“Il progetto di riqualificazione dell’area industriale di Tito, a ridosso della sede del Cnr, sia pure contenga aspetti fortemente innovativi riferiti all’attività futura di ricerca e interessanti prospettive di occupazione di alta qualità, oltre che interventi di tutela ambientale, non va disgiunto dall’azione di bonifica dell’area ex Liquichimica e di quella ex Daramic, di recupero di immobili e capannoni dismessi, di sempre più indispensabili lavori ed opere infrastrutturali”. Così Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Basilicata che aggiunge: “prendiamo atto che per il rilancio dell’area di Tito la Giunta Regionale pensa a “due tempi” e rinvia alla Zes unica come se quest’ultima fosse la “bacchetta magica” per risolvere problematiche di politica industriale sempre rinviate. Noi invece – dice il segretario Uil – continuiamo a pensare che per l’attrazione di nuove attività produttive non bastano né la Zes unica e né qualche incentivo. Accantonare i programmi di bonifica per quello che è stato individuato Sito di interesse nazionale (per la bonifica) è un forte errore di sottovalutazione che denota l’ennesimo tentativo di scaricare responsabilità sui Ministeri interessati. Ma soprattutto, dopo troppi anni di abbandono di quest’area sulla quale negli anni novanta si erano accese le speranze di industrializzazione ed occupazione andate deluse, come dimostrano le tante vertenze di fabbriche chiuse e posti di lavoro persi dopo pochi anni, diventa necessario – aggiunge – dotarsi di un disegno strategico unico. Vorremmo inoltre capire che ruolo si intende dare ad ApiBas, istituita proprio per dare una programmazione organica, e ai progetti affidati per Tito e tutte le altre aree industriali che attendono ancora semplici ed essenziali interventi di pubblica illuminazione ed infrastrutturazione viaria primaria. Invece, si preferisce investire 55 milioni di euro di cui oltre 30,5 a carico della Regione pur nella consapevolezza che il cosiddetto Green Digital Hub rischia di nascere nel “deserto industriale”. Quanto al futuro della ricerca in Basilicata a partire dal Cnr di Tito anche noi come sindacato abbiamo proposte ed idee che vorremmo poter discutere. Infine, registriamo l’ennesima comunicazione del Presidente Bardi a progetto approvato, senza alcuna consultazione con i sindacati e non sappiamo se anche con le associazioni imprenditoriali che pure hanno sempre manifestato interesse per le sorti dell’area industriale di Tito. Ancora un’occasione mancata nel solco dell’atteggiamento di rifiuto di attuare un’effettiva concertazione sociale (materia da sempre ostica alla Giunta Regionale) nonostante continuiamo a chiedere di condividere le scelte prioritarie per quest’ultimo scorcio di legislatura”.
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