Enzo Acito: Nuovo Codice degli Appalti socio occulto nell’attuazione dell’Autonomia Differenziata. Di seguito la nota integrale inviata da Enzo Acito, già consigliere e assessore regionale.
Nell’ afa post ferragostana brucia il rischio della perdita, dai fondi PNRR, di oltre 190 milioni tagliati alla Basilicata: pocopiù di 123 milioni in provincia di Potenza e quasi 68 milioni in provincia di Matera.
Si legge nelle repliche: progetti vecchi, da rimodulare ed eventualmente finanziare con altre fonti (risorse europee della coesione e il Fondo Sviluppo e coesione).
Il tema non è solo non perdere questi finanziamenti, ma anche (e soprattutto) come evitare che questo rischio si reiteri nel prossimo futuro, non solo per la Basilicata e non solo per il PNRR, ma per tutto il Mezzogiorno, per la prossima programmazione comunitaria e per la gestione dei fondi ordinari trasferiti dallo Stato alle Regioni.
Glienti pubblici meridionali, soprattutto i piccoli comuni, soffrono la carenza strutturale aggravata da anni di blocco delle assunzioni e da valanghe di pensionamenti; oggi si inizia ad intravedere l’inversione della rotta, ma i tempi per rinforzare le strutture e per renderle capaci di entrare a regime sono incompatibili con i tempi ristretti richiesti per l’attuazione del PNRR e forse anche con la prossima programmazione comunitaria 23-27.
Gli enti pubblici meridionali scontano una scarsa capacità progettuale interna, non sempre in termini di qualità ma in termini di numero di dipendenti dedicati, sufficiente per elaborare i progetti da candidare ai finanziamenti.
Con il vecchio codice (D.Lvo 50/2016) i livelli di progettazione erano tre (preliminare, definitivo ed esecutivo). Gli uffici tecnici comunali (ma vale anche per le province e per gli altri enti pubblici territoriali) riuscivano, nonostante la carenza del personale, a redigere i progetti preliminari sufficienti per poter candidare la proposta ad un finanziamento specifico, acquisito il quale c’era la copertura finanziaria per affidare all’ esterno i due livelli successivi (definitivo ed esecutivo) con livelli di dettaglio, spesso, abbastanza impegnativi per poter essere sviluppati all’ interno delle strutture già oberate da altre incombenze.
Questo problema era soprattutto per i comuni e gli enti meridionali, molto meno per quelli che erano riusciti a conservare la struttura interna ed anche a rinforzarla (grazie alla spesa storica oggetto del confronto sulla autonomia differenziata).
Il sindaco Sala l’ha dichiarato apertamente: Pnrr, il sindaco Sala al governo: “Date i soldi a chi sa investire. Milano pronta” (LaRepubblica 29 MARZO 2023)
E come il comune di Milano del sindaco Sala, è pronto il Nord a fare incetta, in barba al 40% destinato al Sud con il PNRR.
Come attuare questo disegno nordista? Ovviamente non con lo scontro politico diretto, ma con la dimostrazione della inefficienza del Sud nel saper progettare e candidare proposte; il Sud piagnone, incapace, che mette a rischio i finanziamenti presi a prestito dall’ Europa e, per salvare la faccia della Nazione, chiede il sacrificio del Nord che, per fortuna, sa progettare, è operativo, è capace e ci fa fare bella figura.
Roba da farci travolgere da una inarrestabile sindrome di Stoccolma!
Cosa fa un Governo che percepisce la diversa velocità tra un Nord strutturato (non per meriti suoi, come ci illumina Pino Aprile nel suo Terroni e il Nuovo Terroni) ed un Sud rallentato da blocco delle assunzioni e pensionamenti a valanga?
Adotta il nuovo Codice degli Appalti ( D.Lvo 36/2023) che entra in vigore il 1 luglio scorso, che elimina il livello di progettazione preliminare, li porta a due (progetto di fattibilità tecnico economico e progetto esecutivo) con il primo livello che ha la stessa complessità del precedente progetto definitivo, quello che gli enti locali davano molto spesso all’esterno, per la complessità di cui abbiamo parlato prima.
Quindi gli enti locali meridionali non potranno più dotarsi di una banca progetti redatti all’interno, perché il livello minimo per candidarli all’esterno è salito di quel tanto da metterli fuori gioco.
Quindi senza progetti non si candidano le proposte e niente finanziamenti!
Così arrivano i “piemontesi” che ci aiutano a non fare brutta figura con l’Europa, e se il 40% del PNRR diventerà il 4% la colpa sarà solo nostra per la nostra incapacità progettuale, ringrazieremo i salvatori e chiederemo anche scusa.
Ora mi chiedo: se i tre livelli di progettazione erano previsti già nella legge fondamentale dei lavori pubblici del 1865 (non è un refuso: milleottocentosessantacinque) ed hanno resistito sino al 30 giugno 2023, passando attraverso diverse leggi sugli appalti pubblici dopo la legge del 1865 (legge 109/94, D.Lvo 163/2006, D.Lvo 50/2016) vuol dire che funzionava, vuol dire che ha accompagnato la storia dei lavori pubblici dall’unità d’Italia alla ricostruzione post guerre, post terremoto, post tutto).
Che bisogno c’era di sconvolgere il sistema della progettazione a ridosso delle scadenze del PNRR ?
Ecco il disegno perverso: il Sud non produce progetti, in Nord sì, grazie Nord.
La regione Basilicata aveva intuito la difficoltà dei comuni in vista del PNRR ed aveva, prima in Italia, approvato la legge “Basilicata si progetta” (agosto 2020) con cui assegnava a tutti i 131 comuni della Basilicata risorse per affidare incarichi a professionisti esterni per redigere i progetti preliminari e realizzare una banca progetti pronti per essere candidati al PNRR ead altri finanziamenti.
Dopo quel finanziamento di 3 milioni di euro questo incentivo non è stato riproposto ed oggi i comuni lungimiranti hanno avuto la capacità di avere un parco progetti pronto per essere utilizzato, ma le risorse non sono state sufficienti.
Se la misura fosse stata reiterata a favore degli enti locali, quindi non solo i comuni, forse li avremmo messi in condizione di poter rispondere ai bandi PNRR e la perdita di 190 milioni del PNRR per la Basilicata forse non ci sarebbe stata.
A conti fatti l’analisi costi/benefici sarebbe stata un grande successo!