“Gli accordi sindacali siglati a livello nazionale sulla vertenza che vede coinvolti i lavoratori del servizio mensa, dipendenti della società Serenissima, impegnati negli ospedali del San Carlo di Potenza e Pescopagano, non risolvono la questione principale del problema. Le difficoltà, tra l’altro anche organizzative conseguenti ai contratti di solidarietà, hanno radici nell’appalto che, come evidenziato più volte, non risponde alle reali esigenze e risulta impreciso nell’inquadramento dei lavoratori. Per questo serve avere lo sguardo lungo ed iniziare a discutere, convocando un apposito tavolo tecnico, su come prevenire ed evitare ulteriori conseguenze negative per i lavoratori. La società ha, infatti, già evidenziato 20 esuberi rispetto ai 65 dipendenti”.
A spiegarlo è il segretario della Filcams Cgil di Potenza Michele Sannazzaro che, in seguito al recente incontro in Prefettura a Potenza convocato dopo il tavolo nazionale a seguito del quale Filcams Cgil, la Fisascat Cisl e la Uiltucs Uil hanno sottoscritto un verbale di rinnovo del Contratto di Solidarietà con la ditta Serenissima, ha voluto precisare come le procedure di raffreddamento e conciliazione richiesta dalla Filcamsl nei confronti dell’azienda Serenissima non rappresentino la definitiva risoluzione della vertenza.
“L’azienda che si occupa del servizio mense -ha spiegato Sannazzaro- sta raggiungendo il numero di pasti erogati durante il pre Covid. Numeri che, però, già non erano sufficienti a garantire la sostenibilità dei costi del servizio risultando, quindi, non proporzionati alle reali esigenze. Nell’appalto, infatti, il numero di pasti risulta più alto rispetto a quello effettivo. Questo è solo uno dei fattori che condizionano negativamente la situazione lavorativa in generale. Non vogliamo creare allarmismi ma anche durante l’ultimo incontro in Prefettura a Potenza, a cui hanno partecipato oltre alle sigle sindacali l’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, la ditta appaltatrice Serenissima e l’Ispettorato territoriale del lavoro, la questione è stata tamponata ma non risolta definitivamente”. La Filcams Cgil aveva richiesto un tavolo di confronto in Prefettura a Potenza per verificare le condizioni che hanno portato l’azienda a presentare, a livello nazionale, la richiesta dell’ammortizzatore sociale.
“Le radici del problema -ha continuato Sannazzaro- derivano, come la stessa Serenissima ha fatto intendere, dalla gara d’appalto che come contestato dalla Filcams Cgil nel 2019, ovvero al momento del cambio d’appalto, non garantiva i livelli occupazionali. Non fu facile in quell’occasione salvare i posti di lavoro e questo, lo voglio ricordare, fu possibile solo grazie ad una contrattazione tra Filcams Cgil, rappresentanti della Uiltucs dell’epoca e l’ingegnere Giuseppe Spera che non ricopriva ancora il ruolo di direttore generale del San Carlo. Fu un grande risultato: fu assunto tutto il personale senza far perdere ore ai lavoratori”.
Secondo Sannazzaro, però, “attualmente il contesto è mutato e ulteriormente peggiorato alla luce dei noti rincari sui costi dell’energia e delle materia prime. Oggi purtroppo i problemi aggravati dalle condizioni post Covid e l’aumento dei costi stanno portando l’azienda Serenissima a riaprire le problematiche che potrebbero portare, al termine degli ammortizzatori sociali, ad affrontare conseguenze negative per i lavoratori”. Per questo la Filcams Cgil, al termine della riunione in Prefettura a Potenza, ha chiesto l’apertura, il prima possibile, di un tavolo tecnico tra azienda ospedaliera, Serenissima e sindacati.
“Il direttore generale dell’Ospedale San Carlo, Spera, – ha annunciato Sannazzaro- ha raccolto la nostra richiesta. Speriamo che il tavolo tecnico venga convocato nell’immediato perché è necessario cercare e trovare a breve strade da percorrere per evitare eventuali esuberi e gestire il servizio in modo che venga garantito così anche una migliore gestione del personale. Nel frattempo, la Filcams Cgil – ha concluso Sannazzaro- mantiene lo stato di agitazione dei lavoratori aspettando i risultati del tavolo tecnico e la riconvocazione della Prefettura di Potenza”.