Le operazioni di dismissione e concessione da parte dell’Alsia dei beni ex-riforma fondiaria, in riferimento al regolamento approvato nel 2022; i progetti in materia di produzione no-food con particolare riguardo a quelli predisposti tra Regione – Alsia ed Eni per la produzione di oli vegetali e creazione di un centro per l’estrazione di oli vegetali, la produzione di biometano da scarti agricoli; la creazione di un hub per supportare l’imprenditoria regionale. Sono i temi principali discussi in un incontro tra i dirigenti della Cia-Agricoltori Basilicata il Direttore Alsia Aniello Crescenzi e i dirigenti Pietro Zienna e Lucrezia Guida.
Per la Cia queste attività rappresentano non solo un’occasione per valorizzare i terreni marginali, ma anche per migliorare la redditività delle aziende agricole senza compromettere la produzione food, infatti l’Alsia sta oggi sperimentando specie in grado di coprire i periodi vuoti produttivi di alcune colture, come il grano. Importante è dunque rendere l’imprenditore agricolo parte attiva della filiera agricola. In merito al progetto Agri-Hub, Alsia è stata incaricata di sviluppare la fase sperimentale per la produzione di oli vegetali rivenienti da colture oleaginose quali ricino, colza, camelina e girasole tale progetto che prevede anche la nascita di una struttura nella quale procedere all’estrazione di di tali oli (sito da definire) è stato oggetto di approfondimento con alcune interessanti indicazioni e prescrizioni sia di carattere tecnico che agronomico. Come Cia – sottolinea il direttore di Potenza-Matera Donato Distefano – siamo fortemente interessati in quanto il progetto per andare a regime necessità di non meno di 10.000 Ha di terreni a coltura dedicata a regime per l’intero anno solare. Le aziende agricole che devono disporre di almeno di 5 Ha di superfici a riposo, marginali o non utilizzata e altre che possono praticare le seconde coltura (aree irrigue o cerealicole) potrebbero integrare il proprio reddito aggiungendo una ulteriore ciclo produttivo ai propri piani colturali . L’Alsia provvederà a realizzare una carta vocazionale dei terreni di Basilicata connessa a tali colture. Su questo punto – precisa Distefano – è necessario attendere il completamento del lavoro di indagine per poi utilizzarne le risultanze da trasferire con apposita attività di consulenza alle aziende agricole interessate. Ulteriore punto riguarda la fase sperimentale ed in particolare le risultanze della messa a dimora presso le aziende Alsia di Lavello, Pignola e Pantanello di Bernalda di superfici dedicate alle colture sopracitate. Solo a seguito di tale sperimentazione – sottolinea la Cia – sarà possibile fornire alle singole aziende agricole interessate le necessarie indicazioni agronomiche ed avviare la fase produttiva in campo e valutare la relativa convenienza economica.
Per quanto riguarda la dismissione dei beni della riforma fondiaria la Cia sarà di supporto all’agenzia per affrontare le criticità, al fine di garantire i detentori dei beni e agevolare le procedure. Tutti i soggetti che hanno ricevuto nei giorni scorsi nota da Alsia con la quale si segnala la detenzione di beni riforma fondiaria possono anche tramite gli Uffici Cia Agricoltori produrre istanza tesa a chiarire la propria posizione in merito al bene detenuto. Tale riscontro è finalizzato a chiedere e ricevere chiarimenti, indicazioni o per i casi complessi e particolarmente articolati concordare incontro presso gli Uffici Alsia al fine di analizzare e o definire la singola situazione. Gli Uffici Cia sono a disposizione degli agricoltori per informazione, consulenza ed assistenza.