun altro diritto. Siamo in presidio permanente da decine e decine di giorni sotto il palazzo della Regione Basilicata a Potenza.
Mentre nel palazzo regionale ci sono politici che 550 euro li prendono in un solo giorno, noi questi soldi li riceviamo in un mese. In verità non ci riconoscono assolutamente quello che realmente ci spetta e non chiediamo la luna nel pozzo ma solo la stabilizzazione con un contratto di lavoro.
Siamo qui per far conoscere la nostra situazione, chiedere la vostra solidarietà e intercettare altri lavoratori che come noi vivono le nostre stesse condizioni e vogliono unirsi a questa giusta battaglia.