Cavallo (Cisl Basilicata): Basilicata in zona retrocessione per redditi e retribuzioni. Di seguito la nota integrale.
Secondo il centro studi della Cisl Basilicata persiste un forte divario territoriale nella distruzione dei redditi e delle retribuzioni. La Basilicata si conferma agli ultimi posti con un divario rispetto alla Lombardia di 9 mila euro per reddito medio e di oltre 7 mila euro per retribuzione globale. Cavallo: «La nostra proposta di democrazia economia essenziale per ridurre il divario»
9 mila euro: a tanto ammonta la differenza tra il reddito medio in Lombardia e quello registrato lo scorso anno in Basilicata. È quanto emerge dall’analisi territoriale delle dichiarazioni dei redditi 2022 a cura del ministero dell’Economia e delle finanze, ripresa dal centro studi della Cisl Basilicata. Lo studio conferma l’esistenza di un forte divario territoriale nella distribuzione del reddito. Infatti, mentre nella ricca Lombardia il reddito medio dichiarato dai contribuenti è di 26.600 euro, la Basilicata, con un valore di 17.600 euro, si classifica terzultima dopo Calabria e Molise nella classifica dei redditi medi per regione, attestandosi di poco sotto la media dei redditi del Mezzogiorno, pari a 18 mila euro, e lontana dalla media registrata nelle regioni del Centro (23.300 euro) e in quelle del Nord, dove il reddito medio è pari a 25 mila euro. Anche l’andamento dei salari – osserva il centro studi della Cisl lucana – è contraddistinto da notevoli disuguaglianze territoriali. Nel 2021 la retribuzione globale annua media italiana è stata pari a 30 mila euro, valore che in Lombardia sale a 32.462 euro e in Basilicata scende sotto la soglia dei 25 mila euro (24.940 euro). In questo caso la Basilicata conquista la poco ambita maglia nera delle retribuzioni, sotto la media del Sud (26.300 euro) e assai lontana dalle regioni del Centro (29.300 euro) e del Nord (30.800 euro).
«Su questo dato – commenta il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo – incidono diversi fattori, quali la dimensione delle aziende, i profili professionali e le specializzazioni, il tasso di lavoro sommerso, il tasso di istruzione. Questo dimostra l’urgenza dell’iniziativa della Cisl per la realizzazione della democrazia economica e ci spinge nei prossimi mesi, attraverso specifici appuntamenti, ad intensificare la campagna di raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Partecipazione al lavoro” con la quale intendiamo dare piena applicazione all’articolo 46 della Costituzione che sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, determinando attraverso la rappresentanza, la partecipazione e la contrattazione un aumento dei salari, dei benefit e del welfare aziendale. Questa proposta di legge può rappresentare una vera e propria svolta nelle relazioni sindacali, soprattutto al Sud e in Basilicata, accrescendo quella retribuzione globale annua che ci vede ultimi in classifica, migliorando il potere di acquisto dei lucani e contribuendo, in maniera strutturale, anche alla riduzione delle emigrazione per sfuggire ad una tendenza di povertà anche lavorativa», conclude il segretario della Cisl lucana.