I sindacati Siulp, Sap, Siap, FSP, Coisp-Mosap e Silp Cgil: “Urgente e improcrastinabile il confronto con il Governo, i Sindacati Maggioritari della Polizia di Stato scrivono alla Presidente Meloni, per un confronto prima del varo del ddl – Bilancio 2024”. Di seguito la nota integrale.
“E’ ineludibile che i Sindacati maggioritari della Polizia di Stato, Siulp, Sap, Siap, Fsp, Coisp e Silp-Cgil, che rappresentano il personale di ogni qualifica/grado la cui rappresentanza e tutela per legge è delegata esclusivamente al personale in uniforme e non ad altri, abbiano un confronto con il Presidente on. Meloni e i Ministri competenti per materia, in vista della predisposizione del “ddl di Bilancio 2024″. Aspetto che ha profili di contenuto e forma, oltre ad essere previsto dalla legge, ciò è necessario e a nostro avviso anche dovuto a chi tanto ha fatto e fa per il Paese, perché noi siamo parte di questo Paese, delle sue istituzioni e del suo corpo sociale e abbiamo elementi e competenze per rappresentare la reale situazione che vivono i cittadini e centinaia di migliaia di donne e uomini, che con grandi sacrifici personali garantiscono le libertà individuali e collettive e i processi democratici. E non solo. La sicurezza pubblica, nel tempo in cui che viviamo, è una precondizione imprescindibile per lo sviluppo della Nazione sotto tutti i profili, a partire da quello economico dal momento che incide sulla capacità di attrarre capitali, tanto che non va più considerata come costo immunitario del sistema ma come investimento. Il Comparto sicurezza è un pilastro che fa grande l’Italia nel panorama mondiale, ma le problematiche economiche e le carenze che soffrono i suoi operatori non sono in linea con il livello d’eccellenza che essi garantiscono. Se la Sicurezza è un patrimonio della collettività da difendere, è indubbio che non può esserci Sicurezza se chi è preposto ad attuarla e garantirla non è a sua volta assistito e tutelato. E tale obiettivo si realizza attraverso la funzione primaria attribuita al contratto collettivo di lavoro, compresa l’area negoziale della dirigenza di pubblica sicurezza, oltre gli ineludibili provvedimenti normativi in tema di specificità”.
Sta qui il senso della lettera sottoscritta dalle Organizzazioni sindacali maggioritarie di tutto il personale della Polizia di Stato inviata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ed ai ministri per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, e dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Un dettagliato resoconto delle necessità impellenti di donne e uomini del Comparto Sicurezza che, spiegano i Sindacati, “devono far fronte ad una drastica riduzione del potere di acquisto delle loro retribuzioni a causa di un’inflazione che lo scorso anno ha raggiunto il 12,6% e nel primo semestre di quest’anno, secondo stime al ribasso, si è assestata al 10%, oltre gli incrementi dei costi per i beni energetici e i tassi d’interesse quadruplicati per i mutui. Una sofferenza che è ulteriormente aumentata dalla bolla per gli affitti, specie nelle grandi città metropolitane e, peraltro, in un contesto ove gli stipendi italiani, ancor più quelli dei Poliziotti, sono più bassi di non meno del 12% della media europea”.
“Adeguato finanziamento del rinnovo del Contratto di Lavoro 2022-2024 – spiegano i Sindacati -; finanziamento della Specificità; finanziamento e ripresa del tavolo di confronto già convocato nel 2020 relativo al primo contratto della dirigenza della Polizia di Stato; delega per i necessari correttivi al riordino dei ruoli e delle funzioni, soprattutto per far fronte ai vuoti di organico; la detassazione delle indennità accessorie; il pieno riconoscimento del lavoro straordinario che deve essere compensato con un aumento di retribuzione rispetto a quella per lavoro ordinario con oneri che non devono gravare sui fondi destinati alla contrattazione collettiva. Sono alcuni dei principali punti da portare all’attenzione di un Governo che, al di là delle promesse, è chiamato a dimostrare di aver concretamente nella propria agenda la sicurezza, e con essa chi vive per garantirla senza poter allo stato contare su un trattamento sufficientemente dignitoso e adeguato”.