Partenza col botto per la sessione marateota del Peperoncino Jazz Festival, rassegna musicale itinerante organizzata dall’associazione culturale Picanto che quest’anno più che mai sta collezionando un sold out dietro l’altro nelle tante tappe in cui sta articolando il suo itinerario turistico e culturale (60 i concerti in programma in oltre 30 località nell’arco di due mesi di programmazione).
Iniziato lo scorso 16 luglio e in programma fino al 24 settembre prossimo, il festival ideato e diretto artisticamente da Sergio Gimigliano, dopo le appassionanti tappe calabresi (che hanno visto di scena, tra gli altri, artisti del calibro di John Patitucci, Paolo Fresu & Omar Sosa, il trio Servillo/Girotto/Mangalavite, Fabrizio Bosso, Eric Daniel, Daniele Scannapieco, Dave Howard, Denise King, Yumi Ito & Szymon Mika, Gianluca Guidi, Joyce Yuille, il trio Ricci/Rosciglione/Ariano, Andrea Braido, Livia Mattos ecc), per volere dell’Assessora al Turismo e Spettacolo Valentina Trotta e di tutta la compagine amministrativa guidata dal Sindaco Daniele Stoppelli ieri (venerdì 25 agosto) è approdato a Maratea.
Nella cittadina lucana candidata al titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2026 in virtù delle bellezze paesaggistiche che ne impreziosiscono il territorio e per le numerose e prestigiose iniziative culturali organizzate nel corso dell’anno, nella gremitissima Piazza Sisinni, è salito in cattedra il grandissimo Paul Wertico, storico batterista del Pat Metheney Group, musicista che per circa un ventennio ha girato il mondo in compagnia del migliore chitarrista di jazz esistente, vincendo, insieme a lui, ben 7 Grammy Award e collaboratore anche di altri musicisti del calibro di Larry Coryell, Kurt Elling e Jeff Berlin.
Accompagnato dal notevole pianista Fabrizio Mocata (di origini siciliane ma da anni in giro per il mondo) e dal solido contrabbassista emiliano Gianmarco Scaglia, musicisti di grande talento con i quali da oltre un decennio è attiva una proficua collaborazione sia dal vivo che in studio, il formidabile batterista di Chicago per oltre un’ora e mezza ha letteralmente infiammato il pubblico (accorso numeroso da ogni parte della regione per quella che è stata una delle quattro tappe italiane del suo tour europeo), dialogando musicalmente con i suoi fidi accompagnatori, con i quali ha eseguito brani contenuti negli album “Free the Opera!” – insieme di arie di Verdi e Puccini letteralmente “liberate” dai canoni performativi della musica classica e dell’Opera e magistralmente stravolte nel segno dell’improvvisazione – e “Letter from Rome”, raccolta di brani originali dei tre musicisti.
Così, nel corso di quella che è stata una serata praticamente perfetta sotto ogni punto di vista, durante la quale al grande interplay musicale sul palco ha fatto da contrappeso la bellissima energia che c’era in circolo e la sinergia umana ed emozionale tra gli artisti ed il pubblico, i tre hanno proposto un repertorio variegato e definito in modo totalmente estemporaneo (come dichiarato da Mocata, che a più riprese si è fatto portavoce e traduttore dei lunghi e divertenti racconti e interventi di Wertico, improvvisare la scaletta è un must per il trio), che è andato dal “Coro degli Zingari” di Verdi con un arrangiamento rivoluzionario dell’istrionico pianista, al coinvolgente “Hot Blues” (a firma di Scaglia), fino a pezzi nati dall’estro compositivo del batterista americano, capace di dar vita a brani in stile free jazz (come quello che descrive musicalmente il deragliamento di un treno che esce improvvisamente dai binari), ma anche splendide ballad (tra cui una dolcissima dichiarazione d’Amore per la moglie Barbara).
Sul finale, il pubblico ha tributato a Wertico e compagni applausi entusiasti, trasformatisi, poi, in una vera e propria standing ovation.
Richiamato sul palco a gran voce, il trio ha poi eseguito come bis un medley di arie d’opera, conclusosi con una dolcissima versione del “Nessun dorma” di Giacomo Puccini, rimasta a fine concerto nelle orecchie e nei cuori di tutti gli spettatori che, felici, canticchiando, hanno lasciato la piazza.
Calato il sipario su questo primo atto del Peperoncino Jazz Festival a Maratea, già ci si prepara a nuove emozioni, che si concretizzeranno nel pomeriggio di mercoledì 30 agosto, quando, in quella che è forse la location più rappresentativa dello splendido centro tirrenico, il belvedere sottostante la statua del Cristo Redentore, all’ora del tramonto (ore 18.30) si esibirà il quintetto capitanato da Elisabetta Serio, storica pianista di Pino Daniele, con ospite la carismatica e travolgente cantante inglese Sarah Jane Morris.
Il XXII Peperoncino Jazz Festival, il cui progetto verrà presentato a valere sull’avviso pubblico “Eventi di Promozione Culturale 2023” della Regione Calabria nell’ambito delle attività relative al brand Calabria Straordinaria, è un evento realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, con i prestigiosi patrocini istituzionali della Provincia di Cosenza, del Parco Nazionale del Pollino e Parco Nazionale della Sila, del GAL Riviera dei Cedri, di 30 amministrazioni comunali, dell’Istituto di Cultura svizzera Pro Helvetia, di Puglia Sound, oltre a quelli di associazioni quali i-Jazz, FAI, Touring Club Italiano, F.I.S. Calabria, Fondazione Premio Sila e C.O.T. Diamante & Riviera dei Cedri.
Le due tappe del festival in programma nell’edizione 2023 nella località lucana di Maratea sono realizzate con il contributo del Comune di Maratea e della Regione Basilicata.