Consiglieri regionali Vizziello e Zullino (Basilicata Oltre): “Dopo aver umiliato le dottoresse lucane con il suo amico Bortolan, ora il presidente Bardi tenta di umiliare anche le giornaliste professioniste”. Di seguito la nota integrale.
«La solita reazione scomposta del presidente Bardi arriva ogni qualvolta si manifestano libertà di pensiero o, come in questo caso, anche semplici dubbi su una materia sensibile come quella del credito d’imposta 110. Questa volta Bardi si scaglia con inaudita violenza contro giornalisti che hanno osato evidenziare la necessità di possibili correzioni all’ultimo provvedimento del governo lucano, approvato dal Consiglio regionale, che rappresenta l’ennesima legge manifesto. La Regione non può acquistare i crediti d’imposta perché c’è un esplicito divieto introdotto dall’art.1 del decreto legge n.11 del 16/02/2023, un divieto voluto dal governo Meloni. È vero che l’idea iniziale del presidente era incostituzionale perché la Regione e gli Enti del perimetro di consolidamento dei conti pubblici, tra cui il servizio sanitario regionale, non possono acquistare i crediti. Ma solo in questo caso avrebbe avuto senso varare una norma specifica, perché ci sarebbe stata sostanza concreta utilizzabile. Invece ostinatamente il governo regionale ha voluto a tutti i costi insistere, creando, oggi, ingiustificate illusioni ai cittadini». È quanto dichiarano i consiglieri regionali di Basilicata Oltre, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello.
«Anziché scagliarsi contro giornalisti lucani, Bardi, con i suoi collaboratori forestieri, farebbe bene a spiegare come farà a soddisfare le aspettative del mondo delle costruzioni, che secondo i dati dell’Enea al 31/07/2023 ha maturato crediti per circa un miliardo di euro, con i pochi spiccioli che potrebbero venire dai tributi di competenza di Acquedotto lucano, Api Bas, Sel e Sviluppo Basilicata. Pochi spiccioli che metteranno in difficoltà finanziaria la gestione di Acquedotto lucano che, se va bene, coprirebbero dall’1 al 3% delle aspettative del settore delle costruzioni. Una goccia in mezzo al mare. Una briciola che per essere equamente divisa dovrà essere disciplinata da criteri ferrei e ragionevoli, come sottolineato dalla nota del Mef del 07/08/2023 che, fra l’altro, ricorda alla Regione i rischi derivanti dalla solidarietà del cessionario (cioè gli Enti della Regione) in caso di inesistenza dei crediti. Vale a dire che in caso di truffa ne risponderanno in solido Acquedotto lucano, Sel, Api Bas e Sviluppo Basilicata, cioè quegli Enti che già annaspano per l’insufficienza di liquidità e che adesso dovrebbero entrare in gioco per fare da “banca”, cioè ben altra attività rispetto a quella per cui esistono. È un rischio che, evidentemente, la Regione non dovrebbe far correre alle sue partecipate. Pensiamo ad Acquedotto lucano che sta affrontando una crisi senza precedenti. Una crisi che in un primo momento il presidente Bardi sembrava voler affrontare addirittura creando una “bad company”, cioè un buco nero dei debiti accumulati che si sarebbe portato dietro pezzi del sistema produttivo regionale. Adesso, invece, la crisi Acquedotto l’affronta con i soldi di pantalone, cioè con un inedito e clamoroso trasferimento di contributo a carico del bilancio Regionale. E Acquedotto lucano dovrebbe acquistare i crediti di imposta? Acquedotto lucano, come sottolineato dalla nota del Mef, dovrà accollarsi anche il rischio in caso di truffa dei crediti ceduti? Acquedotto Lucano che non ha le liquidità per riparare come si deve le strade di tutti i Comuni lucani, quando interviene per rimediare alle perdite della rete idrica, diventata un irrimediabile colabrodo? Una briciola in pasto a una miriade di aventi diritto, mi ricorda l’indicazione attribuita a Maria Antonietta d’Asburgo, di fronte a una rivolta popolare: “Se non c’è pane che mangino brioche”», continuano Zullino e Vizziello.
«È evidente che la decadente azione dell’amministrazione regionale, ora evidenziata anche dai parlamentari di FdI, spinge Bardi con ogni mezzo a giocare sulle necessità dei lucani, utilizzando impropriamente le società partecipate che poco o niente potranno fare sulla materia. Bene ha fatto la giornalista della Gazzetta, Antonella Inciso, ad evidenziare dubbi sulla coerenza della norma che, a prescindere dal tracciato costituzionale, opererebbe in aperto contrasto con la mission delle società partecipate e con le loro reali possibilità. Non è la prima volta che Bardi attacca e offende i professionisti lucani (guarda caso per lo più donne). Dopo aver umiliato le dottoresse con Bortolan, la classe dirigente regionale chiamando i funzionari da fuori, oggi offende anche la categoria dei giornalisti: sarà quindi ricordato per aver solo umiliato i lucani e svenduto la Basilicata», sottolineano.
«Invece di offendere e raccontare menzogne attraverso il canale Telegram Next Generation, Bardi dia spiegazioni su chi gestisce questo social, se è finanziato direttamente o indirettamente da fondi pubblici, e per quale scopo è nato. Noi di Basilicata Oltre alziamo le barricate in difesa dei lucani: non permetteremo più a Bardi di offendere i nostri concittadini», concludono i consiglieri regionali di Basilicata Oltre, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello.
sono questi ridicoli personaggi che umiliano l’intelligenza di chi li ascolta