L’ingegnere materano Mario Maragno in una nota esprime alcune riflessioni sui lavori in corso in piazza della Visitazione a Matera con l’obiettivo di rimodulare alcune scelte progettuali al fine di destinare questi spazi alla migliore fruibilità. Di seguito la nota integrale.
Non chiamatela più “Piazza della Visitazione”
Semplicemente perché non esiste più, così come non esisterà più piazza Matteotti.In un solo colpo il costruendo “Parco Intergenerazionale” le cancella entrambe, per far posto ad un discutibile, articolato e banale intreccio di percorsi pedonali, serra didattica!, aree a verde, area giochi e area attrezzata (con tutto quello che ne consegue in termini di costi e di gestione),nell’ambito del quale l’unico punto di forza appaiono i parcheggi interrati.
Il caos ei disagi che da alcune settimane si stanno vivendo nella zona (pur in una comprensibile ottica cantieristica), e non ultima la grande confusione per l’obbligata frammentazione delle “Giostre” in occasione della nostra amata festa patronale, ci stanno facendo seriamente riflettere sulla necessità di rimodulare quanto prima il progetto in corso perché di una vera “piazza” finalmente si torni a parlare, concepita non solo in termini di aggregazione e socialità, ma, visti i tempi e le esigenze attuali, di spazi flessibili, polifunzionali, idonei -all’occorrenza- ad ospitare eventi, manifestazioni e servizi a ridosso e supporto del vicino “centro storico”.In poche parole:privilegiare servizi e funzionalità anche “al piano”,pur in un gradevole, ma limitato, mix diverde pubblico.
Ricordiamo la visita di Papa Giovanni Paolo II del 27 aprile 1993, cui dobbiamo la denominazione di “Piazza della Visitazione”, e di cui mi piace ricordare l’autore del pregevole “palco” progettato dal compianto arch. Tonio Acito. Doveva essere il cuore pulsante della città, una piazza per l’appunto, non un parco!
Tutti i progetti che si sono susseguiti in questi ultimi anni non hanno compreso che l’inarrestabile sviluppo turistico della città, anche a seguito della sua designazione a Capitale Europea della Cultura, necessitava di un ampio spazio urbano di supporto al suo meraviglioso ma fragile tessuto storico, una sorta di Hub, di cerniera tecnologica tra la città antica e quella moderna dove collocare nei “sotterranei” i servizi più disparati,in particolare quelli della mobilità,e “al piano” le funzioni di “piazza“ come sopra già indicate, con pochi dettagli di margine e di ricucitura urbana, ivi comprese aree a verde limitate e oculatamente dislocate.
Già in occasione di alcuni incontri pubblici abbiamo avuto modo, allorquando rappresentavo l’Ordine degli Ingegneridi Matera e la locale Soprintendenza B.A.P., di esprimere forti perplessità su tale soluzione prescelta, nella quale, purtroppo, un ruolo dominante e centrale assume proprio la nuova Stazione F.A.L., di cui, voglio sottolineare, non è in discussione l’apprezzabile qualità progettuale, e tantomeno l’encomiabile e attenta qualità costruttiva, ma la sua “ingombrante estraneità” al contesto circostante, attesa anche la presenza, a soli pochi metri!!!, dell’antica stazione ferroviaria, un edificio di pregio tanto da essere sottoposto a tutela storico-architettonica, peraltro già oggetto di un accurato lavoro di restauro. Senza parlare della ns. sede municipale, cui addirittura volge inspiegabilmente e colpevolmente le spalle!!!, investendo quasi la sede stradale di Via A. Moro.
Un elegante ingresso sotterraneo tipo metropolitana, preferibilmente a margine dell’antica stazione, avrebbe rappresentato una soluzione intelligente e funzionale,con evidente risparmio di suolo e di denaro.Non ci è mai stato possibile conoscere le vere ragioni di tale scelta che, non ce ne vogliano, appare essere solo la conseguenza di un’ambizione narcisistica dell’Ente ferroviario.
Purtroppo, la fretta di dover impegnare i finanziamenti messi a disposizione dai fondi europei, non ha concesso sufficiente tempo e spazio per riflettere sulla migliore articolazione progettuale e sulla necessità di costruire un’ulteriore “Stazione”, costringendo uffici tecnici e amministrazioni comunali, e probabilmente anche le F.A.L., a procedere senza ulteriori indugi e con tutti i rischi che questo ha comportato.
Concludo, senza presunzione e senza alcun tono polemico verso chicchessia,ma con sincero spirito civico e costruttivo di chi in questi anni ha contribuito a ridisegnare e valorizzare il nuovo tessuto culturale della città, consegnando tali spunti nelle mani del nostro Sindaco, dell’assessore ai Lavori Pubblici, del Consiglio Comunale e della stessa città. Con uguale spirito e rispetto mi rivolgo pure alle F.A.L. grazie ai cui impianti ferroviari (va doverosamente riconosciuto) l’intera area è stata in questi anni preservata dai tentativi di selvagge speculazioni edilizie, peccato che poi … Ma non è mai troppo tardi, tenuto conto dell’attuale stato dei lavori.
Grazie Mario, trovo estremamente interessante il tuo intervento, solo che arriva tardi e soprattutto perché, come già successo per l’appello dei nove già sindaco, la sordità giustifica della esigenza della spesa non consentirà alcun ripensamento. Stessa cosa succederà per lo stadio…prepariamoci ad un altro scempio…
Il mancato rispetto degli strumenti di pianificazione, l’assoluta mancanza di confronto con la comunità materana, evidenziano arrogante debolezza e regalano opere improbabili… ad una comunità distratta responsabile della scelta dei suoi amministratori…. Meditiamo gente, meditiamo ed interveniamo per tempo!