Raccolta firme per il salario minimo,Lomuti (M5s): “Inizio con il botto, pagina in tilt per i troppi accessi”. Di seguito la nota integrale.
È iniziata col botto la raccolta firme a sostegno della proposta di legge a prima firma di Giuseppe Conte per l’introduzione del salario minimo a 9 euro l’ora (Atto Camera n. 1275).
Applichiamo la nostra Costituzione che, all’art. 35, afferma che chi lavora ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Questo diritto viene costantemente violato: in Italia, infatti, sono più di 3 milioni le persone che pur lavorando sono povere.
Per questo le forze di opposizione (Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico, Azione, +Europa) hanno firmato una proposta unitaria che prevede che nessun lavoratore possa ricevere una retribuzione oraria inferiore a 9 euro l’ora, senza considerare tredicesima, quattordicesima, TFR, ecc., che devono essere sempre garantite.
Giorgia Meloni, invece, ha fatto l’ennesima retromarcia anche su questo tema: infatti, venerdì scorso, a Palazzo Chigi, dopo mesi di dibattito in Parlamento, la Presidente non ha presentato nessuna controproposta, limitandosi ad annunciare il coinvolgimento del CNEL di Brunetta (che si è schierato apertamente contro questa misura). Tra l’altro, proprio la Meloni in passato voleva abolire il CNEL, oggi lo valorizza per non affrontare la questione.
Insomma, il centrodestra scappa lanciando la palla in tribuna, mentre 3,6 milioni di lavoratori e lavoratrici continuano a percepire paghe da fame.
La nostra proposta di legge per il minimo di 9 euro lordi l’ora è in Parlamento e malgrado i tentativi maldestri di boicottarla da parte della maggioranza, noi non ci fermiamo.
Penso alle guardie giurate, la cui categoria ha appena siglato un rinnovo con incrementi irrisori, nonostante la funzione importantissima che svolgono per mantenere la sicurezza nel pubblico e nel privato. Ma in genere sono i contratti c.d. pirata, firmati cioè da sigle inconsistenti, a stabilire condizioni peggiori e salari più bassi rispetto ai CCNL firmati dai sindacati più rappresentativi.
E prendiamo ad esempio la Basilicata: il centrodestra si sciacqua la bocca sul problema dello spopolamento ma nulla fa per i giovani lucani sfruttati, sottopagati, non rappresentati e messi ai margini del mercato del lavoro. Per non parlare della sua inconsistenza nel tutelare quasi 2000 TIS e RMI letteralmente discriminati e umiliati dal Governo Meloni.
Combattiamo insieme questa battaglia, firmiamo la petizione popolare che abbiamo lanciato ufficialmente insieme alle forze di opposizione e facciamo sentire al Governo la voce dei cittadini che non hanno voce.
Dai 20mila che si sono radunati il 17 giugno a Roma per dire “basta vite precarie”, alle centinaia di migliaia che ieri hanno cliccato sul link facendo andare letteralmente in tiltla pagina.
Firmiamo la petizione e contribuiamo a diffonderla tramite i vostri contatti.
Facciamo sentire la nostra voce!
clicca qui per il link con tutte le istruzioni.